Alta Terra di Lavoro

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INCONTRO TRA FRANCESCO MALDONATO, ULDERICO PESCE ED ENNIO APUZZO DA UMBERTO DE ROSA (IV)

Posted by on Feb 1, 2021

INCONTRO TRA FRANCESCO MALDONATO, ULDERICO PESCE ED ENNIO APUZZO DA UMBERTO DE ROSA (IV)

Ritornando alla domanda iniziale di Umberto De Rosa sul perché le scuole nella neonata colonia del Regno Savoiardo allargato e chiamato Regno d’Italia furono portate allo sfascio e alla disintegrazione basta cominciare a leggere l’interpellanza parlamentare di F. Ricciardi, parliamo di un giacobino mazziniano, avvenuta il 20 di maggio 1861 per cominciare a trovare delle risposte ed è solo una delle tante testimonianze. 

Il sistema scolastico napolitano spiegato dal Prof. Fioravanti

oppure ben descritto dal maestro Ottavio Cicchinelli di Pescosolido,

sono altri due contributi per rafforzare la tesi degli identitari e senza impelagarsi nel discorso stucchevole dei primati, nessuno può negare l’alto livello, contestualizzato in quel periodo storico ovviamente, dell’istruzione napolitana composto dai collegi, dalle Università, il vero fiore all’occhiello che il mondo ammirava, e da uno stato embrionale di scuole pubbliche per i bambini. L’istruzione non era basata sull’impostazione giacobina improntata alla formazione dogmatica utile per la formazione dell’uomo nuovo ma tutelava le culture e le identità delle varie comunità che da secoli vivevano sparse a macchia di leopardo nel Regno che ci dimostra come dai noi non esisteva il concetto positivistico e razzista di tolleranza e inclusione ma quello dell’accoglienza e convivenza che da millenni ci ha sempre reso diversi e avanti rispetto agli altri.

Conformismo e pregiudizio l’hanno fatta da padrone, in un paio di componenti, nel dibattito a casa di Umberto dove s’è continuato ad ascoltare ancora “dell’arretratezza del nostro amato Regno” quando ormai si sta ampiamente dimostrando che era il contrario e se in alcuni campi come quello dell’istruzione, della burocrazia, dell’amministrazione pubblica, delle politiche sociali, si trovava all’avanguardia, la stessa cosa, come da sempre, accadeva nelle scienze, nella tecnologia, nelle industrie supportata da una sua politica ben precisa e tipicamente napolitana che si confrontava ad armi pari con il resto del mondo come stato sovrano e non come “colonia di una subnazione” come lo è ora.

Chi ha voglia può ricercare e studiare il sistema giudiziario napolitano, degno erede di quello romano, dove la figura dell’avvocato d’ufficio, per fare un esempio, che allora si chiamava fiscale era la professione più prestigiosa del mondo forense mentre ora? Scavando si scoprirà come la magistratura era realmente indipendente che anche il Re doveva rispettare come lo certifica Benedetto Cantalupo e ammesso dallo stesso Benedetto Croce.

Mentre in quel periodo in Europa si cominciava a discutere se distinguere i reati politili da quelli comuni nel Regno delle Due Sicilie già era un principio di civiltà giuridica.

Nei diritti civili il Regno Borbonico era avanti, forse troppo, rispetti ad altri paese infatti fu abolita la schiavitù, fu promulgata per la prima volta la legge sulla raccolta differenziata con relativa nascita di politiche sulla conservazione del territorio e dell’ambiente, fu promulgata la legge sull’immigrazione perché prima dell’Unità d’Italia venivano tutti da noi a lavorare e c’era quindi la necessità di regolamentare questo flusso di essere umani e creature di Dio. Come suddetto riportato mentre l’Europa discuteva se considerare il reati politici diversi da quelli comuni nel Regno delle Due Sicilie da tempo c’era la distinzione, infatti non ci fu nessuna condanna a morte per i colpevoli di reati politici ma addirittura Ferdinando II graziò 2713 individui per reati politici che sommati a quelli di reati comuni, 7181, abbiamo 9894 “grazie” durante il trentennio del “famigerato Re Bomba”…..
(pag.26 della seconda edizione “La Garibaldite” di Vincenzo Giannone”)

Nacquero le prime forme di assistenze sanitarie e pensionistiche mentre la validità della macchina amministrativa e burocratica è esaltata addirittura dal cavaliere savoiardo Vittorio Sacchi che voleva farla adottare dal neonato Regno d’Italia, andate a vedere che fine fece per aver avallato questa proposta!!! Il sistema sanitario era garantito, non senza difficoltà e contraddizioni, su tutto il Regno e si era sempre pronti ad affrontare tutte le crisi pandemiche che in quell’epoca avvenivano con frequenza, vi consiglio di leggere come venivano organizzate le campagne di vaccinazioni.

