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Le renne battono i parchi eolici. E le follie verdi Ue?

Posted by on Ott 20, 2021

Le renne battono i parchi eolici. E le follie verdi Ue?

Poiché due parchi eolici installati dal governo norvegese nella Norvegia occidentale danneggiavano gli allevatori Sami con la loro rumorosità e creavano seri danni alla salute e alle abitudini delle renne, la suprema Corte norvegese, rifacendosi all’artico 27 del trattato delle Nazioni Unite[1] del 16 dicembre 1966, ha confermato che «i membri delle minoranze etniche non possono essere privati del diritto di avere una vita culturale propria, di professare e praticare la propria religione, o di usare la propria lingua, in comune con gli altri membri del proprio gruppo».

Di conseguenza, l’allevamento tradizionale delle renne dei Sami essendo una forma di pratica culturale protetta e tradizionale non può essere danneggiato. Nel secolo scorso è stato proibito ai Sami della Norvegia di parlare la propria lingua. Nel 1999 la popolazione Sami ha ricevuto le scuse ufficiali del governo norvegese, e questo è indicativo.

Alle renne è consentito vivere in pace, lo ha deciso la Corte suprema norvegese che ha bloccato uno dei maggiori impianti eolici europei. L’Unione europea, intanto, gioisce per l’enorme debito accumulato, sulle nostre spalle, con il successo dei green bond da 135miliardi, ma le divisioni tra i Paesi e gli scontri con la Commissione si fanno sempre più pesanti. La Corte suprema norvegese, lunedì 11 ottobre, ha stabilito che due parchi eolici danneggiano gli allevatori di renne Sami e 151 turbine sono illegali; i giudici hanno dichiarato nulle le licenze rilasciate dal Governo per costruire e gestire le turbine, perché violano il Patto internazionale sui diritti civili e politici. […]

Non è immediatamente chiaro quali saranno le conseguenze della sentenza, ma gli avvocati dei pastori hanno chiesto che le 151 turbine sulla penisola di Fosen vengano abbattute. Fosen Vind è un complesso di sei parchi eolici onshore (sulla terraferma) in Norvegia, commissionato nel 2018-20. Con una capacità nominale di un gigawatt, il progetto è il secondo parco eolico onshore più grande d’Europa e con la sua produzione ha più che raddoppiato la capacità di generazione di energia eolica della Norvegia. Un danno non da poco per la produzione “green” della Norvegia. “La loro costruzione è stata dichiarata illegale e sarebbe illegale continuare a farle funzionare”, ha detto Andreas Bronner, che rappresenta un gruppo di pastori che hanno denunciato i danni subiti da uno dei due parchi eolici. Ole Berthelsen, un portavoce del Ministero norvegese per il petrolio e l’energia, ha preso tempo e anticipato che, a suo parere, il “verdetto della Corte suprema crea la necessità di chiarire la situazione” e il Governo valuterà il da farsi.

(continua > https://lanuovabq.it/it/pdf/le-renne-battono-i-parchi-eolici-e-le-follie-verdi-ue)

Ha scritto Luca Volonté:


[1] Art. 1, comma 1 – Ciascuno degli Stati parti del presente Patto si impegna a rispettare ed a garantire a tutti gli individui che si trovino sul suo territorio e siano sottoposti alla sua giurisdizione i diritti riconosciuti nel presente Patto, senza distinzione alcuna, sia essa fondata sulla razza, il colore, il sesso, la lingua, la religione, l’opinione politica o qualsiasi altra opinione, l’origine nazionale o sociale, la condizione economica, la nascita o qualsiasi altra condizione. Art. 27 – In quegli Stati, nei quali esistono minoranze etniche, religiose, o linguistiche, gli individui appartenenti a tali minoranze non possono essere privati del diritto di avere una vita culturale propria, di professare e praticare la propria religione, o di usare la propria lingua, in comune con gli altri membri del proprio gruppo.

segnalato da Vincenzo Giannone

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