Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

Necrologi d’estate

Posted by on Ago 28, 2021

Necrologi d’estate

Da una dozzina d’anni vivo in un posto tra mare e campagna, nella fascia costiera tra Campania e Lazio, già Terra di Lavoro. Se oggi qui è possibile viverci, è solo grazie alla bonifica effettuata in gran parte durante il fascismo.

Per esempio, dove ora c’è Baia Domitia, località di villeggiatura conosciuta e frequentata, un tempo c’era il “pantano di Sessa”; una palude malarica in cui, come mi raccontano gli ultimi anziani, loro andavano a caccia di uccelli acquatici, le folaghe. Questo è un fatto, e “contra factum non est argumentum”, come dicevano i Romani.

Credo che a ciò si riferisse la proposta dell’On. Durigon di tornare ad intitolare il parco di Latina ad Arnaldo Mussolini. Una proposta sbagliata e discutibile quanto si vuole, ma nata da una botta di estiva imbecillità, e non certo da un progetto di ricostituzione del Partito Nazionale Fascista. Nata, sopratutto, da una evidente aspirazione al suicidio. Perché solo ad un aspirante suicida potrebbe venire oggi in mente, in Italia, una proposta del genere. A quel punto, se uno proprio vuole morire, tanto vale buttarsi giù dal Ponte Milvio, o guidare contromano in autostrada, bendati, di notte. Ora Durigon si è dimesso, e… parce sepulto. Che la terra gli sia lieve…

Un autore che aveva ricordato nei suoi libri l’opera di bonifica dell’agro pontino era stato Antonio Pennacchi, vincitore del Premio Strega con “Canale Mussolini”. Anche lui discendente dai coloni veneti trapiantati in questa zona durante il ventennio, ed anche lui, manco a farlo apposta, scomparso nei giorni scorsi. Definito all’unisono da tutti (Zingaretti, Franceschini, ecc.) un “intellettuale libero”. Nei necrologi, naturalmente. Perché prima era stato attaccato fino al linciaggio. Solo che Pennacchi, avendo due gonadi grandi come due aerostati, li ha sempre mandati elegantemente affanculo quelli che volevano lapidarlo. E loro si sono prontamente affrettati ad andarci.

Caravaggio è stato un grandissimo pittore; senza dubbio il mio preferito. Ma è stato pure un assassino. E viceversa. La storia non si può né cambiare, né cancellare.

Ripenso alla Presidente del Senato di qualche anno fa. Quella che voleva cancellare le scritte dai monumenti fascisti, se non abbatterli. Laica, per fortuna. Perché, fosse stata credente, credo che non si sarebbe astenuta dal proporre l’abbattimento del Colosseo, odioso teatro della persecuzione di tanti poveri martiri cristiani.

Ed avrebbe certamente trovato qualche ingegnere (pardon: ingegnera, come lei voleva che si dicesse) immediatamente pronta a metter mano alle ruspe.

Michele Scotto di Santolo

Fonte: michelescottodisantolo.wordpress.com

3 Comments

  1. Sempre a proposito di “Canale Mussolini” vorrei segnalare un altro libro che completa la conoscenza della zona: “Latina secondo Cencelli”, autore l’ing.Francesco D’Erme, deceduto qualche anno fa, che descrive in maniera dettagliata la bonifica che libero’ la zona dalle acque incanalandone verso il mare… un racconto di grande interesse che si legge come un romanzo pur essendo storia vera. caterina ossi

  2. Colonie di deserti africani! non si sfugge alla storia… e l’Italia sottomessa ai Savoia sotto il fascismo celebro’ la sua apoteosi e penso’ cosi’ di allargarsi…
    Pennacchi a Latina presento’ il suo “Canale Mussolini”..mi capito’ di esserci. Raccontava storia vera vissuta dalla sua famiglia… gia’! perche’ l’Italia unita significo’ per tutti soprattutto “emigrazione”! Veneti e Romagnoli erano abituati alla pianura, come quella che si andava prosciugando incanalando le acque che la devastavano verso il mare… Emigrazione di massa purche’ almeno due nella famiglia fossero abili al lavoro, in quella che fu la terra strappata alle acque e alla malaria con una enorme opera di bonifica. E’ stata l’alternativa alle Americhe, molto piu’ lontane, per tante famiglie dopo le tragedie della forzata unificazione e poi della prima guerra mondiale… E’ anche cosi’ che si porto’ alla fine tutti a marciare come burattini all’altare della Patria…”per commemorare” i caduti nelle tragedie che dovettero subire. E’ la retorica di governo… ma e’ il paravento sulla realta’. caterina ossi

  3. Sembra che la carriera sia legata al diploma “antifascista”, oltretutto autoreferenziale,anziché al nobile titolo di “competente”

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