I contadini non vivevano nell’oro ma mai hanno sofferto di malattie causate dalla denutrizione (ricordo che in quell’epoca il bisognio primario era rappresentato dal nutrimento) e quando arrivavano le carestie prima degli altri ne uscivamo fuori, si era cominciato il superamento del feudalesimo, tra numerose difficoltà, che promuovevano la nascita del latifondo ma anche la nascita di piccoli proprietari che oggi conosciamo con il nome di coltivatori diretti.

I braccianti e i ceti più umili che lavoravano la terra ma mai hanno subito l’umiliazione del “serraglio” alla fine di ogni giornata di lavoro a cui invece erano assoggettati i loro “colleghi” toscopadani fino alla fine della seconda guerra mondiale, andate a rivedere i film “L’albero degli zoccoli” e “Novecento”

Rischierei di annoiare se comincio a parlare delle innovazioni nel mondo scientifico, del mondo tecnologico e ingegneristico e sulle industrie che venivano certamente incentivate da una politica industriale statale e con la politica dei dazi, tutte le nazioni che si trovano all’alba di una politica industriale attuano  queste politiche, ma che ovviarono alla carenza di materie prime con la ricerca che permetteva di produrre prodotti manufatturieri ad alto contenuto tecnologico che riuscivano a reggere la concorrenza internazionale.

Pensate che mentre in Piemonte costruivano una rete ferroviaria “esagerata” per giocare con i trenini noi producevamo motori per le prime navi a vapore e locomotive che esportavamo in tutta Europa compreso ai Savoiardi che prima dell’invasione del Regno ne acquistarono 5 che non hanno più pagato, poi ci chiediamo perché gli juventini sono così pezzenti!!!.

Ho sentito che il sistema bancario era arretrato e sinceramente mi viene da ridere se penso al Banco di Napoli, al Banco di Sicilia, ai Monte Frumentari e poi alla Banca Romana  post unitaria, andatevi a leggere la relazione della comunità europea di Stéphanie Collet!!! “E ho detto tutto”  

Grande fesserie si sono sentite sull’emigrazione che sinceramente mi ha lasciato senza parole, “un fenomeno che nasce nel dopo guerra che riguardava solo una parte di popolazione ed ecc ecc”, non mi sento di non dare nessuna risposta perché sarebbe un insulto alla mia intelligenza ma posso solo dare l’indicazione di leggere il testo di un progressista di sinistra Paolo Cinanni “Imperialismo ed Emigrazione” così avrete un quadro meno confuso.

Abbiamo ascoltato che era in atto la seconda rivoluzione industriale che stava portando progresso e benessere che sarebbero arrivati da noi con l’unità come ci dimostra l’epoca della “belle epoque”,  peccato che in quel periodo abbiamo assistito ai fasci siciliani, preceduti dalla rivolta del 7 e mezzo a Palermo, alla repubblica del matese di malatesta ma soprattutto alle cannonate di Bava Baccaris contro i Milanesi che affamati chiedevano il pane nonostante venissero dirottati al nord ingenti risorse economiche che provenivano dalle rimesse dei nostri emigranti per far decollare le loro industrie.

Mai Bologna vide una rivolta popolare nella sua storia perché moriva di fame che ci fa capire che con l’unita iniziò un periodo di grandi miserie che trasformo il popolo italiano in un popolo di mendicanti per la prima volta nella storia per  arrivare alla prima guerra mondiale dove persero la vita 700 mila giovani soldati di cui 2/3 napolitani. Non siamo mai stati guerrafondai e i Borbone non hanno mai cercato la guerra o pensato di invadere qualcuno ma pare che i pacifisti progressisti nazional popolari questo particolare lo ignorano

Abbiamo sentiro parlare, in maniera impropria, di Matilde Serao e di Verga che descrivevano la miseria delle nostre terre che era vero ma che nacque in quelle forme solo dopo il 1861, sembrerà strano ma fu effettivamente così. Bastarono pochi mesi ai Piemontesi per portarci alla disperazione come si evince da tanti studi e ricerche fatte come testimonia il video seguente o dai testi di Luigi Irosi, Napoli Sfregiata e Lo Sgoverno d’Italia. Ci sono documenti custoditi ad isola liri dove viene fuori che già nel luglio del 1860 furono fermate le produzioni di tessuti e carta che immiserì immediatamente la comunità. Basta vedere cosa accadde a Beirut o a Sarajevo dopo le invasioni per farsi solo un’idea.

napoli da capitale a provincia

Ricordo con dolore e sofferenza la vicenda di Pietrarsa dove per la prima volta nella storia vennero ammazzati degli operai che volevano difendere il proprio posto di lavoro, peccato che ai due progressisti, mazziniani e repubblicani presenti in studio sia sfuggito!!! Mancava solo ascoltare che portatori di civiltà sono stati Cesare Lombroso ed Alfredo Niceforo e il quadretto era ben dipinto..  

