Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

STORIA DEL RISORGIMENTO e STORIA PARALLELA DI UNA BRIGANTESSA, MICHELINA DI CESARE

Posted by on Feb 21, 2021

STORIA DEL RISORGIMENTO e STORIA PARALLELA DI UNA BRIGANTESSA, MICHELINA DI CESARE

Il 160° Anniversario dell’Unità d’Italia è incastonato come pietra preziosa nella Storia del Risorgimento Italiano, ma, a mio avviso, parlare di Storia del Risorgimento omettendo il “fenomeno” del Brigantaggio,  ovvero “la ribellione di contadini, borbonici e clericali e non banditismo, come invece etichettato”, costituisce una grossa lacuna riguardo agli accaduti di quel periodo.

Il brigantaggio postunitario ha contribuito alla presa di coscienza sociale di quelle popolazioni aggredite e sottomesse da un  “altro tipo di governo”, quello piemontese – sabaudo.

Lungi dal voler fare una dissertazione sul tema, mi limiterò ad una breve biografia di una donna “brigante” che, nei libri di storia, non sarà mai definita eroina, ma che si è conquistata sul campo l’epiteto di “vera stratega” .

Ho scelto questa figura come tributo a Mignano di Montelungo, città gemellata da vecchia data con Legnano.  

 Di stirpe sidicina, “bella e impavida” , nata poverissima a Caspoli, frazione di  Mignano Monte Lungo , nella provincia di  Terra di Lavoro  (oggi Caserta) il 28 ottobre 1841, ebbe un’infanzia turbolenta. Insieme al fratello Michelina si rese protagonista sin da piccola di  furtarelli occasionali e furti di bestiame. Nel  1861  si sposa con Rocco Tanga, che muore l’anno seguente. Nel  1862  conosce  Francesco Guerra , un ex soldato borbonico, renitente alla leva indetta dal nuovo Stato, il quale si diede alla macchia aggregandosi alla banda di  Rafaniello fino a esserne capo. Nel 1861, Michelina diventò la “sua druda”  e poi lo seguì  in clandestinità. Certo è il ruolo di Michelina nella banda: essa  fu stretta collaboratrice del suo uomo e capobanda. Dunque: non solo Michelina De Cesare fece parte effettiva della banda, ma dalle armi che aveva si deduce che fu una dei suoi “capi riconosciuti”. La tattica di combattimento  utilizzata era tipicamente di guerriglia, con azioni effettuate da gruppuscoli  che, dopo aver effettuato l’attacco, si disperdevano per riunirsi in seguito in punti concordati. La banda di Michelina, talvolta singolarmente, talvolta con altre bande locali, operò per parecchi anni nel territorio  montuoso di Mignano e i paesi limitrofi, compiendo assalti, grassazioni, ruberie e sequestri. Le scorrerie continuarono anche dopo il  1865 , quando in molte altre zone del Sud il brigantaggio era stato fortemente ridimensionato. Nel 1868 fu inviato in quelle zone il generale  Emilio Pallavicini di Priola  con pieni poteri di repressione. Usò, al bisogno,  le ricompense per le delazioni e le spiate. Fu una spia , pare proprio il fratello della brigantessa, Giovanni, difatti, a far cadere la banda di Michelina  e il suo uomo in un agguato. I briganti furono fucilati ed i loro corpi furono denudati ed esposti al ludibrio della popolazione nella piazza centrale di Mignano. Michelina De Cesare, emula di altri personaggi del suo tempo,fece largo uso della  fotografia  per propaganda ideologica facendosi ritrarre come nella foto annessa. Fu per questa stessa ragione propagandistica  che le truppe sabaude, dopo averla  uccisa nello scontro a fuoco, la denudarono  e la  fotografarono insieme con i compagni. La donna, “’na bella ciuciara” appare  sfigurata, tumefatta, come se avesse subito percosse, tali da aver generato il sospetto che fosse morta seviziata e violentata. E’ così che il ” suo popolo” l’ha “ consegnata alla leggenda” 

Mariavittoria Riccio

Bibliografia       

  • Maurizio Restivo, Ritratti di Brigantesse, Manduria (TA), Piero Lacaita Editore, 1997 
  • Valentino Romano, Brigantesse,Napoli, Controcorrente Edizioni, 2007 
  • Giordano Bruno Guerri , Il sangue del Sud, Mondadori Editore , 2010

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