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SPICCHIO DI STORIA. CARLO D’ANGIO’

Posted by on Gen 10, 2021

SPICCHIO DI STORIA. CARLO D’ANGIO’

Il 7 gennaio 1285 a Foggia spirò Carlo I d’Angiò ), Re di Sicilia, principe d’Acaia, Conte d’Angiò, del Maine, di Provenza e di Forcalquer, nonchè pretendente al titolo di Re di Gerusalemme.

Figlio più piccolo del Re di Francia Luigi VIII (detto il Leone), Carlo fu ricordato come grande condottiero, abile e spregiudicato, mentre in Italia è ricordato per la sua conquista con le armi del Regno di Sicilia, a spese di Re Manfredi, figlio di Federico II di Svevia.
A 22 anni Carlo partì alla 7^crociata al seguito del fratello maggiore Re di Francia Luigi IX (il Santo), ma la spedizione militare fallì in Egitto a causa della disfatta di Al Mansura (1250), dove trovò la morte un altro fratello, il conte Roberto I d’Artois.
Nel 1266, con il forte sostegno del Papato e le truppe guelfe, Carlo scese in Italia per cacciare i Ghibellini imperiali e conquistare il Regno di Sicilia, in mano alla dinastia Hohenstaufen di Svevia. In quella spedizione, rinforzato con l’esercito pontificio, nella battaglia di Benevento sconfisse Re Manfredi, conquistando il Regno degli Svevi in Italia. Due anni dopo, nel 1268, Carlò riuscì a respingere un altro tentativo di recupero del Regno da parte degli Svevi e a Tagliacozzo le truppe franco-papaline sconfissero anche i ghibellini del giovane Corradino di Svevia, ultimo legittimo erede al trono di Palermo. catturato fuggiasco a Nettuno per il tradimento del feudatario Frangipane e poi decapitato a Napoli.
Nel 1270 Carlo mise a disposizione il regno di Sicilia come base per l’8^Crociata. Però anche questa spedizione fallì, stavolta a causa di una epidemia di dissenteria propagatasi tra i crociati che assediavano Tunisi, vittima anche il fratello Re Luigi IX di Francia (poi beatificato dal papa).
Negli anni seguenti Carlo si rivelò un politico poco accorto e, aizzato dal papa, viveva nel sogno di creare un impero cristiano nel Mediterraneo, ambiva anche a conquistare quel che rimaneva dell’impero di Costantinopoli, che nel 1261 era stato in buona parte ripreso dall’imperatore Michele VIII Paleologo cacciando i veneziani che l’avevano conquistato nel 1204.
Per finanziare questa sua ambizione dell’impero Carlo adottò alcuni provvedimenti che gli alienarono le simpatie di tutti i sudditi. Carlo, diffidando dei nobili siciliani, sostituì i maggiorenti locali con funzionati francesi di sua fiducia, mentre ai suoi militari diede un enorme potere. Furono tutti provvedimenti che nel Regno crearono diffidenza, acredine e una grande tensione sociale, alle quali si aggiunsero le proteste per l’ingente pressione fiscale per sostenere la spesa militare necessaria ad allestire la grande flotta e le truppe per la spedizione a Costantinopoli. Il malcontento si diffuse ed alimentò il fuoco della rivolta.
Fu questo diffuso malcontento, insieme alla decisione di spostare la capitale del regno da Palermo a Napoli, la causa principale per lo scoppio della rivolta dei Vespri Siciliani, che ben presto fece perdere a Carlo d’Angiò il dominio della Sicilia, con il popolo isolano che si scatenò in una caccia al francese. Questa rivolta fu fiancheggiata da Michele VIII Paleologo, che in tal modo voleva creare problemi a Carlo e ostacolare la partenza della spedizione angioina contro la sua Costantinopoli. L’azione risolutiva per il distacco della Sicilia fu comunque quella del Re d’Aragona Pietro III (il Grande), marito di Costanza II, figlia di Re Manfredi ed ultima erede legittima al trono siciliano. L’intervento della flotta e delle truppe aragonesi impedì agli angioini la riconquista dell’isola siciliana. Dopo varie battaglie e persino la cattura del figlio Carlo II, (lo zoppo) Re Carlo dovette accontentarsi di mantenere solo il controllo della parte continentale del regno.
Il 5 Giugno 1284 la flotta siciliano-aragonese, al comando di Ruggero di Lauria, si presentò davanti al porto di Napoli mentre Carlo era assente ed il principe Carlo lo Zoppo uscì con la flotta napoletana per contrastare i nemici. Nella battaglia che seguì l’abile ammiraglio siciliano ebbe ben presto ragione del giovane principe angioino, che fu addirittura catturato dai siciliani. Quando Carlo arrivò a Gaeta con la sua flotta provenzale, seppe della notizia del figlio e decise di assediare Reggio per liberarlo. I siciliani però appesero il giovane Carlo fuori le mura della fortezza, impedendo agli angioini di tirarvi contro per evitare di ucciderlo. Ritiratosi dall’assedio e con le truppe assottigliate a causa delle tante diserzioni, il re provenzale riparò in terra di Puglia, dove contava di riorganizzarsi e si preparava ad imporre nuove tasse per arruolare altri soldati. Qui però Carlo d’Angiò venne colto dalle febbri, non era giovanissimo e, provato dalle fatiche dei tanti anni di guerra, spirò mentre era a Foggia.
Gli succedette il figlio Carlo II lo Zoppo, che però era ancora prigioniero dei siculo-aragonesi. Il giovane Carlo II riuscì a ottenere il proprio rilascio, ma dovette lasciare come ostaggi i suoi stessi figli. Il papa lanciò una bolla di scomunica contro i siciliani ribelli e contro il Regno d’Aragona ed i suoi sovrani, ma ciò non produsse alcun esito.
La guerra del Vespro riprese senza particolari esiti e proseguì con alterne vicende fino al 1302, quando si giunse finalmente al trattato di pace di Cartabellotta, con la quale si sancì la formale separazione dei due Regni. Il Regno di Napoli ed il Regno di Sicilia.
Per tornare ad essere uniti queste due entità statali dovettero attendere 500 anni, con la caduta dell’impero napoleonico ed il Congresso di Vienna del 1815, durante il quale si sancì la nascita del Regno delle due Sicilie. Il Regno di Napoli ed il Regno di Sicilia.
(estratto il parte dal saggio storico MUSARD DI STAVELEY).

Enzo Musard

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