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ACCADDE OGGI NELLE DUE SICILIE… (1815 – 1861 e oltre…)

Posted by on Lug 2, 2020

ACCADDE OGGI NELLE DUE SICILIE… (1815 – 1861 e oltre…)

(a cura di don Luciano Rotolo, della Fondazione Francesco II delle Due Sicilie – la Fondazione ufficiale e originale dedicata a Re Francesco II con sede a Napoli nella chiesa di S. M Coeli alle Due Porte)

02 LUGLIO

1738
• Iniziano a Napoli i solenni festeggiamenti per le Nozze Reali tra S. M. il Re Carlo di Borbone e la Regina Maria Amalia.
I Sovrani sfilano in mezzo al popolo festante.

1739
• La politica economica avviata dal Real Governo attira sempre più investitori stranieri nel Regno.
Ad Arpino vengono impiantate diverse industrie per la produzione di panni e di tessuti; tra tutte eccelle quella dei fratelli Guarini, dove vengono a lavorare operai specializzati francesi, olandesi e inglesi che trasmettono le loro competenze alle maestranze locali.

1740
• Il Real Governo concede il permesso ai Religiosi delle Scuole Pie (detti “Scolopi”) di aprire un Collegio e delle scuole popolari a Lanciano.

1742
• Alcune navi britanniche pongono un blocco al porto di Brindisi.
Si trattava di una misura per costringere il Regno a non prendere posizione e a non intervenire nella guerra di successione austriaca.

1758
• S. M. il Re Carlo (VII di Napoli – III di Sicilia) conferma per un altro triennio il Marchese Giovanni Fogliani d’Aragona nella carica di Vicerè in Sicilia.

1790
• S. M. la Regina Maria Carolina mette al mondo un Real Principe che viene battezzato con il nome di Leopoldo.
Si tratta del sedicesimo figlio di Re Ferdinando (IV di Napoli – III di Sicilia) e riceve il titolo di Principe di Salerno.

1774
• Il Vicerè di Sicilia, Marchese Pellegrino, entra pubblicamente a Palermo e si reca immediatamente al Duomo.

1806
• Il re usurpatore Giuseppe Bonaparte promulga una legge che ordina il passaggio ai Comuni di tutti i diritti che fino ad allora venivano riscossi e pagati ai feudatari del Regno.

• Il re usurpatore Giuseppe Bonaparte ordina che tutti i Luoghi Pii laicali siano posti in vendita, incamerando allo Stato tutto il ricavato.

• Il re usurpatore Giuseppe Bonaparte istituisce nel Regno di Napoli il “Debito Pubblico”.
Tutti coloro che vantano crediti da parte dello Stato saranno iscritti in un Gran Libro, avendo così diritto a una rendita.

1809
• Il Generale Pignatelli Strongoli, per ordine del re usurpatore Gioacchino Murat, continua a reprimere ferocemente le bande di briganti e i gruppi di realisti che sono presenti e attivi in Basilicata e nel Principato Citra.

1811
• In tutto il Regno di Napoli si diffonde a macchia d’olio la setta della Carboneria.
Si aprono delle sedi (chiamate “vendite”) in quasi tutti i paesi e si compila un “catechismo” ideologico per gli affiliati.
Il re usurpatore Gioacchino Murat si proclama Protettore dei Carbonari.

1819
• In tutto il Regno il Real Governo organizza gli Istituti Militari.

1820
• Due squadroni del Reggimento Borbone, di guarnigione a Nola disertano sotto la guida dei Sottotenenti Morelli e Silvati e, soprattutto, obbedendo alla regia occulta della setta dei Carbonari.
Questi militari, seguiti da una massa di popolani dei due Principati, decide di puntare su Napoli per domandare a S. M. il Re Ferdinando I la concessione di uno Statuto.
A capo di tutto il movimento rivoluzionario ci sono il Tenente Generale Guglielmo Pepe e il prete nolano Minichini.

• La rivolta di Nola fa immediatamente registrare la diserzione dei Reali Reggimenti Dragoni di Cavalleria “Real Napoli” e “Regina”, guidati dal Generale Napoletano e dal Colonnello Tupputi.