Si ostinano ancora a portare avanti la suddetta tesi anacronistica ed infantile che eravamo arretrati ed affamati dimenticando che luminari storici e letterati non condividono più questa tesi e che il fenomeno di pentimento e revisionismo già cominciò a pochi anni dopo l’unità con tanti menti illustri che nonostante fossero fautori o simpatizzanti dell’italia unità tornarono clamorosamente sui propri passi, sorprendente Pirandello che coniò il concetto di “bancarotta del patriottismo” e illuminanti gli studi e le analisi del Presidente del Consiglio Francesco Saverio Nitti.

Se sposto l’attenzione al presente chiederei agli ospiti di Umberto ma come mai dopo 160 anni di Unità, dopo aver visto una monarchia costituzionale, una dittatura, da 70 anni la repubblica e dopo aver visto al potere la destra storica, la democrazia cristiana e da 40 anni i progressisti  ancora noi quaggiù non ci siamo civilizzati, ammodernati e acculturati? Ha ragione il suddetto Lombroso? Perché è sparito il Banco di Napoli pur avendo recuperato il 98 per cento dei crediti? perchè abbiamo avuto le cattedrali nel deserto con la Cassa del Mezzogiorno? Perchè dopo millenni il centro della produzione agricola è diventata la padania con la centralità di Parma? Perché al nord c’è la banca del seme?ma vi risulta che la padania ha sempre avuto la tradizione della coltura di pomodori e ortaggi in genere e che la Cirio e la De Rica, penso al passato prossimo e non remoto, la loro produzione dove era concentrata? E il grano Senatore Cappelli che sfamò tutta l’italia dove veniva prodotto? Per millenni tutti venivano da noi non solo per la centralità nel mediterraneo ma anche perché era il granaio d’Europa e la nostra agricoltura era la più ricca riuscendo a tenere in piedi la bilancia commerciale dell’Italia fino agli anni 50 mentre nelle gallie padane morivano di pellagra? La padania era la Campania Felix che anche Ghoethe esaltò nel suo viaggio in Italia?Quindi, perché l’Expo s’è fatto a Milano e non da noi? Perchè la cantieristica statale di Fincantieri ha messo ai margini Castellamare di Stabia accentrando il grosso della produzione ad Ancona e ad altri porti del Nord? Perché il 90 per  cento dei soldi del Piano Marshall sono andati al nord e a noi le briciole? Perché per tagliare 20 mila posti di lavoro tra Enel e Telecom lo si è fatto con le sedi napoletane? Perché i prossimi aiuti che arrivano dall’Europa si continua a dirottare per il 95 per cento al nord? Perchè il Ministro dei Trasporti progressista e democratic (non è degna nemmeno di essere nominata) vuole fare la rete ferroviaria che unisce nord e sud considerando Rotterdam su e Genova giù? Perché al Nord c’è una rete ferroviaria costruita per ospitare un traffico di 300 treni al giorno, ma ne ospita 30, e qui da noi ancora andiamo ad 1 binario? Non vi sono bastati 160 anni per cancellare la grande nefandezza dei Borbone nelle infrastrutture? Potrei continuare per una giornata intera a chiedervi ancora tanti “perché” soprattutto a voi che appartenete alla classe dirigente che fa riferimento all’area politica dominante degli ultimi decenni ma mi limito solo a dirvi che avete avuto 160 anni per provare a cambiare l’ordine delle cose e a cambiare la nostra natura e riconosco che vi siete anche impegnati arrivando però alla conclusione che non c’è nulla da fare dato la nostra atavica arretratezza bla bla bla e bla, quindi, fatevi da parte, lasciate le poltrone, lasciate il potere e fate fare a qualcun altro. Lasciateci, altresì, ripristinare la nazione napolitana tanto non siamo degni di essere italiani, non siamo all’altezza rispetto al resto della penisola italica come è evidenziato dalle “vostre” tesi, non ci è bastato un secolo e mezzo dei vostri insegnamenti per imparare.

Chiudo con un appello a quei pochi che leggeranno lo scrivente invitando tutti a portare rispetto ad Umberto e ai i suoi spettatori che sono tanti, non sono dotti e di livello culturale altissimo ma sono molto attenti ed informati quindi chi vorrà andare a parlare a casa sua si preparasse bene ed eviti di dire sciocchezze e luoghi comuni perché rischiate di fare una brutta figura. 

All’amico e al preparatissimo Ennio voglio dire un ultima cosa, certamente perdonerà la mia presunzione, non bisogna demonizzare il profitto o il progresso perché i cattolici hanno sempre seguito il verbo di nostro Signore che oltre alla carità ci ha sempre insegnato di voler progredire, di perseguire l’abbondanza e la prosperità nell’interesse proprio e della comunità ma quello che bisogna combattere è il “progressismo e il modernismo” a cui Giuseppe Mazzini gli ha messo l’aureola santa quando ha teorizzato che il “progresso” è la nuova se non l’unica “rivelazione” che cancella quella presunta, per lui, di nostro Signore e che, purtroppo, molti cattolici condividono. 

Claudio Saltarelli

puntate precedenti

come un tormentone chiudo con eugenio scalfari e il suo pensiero su l’italia

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