Alta Terra di Lavoro

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IL SUD RICORDERA’ di ANNAMARIA PISAPIA

Posted by on Giu 2, 2020

IL SUD RICORDERA’ di ANNAMARIA PISAPIA

Era l’agosto del 1973, quando un’epidemia di colera colpì Napoli( in seguito si seppe che era stato portato da una partita di cozze infette provenienti dalla Tunisia) che durò poco più di un mese. La stessa epidemia si ebbe anche in Sardegna e in Puglia. Ma anche l’estero dovette fare i conti con questo flagello( a Barcellona durò per ben due anni) anche se nessuno più lo rammenta e men che meno si odono cori da stadio che lo ricordino.

Come era prevedibile, tutti presero i loro accorgimenti per evitare contatti con i napoletani( la squadra del Genoa si rifutò di disputare la partita di coppa Italia che doveva svolgersi a Napoli, fu proposto che si svolgesse a Genova ma i genovesi si rifiutarono di ospitarli nella propria città). Mia cognata, che all’epoca lavorava in una fabbrica di Milano, ricorda che al ritorno dalle ferie trascorse a Napoli, nella sua città d’origine, le sue colleghe le intimarono di non avvicinarsi costringendola a consumare per lungo tempo il suo pasto da sola e lontana dalle altre. Nessuno si sentì offeso, anche se dovette essere alquanto difficile da sopportare. Nè ricordo alcuna frase ricattatoria da parte del sindaco di Napoli all’indirizzo di quanti non gradivano la nostra vicinanza. E’ chiaro che il paragone tra il colera e il coronavirus non è neanche proponibile,data la estrema pericolosità di quest’ultimo, eppure il sindaco di Milano (città maggiormente colpita dal virus con oltre 16000 morti e con ancora oltre 384 contagi giornalieri) Sala con arroganza e senza mostrare alcuna vergogna usa toni ricattatori in direzione di quelle regioni che hanno “osato” chiedere di tutelare i propri abitanti dalle regioni che presentano ancora una criticità marcata. Cioè, il sindaco Sala anzichè cospargersi il capo di cenere ( così come sarebbe opportuno facessero i degni compari Fontana e Gallera) per l’allucinante gestione dell’emergenza da coronavirus, che ha costretto all’agonia anche le regioni del Sud, marginalmente colpite e quasi sempre per “gentili cadeaux meneghini”, usa toni vergognosi in direzione di quanti tentano di arginare eventuali ripercussioni a causa delle bizze del bisbetico e irresponsabile trio? Cioè, Sala usa toni ricattatori e minaccia di ricordare questo “affronto” in futuro? Ebbene, anche noi ci ricorderemo quale fu la sua risposta all’apparire del coronavirus in Lombardia: “Milano non si ferma”. Ci ricorderemo, altresì. anche le esatte parole di quella campagna social: ” Milano, milioni di abitanti, facciamo miracoli ogni gorno. Abbiamo ritmi impensabili ogni giorno. Portiamo a casa risultati importanti ogni giorno perchè ogni giorno non abbiamo paura. Milano non si ferma”. Ahimè, in questo non fu da solo, a dargli man forte intervenne subito il ministro Franceschini “le parole di Sala sono giuste e condivisibili”. Gli fece eco il sindaco di Bergamo Gori “Bergamo non ti fermare” e dulcis in fundo a benedire il tutto il segretario Nicola Zingaretti. E per dare maggiore forza alle parole si passò ai fatti: aperitivi a gogò, cene dello stesso Sala in quel di Bergamo, musei aperti per Franceschini, telefonate con il premier Conte per la ripartenza (sic!). Ci ricorderemo di aver dovuto attendere per la ripartenza del Sud (che con pochissimi contagi avrebbe potuto diventare la nuova locomotiva ) bloccata per non “dispiacere” i lombardi. Ma ci ricorderemo soprattutto le risposte del Governo, tutte rigorosamente in favore della spocchiosa, arrogante, isterica, dispotica, ingorda Lombardia. Così come ci ricorderemo del ministro Boccia che, in maniera scellerata, impone di fatto regole dettate dalla “locomotiva”, cedendo alle pressioni di Confindustria e fa appello alla Costituzione: “Rileggete l’articolo 120 della Costituzione – dice – Una Regione non può adottare provvedimenti che ostacolino la libera circolazione delle persone”. A quanti finora avessero avuto ancora dubbi ora sa esattamente da che parte sta il Governo( espressione di uno Stato fondato sulla menzogna, la depredazione, i massacri, della parte Sud della penisola italica): perennemente con lo sguardo rivolto al nord.

2 Comments

  1. Ricordo la prima notizia del colera. Ero a Napoli ed il Tg della sera aprì dicendo che a Napoli era scoppiato il colera, forse dovuto alle cozze. Io ed i miei zii stavamo cenando con un soté di cozze! Poi la Rai cominciò a mostrare gli avventori di cozze mangiate crude solo con limone! Si gridò alla mancanza di igiene a Napoli. Quando fu accertata la provenienza tunisina poco o nulla la Rai smentì ed il colera diventò ” il colera di Napoli e dei Napoletani”

  2. Condivido e sottoscrivo parola per parola, tuttavia segnalo alla sensibilissima autrice che A LAVA’ ‘A CAPA Ô CIUCCIO SE PERDE ‘O TIEMPO, L’ACQUA E ‘O SAPONE

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