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FRA DIAVOLO E IL SUO TEMPO di BRUNO AMANTE (1796-1806) Prefazione di Angelo Manna (Ristampa del 1974)

Posted by on Feb 7, 2021

FRA DIAVOLO E IL SUO TEMPO di BRUNO AMANTE (1796-1806) Prefazione di Angelo Manna (Ristampa del 1974)

PREFAZIONE

Bei tempi di detta per Ferdinando IV quelli in cui a fargli da cervello erano stati i Tanucci e i Caracciolo, e a dar lustro al suo Regno era stati, con il loro ingegno, i Genovesi e i Filangieri ! Bei Tempi davvero, con i politici a lavorare e bene, per il trono delle Sicilie, e il titolare a spassarsela sparando a beccafichi e starne, e… popolando San Leucio !

Ma poi ? Poi il poker d’assi, bruciato dal fato (Tanucci scacciato e morto, e morti anche gli altri) si era tramutato in mazzone di scartine ! Ed erano tempi di disdetta, tempi di pochissimi eroi e di moltissimi manigoldi, e, per di più, manigoldi stranieri. Stranieri quelli che sgovernavano il Reame, e stranieri quegli altri d’oltralpe che dopo aver spopolato, con mannaie svelte e precise, la Francia, minacciavano di calar giù a disinfestare il più bel giardino d’Europa dai parassiti stranieri e a piantarvi alberi della libertà !…

La reggia ? Una foresteria. E di Napoli ? Ben pochi rimasugli: un mezzo esercito di lacché, una sparuta schiera di mezze calzette, e un sovrano che tutto poteva essere fuorché permaloso: e sì che, trovandosi sempre bene seguendo i consigli altrui, era anche per naturale temperamento un uomo fin troppo ottimista perché potesse sfiorarlo il sospetto che i consiglieri che ora si trovarono tra i piedi non fossero della stessa pasta di quelli dei bei tempi andati.

Maîtresse dello Stato, la regina Maria Carolina: austriaca per nascita e fede. Era entrata nella storia-bene per atti edificanti di sovrana straordinariamente intelligente, ma aveva finito per esserne scacciata a pedate avendo, dal’’89 in poi, messo il suo talento al servizio del male. Affetta da una specie di mania che era di persecuzione e persecutoria, antifrancese senza mezze misure e senza eccezioni, ostinata e implacabile, cuccuba del suo stesso ferocissimo odio e nemica mortale di Napoleone che in lei vedeva une femme qui est crime personnifié, bella ma ferina e dispotica persino tra le pareti domestiche: era per i giacobini di Napoli un mostro; anzi, il mostro, per antonomasia.

Dopo di lei, l’eminenza grigia dello Stato: sir Acton, factotum del trono, già favorito della regina, arrampicatore tenace e impassibile, inglese di razza e francese di nascita, già ufficiale della marina francese e poi di quella del Granducato di Toscana, come dire dell’Austria; uomo di molte ambizioni e di poche parole. Pagato come un oracolo (e il regal talamo era compreso nelle provvigioni…), avrebbe dovuto essere lo spassionato tutore degli interessi del Regno di Napoli: ma non gli era mai riuscito di servire con fedeltà se non quelle poche volte in cui dai vantaggi del trono aveva potuto trarre i suoi. (…)
Angelo Manna

BIOGRAFIA AUTORE

BRUTO AMANTE nacque a Napoli l’11 marzo 1852 da Errico, sotto processo e vigilato speciale per attività cospirativa, e Giuseppa Battinelli. Nei primi tempi seguì il padre prima all’Aquila poi a Macerata, dove questi fu consigliere e poi presidente nella Corte d’appello. Proprio a Macerata, non ancora ventenne, insieme al padre fondò e diresse per quattro anni il mensile mazziniano «La Confederazione latina», che propugnava un nuovo ordine federativo per gli stati d’Europa e scrisse Il papa e il trono (1870). Nel frattempo studiò Giurisprudenza all’Università di Napoli.

L’Amante intraprese quindi una notevole carriera pubblica che lo condusse presto ad essere funzionario  presso  il ministero degli  Esteri, segretario di gabinetto  di alcuni  ministri e, infine, capo   divisione   al  ministero   della    P.I., esercitando   un  ruolo   di  peso nell’organizzazione scolastica. Si sposò nel 1895 e dal matrimonio nacquero due figlie, Giulia e Beatrice.

Esperto uomo di diritto, giornalista e storico fecondo, la sua attività si svolse in varie direzioni. In campo giuridico-scolastico mise a punto, nel 1880, un manuale di legislazione scolastica, poi sistematizzato in alcuni testi pluriediti come Guida dei comuni, dei maestri e dei direttori didattici. Nuovo manuale scolastico di legislazione e di giurisprudenza sull’istruzione e amministrazione elementare (1885) e il Nuovo codice scolastico vigente. Leggi, decreti, regolamenti e circolari (1896).

Come giornalista l’A. collaborò a varie testate scolastiche (e non) e si distinse per le capacità organizzative e progettuali, che gli procurarono la ripetuta elezione a consigliere dell’Associazione nazionale della stampa. In particolare fu direttore della «Rivista della Pubblica Istruzione» (SPES, n. 949), rassegna quindicinale giuridico-didattica della legislazione e dell’amministrazione scolastica italiana uscita in due serie, la prima nel 1887 (poi confluita agli inizi del 1888 nel periodico milanese «Il Risveglio educativo», ivi, n. 910 di cui diresse in pratica la redazione romana) e la seconda nel 1911. Partecipò inoltre al dibattito scolastico di fine ‘800 con alcuni scritti sull’istruzione popolare (1882), sui seminari «in rapporto al nostro diritto scolastico» (1907) e su temi relativi all’educazione fisica (1907). Fu a lungo responsabile dell’apposita sezione ministeriale in questo ultimo ambito e promotore del 1908 della Federazione scolastica per l’educazione fisica.

Molteplici furono anche i suoi interessi storici espressi in un gran numero di saggi tra cui spiccano Giulia Gonzaga contessa di Fondi e il movimento religioso femminile nel secolo XVI (1896); Memorie storiche e statutarie di Fondi in Campania (1903), tutte riedite in epoca recente. Negli ultimi anni di vita tornò con vigore a propugnare l’ideale federativo europeista con l’opera I napoletani nel 1815. La prima guerra per l’unità d’Italia (1916) e per l’assetto federativo delle nazioni latine Arminio e Germanico. Pangermanesimo e panlatinismo (1917). L’A. morì a Roma il 15 giugno 1923.

Maria Chiara Mattesini
FONTE: http://dbe.editricebibliografica.it/cgi-bin/dbe/Scheda?62

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LIBRO NUOVO E INTATTO
RISTAMPA DELL’OTTOBRE DEL 1974
Ristampa dell’edizione di Firenze del 1904.
COPERTA IN MEZZA TELA, DORSO IN SIMIL PELLE,
PIATTI E COFANETTO IN CARTONE RIGIDO.© ATTIVITÀ BIBLIOGRAFICA EDITORIALE – NAPOLI

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