1828
• Il Maresciallo di Campo Francesco Saverio del Carretto viene inviato dal Real Governo con una colonna militare contro gli insorti dei Principati.
Gli vengono per questo conferiti anche i pieni poteri.
Si ricorda che questa insurrezione era venuta allo scoperto il giorno 20 maggio 1828 ma la situazione era precipitata quando il 28 giugno i rivoltosi avevano preso il controllo del piccolo forte di Palinuro e di alcuni comuni circostanti.

1831
• Per la prima volta a Napoli viene eseguito un delicatissimo intervento chirurgico ad opera del Prof. Dott. Giovanni Castellacci. Questi provvede ad amputare parte della mascella inferiore sinistra di una giovane donna di 27 anni, colpita da epulide cancerigna.
L’operazione e il seguente decorso ospedaliero sono coronati da pieno successo e testimonia il livello di eccellenza raggiunto dalla sanità delle Due Sicilie.

1842
• Grande curiosità nella popolazione di Napoli, suscitata dall’approdo di una stupenda squadra navale francese in crociera nel Mediterraneo.
Si tratta di ben nove vascelli e tre fregate; uno dei vascelli è comandato dal Real Principe di Joinville, figlio del Re Luigi Filippo di Francia.

1848
• Il capo repubblicano Costabile Carducci, che tanto danno aveva causato prima a Napoli nella rivolta del 15 maggio e poi in quelle calabresi, viene ucciso insieme ai suoi compagni nel comune di Acquafredda.

• Sempre nelle Calabrie, la colonna militare comandata dal Generale De Cornè occupa, dopo breve resistenza dei rivoltosi, Mormanno. Nello scontro a fuoco muore il capo rivoluzionario Mauro mentre tutti i rivoltosi superstiti si danno alla fuga.

• Al termine delle suddette operazioni, le colonne militari di De Cornè e di Esperti si riuniscono a Campotanese, mentre le colonne militari dei generali Lanza e Busacca si riuniscono a Castrovillari.

1849
• Alcuni capi, promotori e agenti della rivoluzione che nel 1848 ha interessato le Calabrie, sono incarcerati e rinviati a giudizio dinanzi alle Corti Criminali.

1855
• Nella città di S. Maria di Capua viene istituito un Consiglio Edilizio.

1856
• S. M. il Re Ferdinando II, la Regina Maria Teresa e i Reali Principi si imbarcano a Gaeta per raggiungere Porto d’Anzo nello Stato Pontificio; qui ad attenderli c’è il Sommo Pontefice Pio IX con il quale si fermano amabilmente sino alle ore 20:00 della sera.

• A Gallipoli, il Real Governo inaugura il nuovo teatro cittadino.

1857
• A Sanza, una massa di delinquenti comuni liberati dal Bagno Penale di Ponza dal terrorista Carlo Pisacane, sfuggiti in precedenza allo scontro a fuoco avvenuto il 30 giugno a Padula, incontra la Guardia Urbana di quel comune che è anche sostenuta da alcuni militi dell’11° Battaglione Cacciatori e soprattutto dalla popolazione locale.
Quest’ultima ha appreso con grande apprensione e spavento le notizie delle violenze compiute in zona da questi uomini durante le loro scorribande.
Lo scontro a fuoco che nasce si risolve con l’uccisione di trenta rivoltosi.
Tutti i superstiti vengono arrestati, ponendo finalmente fine alle violenze di cui sono stati protagonisti.

1859
• A Palermo le case di alcuni maggiorenti nobili della città e i di alcuni luoghi di ritrovo espongono luci per festeggiare la battaglia di Solferino.
Nella chiesa di Portosalvo, durante le Quarantore Eucaristiche, i rivoltosi distribuiscono dei volantini antigovernativi.
Il Direttore di Polizia Salvatore Maniscalco decide quindi di far disperdere quanti parlano di politica davanti ai caffè.
Lo stesso direttore Maniscalco entra anche nel ritrovo dei nobili a piazza Bologni e asporta le luminarie affisse alle finestre.

1860
• Il vapore Washington (acquistato agli inizi di giugno dal terrorista Garibaldi) inizia un secondo viaggio alla volta della Sicilia.
Ancora una volta salpa apertamente da Genova.
In questa traversata reca a bordo anche il colonnello Enrico Cosenz: si tratta di un ufficiale disertore delle Due Sicilie, che nel 1848 non volle obbedire agli ordini di S. M. il Re Ferdinando II, quando aveva chiesto alle truppe napolitane di abbandonare i combattimenti contro l’Austria e di rientrare immediatamente in Patria.
Ci sono anche 1.270 uomini che si uniranno ai terroristi garibaldini: spesso si tratta di mercenari o di militari piemontesi fatti passare per disertori o congedati.
Naturalmente non mancano neanche armi, munizioni e aiuti logistici per l’armata garibaldina.
Parte insieme ad un’altra nave: la Provence.
Questa trasporta altri 770 uomini, sempre destinati a rinforzare l’armata dei terroristi garibaldini.

1861
• In Irpinia scoppiano delle rivolte popolari contro gli invasori piemontesi nei seguenti comuni: Chiusano, Sorbo, Serpico, Salza, Volturara, Malepasso e Monteforte (quest’ultima, un tempo, era la roccaforte dei carbonari).

• Nel beneventano un drappello di soldati piemontesi viene giustiziato dai patrioti combattenti e i loro corpi sono appesi ad un chiodo dinanzi alle porte delle case che, poco prima, avevano violentemente saccheggiato.

• A Napoli vengono arrestati circa 80 operai, impiegati nei lavori ferroviari Tirreno – Adriatico (lavori già avviati dal Real Governo Borbonico), che protestavano per le paghe bassissime imposte dagli invasori piemontesi.

• Tumulti operai e scioperi si registrano sempre nella Capitale contro gli invasori piemontesi e contro la loro politica di sfruttamento delle persone.
Protestano attivamente gli operai della fabbrica Bruno e parte della categoria degli ebanisti.

• Il Luogotenente piemontese Ponza di S. Martino, allarmato e preoccupato per l’aumento del malcontento e delle rivolte popolari nelle Due Sicilie occupate, chiede a Torino l’invio urgente di altre truppe per scoraggiare ulteriori forme di protesta contro il regime sabaudo.

• La società toscana di Adami e Lemmi (si tratta di massoni legati a Ricasoli e ai loschi personaggi che costituiscono il governo piemontese), aggiudicataria dell’appalto per la costruzione delle ferrovie napoletane, dopo aver incassato tutto il denaro governativo (in realtà preso dall’erario delle Due Sicilie) dichiara di rinunziare a compiere l’opera in questione.
La notizia, per la gravità di quanto accaduto, viene tenuta nascosta ma il giornale torinese “L’espero” denuncia le tangenti che sono state pagate affinchè questa società ricevesse a suo tempo l’appalto.
Il governo piemontese decide allora di affidare l’appalto al francese Talabot, socio del banchiere James de Rothschild, che da sempre finanzia la politica dei Savoja.
Talabot però rinunzia.

1862
• Il giovane studente di Piaggine Soprano, Giuseppe Tardio, divenuto sin dall’ottobre del 1861 comandante di un gruppo di patrioti combattenti nella zona di Agropoli, procede a far giustiziare tutte le collaborazioniste Guardie Nazionali che incontra.
Ordina l’assalto ai seguenti comuni: Futani, Abatemarco, Laurito, Foria, Licusati, Centola e Camerota.
In queste città affigge anche un manifesto che, tra l’altro, recita:
“Ai popoli delle Due Sicilie.
Cittadini, il fazioso dispotismo del subalpino regime nel conquistare il regno vi sedusse con promesse fallaci.
Amari frutti ne avete raccolti.
Riducendo queste belle contrade a provincie, angariandovi di tributi, apportandovi miseria e desolazione.
Inaugurando il diritto della fucilazione a ragione di stato…
Non tardate ad armarvi e schierarvi sotto il vessillo del legittimo sovrano Francesco II, unico simbolo e baluardo dei diritti dell’uomo e del cittadino…”.
Man mano che Tardio avanza, al suo gruppo si aggregano altre centinaia di cittadini.
Purtroppo i piemontesi, intervenuti in forza con le loro truppe, ne arrestano circa trecento mentre tantissimi altri sono costretti a nascondersi.

1863
• I patrioti combattenti di Carmine Crocco uccidono a Venosa 24 militari piemontesi nel corso di un agguato che hanno teso agli invasori.

• Il Ministro piemontese Peruzzi, dinanzi ai violenti disordini che si registrano sempre più in Sicilia contro gli invasori, presenta un disegno di legge per istituire nell’isola uno speciale confino di polizia.
La popolazione locale si mostra comunque sempre più insofferente nei confronti dei metodi repressivi del generale Govoni.

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