Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

Ruffo di Scilla , 1146 – sec. XX  con docc. in copia dal sec. XII

Posted by on Mag 15, 2022

Ruffo di Scilla , 1146 – sec. XX  con docc. in copia dal sec. XII

ambiti e contenuto

L’archivio Ruffo di Scilla fu affidato il 22 aprile 1947 da Luigi Ruffo, conte di Guardialombarda, al conte Riccardo Filangieri di Candida, affinché fosse depositato e custodito presso l’Archivio di Stato di Napoli. L’archivio era conservato nel villino Ruffo a Napoli, in via Crispi, requisito e occupato nel 1942 dalla Marina americana.

Il materiale documentario, trasportato in scantinati, subì rilevanti danni a causa dell’umidità e pervenne all’Archivio di Stato di Napoli privo di ordinamento e di inventariazione. Una sua prima sistemazione, con relativo restauro dei documenti maggiormente danneggiati, fu operata da Egildo Gentile e da Domenico Rodia, sotto la guida del conte Riccardo Filangieri. Successivamente, Renata Orefice fu incaricata dell’ordinamento e dell’inventariazione dell’intero complesso documentario; malgrado il suo stato frammentario e lacunoso, la Orefice riuscì a ricostituire l’ordine originario delle serie. Si sottolinea che gli atti più antichi del fondo, andati perduti, dovevano risalire al periodo normanno, in base ad alcune istruzioni contenenti notizie relative alla consistenza dell’archivio Ruffo di Scilla e alle modalità di conservazione delle scritture. Le evidenti lacune sono state riscontrate soprattutto nel fondo pergamenaceo dell’archivio. Questo, conservato in 713 unità (buste e volumi), si divide in carte e pergamene. Le carte, che si riferiscono soprattutto ai conti di Catanzaro e ai conti di Sinopoli, da cui discesero i Ruffo principi di Scilla, sono principalmente di natura feudale e patrimoniale per i beni siti in Calabria, in Terra di Lavoro, in Principato Citra e in Napoli. Esse si articolano in otto parti:
I) “Cartulari”: si tratta di quattro volumi contenenti trascrizioni di privilegi, di bolle e di istrumenti, dal 1247 al 1599;
II) “Famiglia”, articolata a sua volta in a)Genealogie; b) Capitoli matrimoniali; c) Testamenti; d) Onorificenze e privilegi; e) Varie. Tra i privilegi si segnala quello di re Ruggero scritto in greco, con traduzione latina a margine, datato 1146, con il quale si concedono a Gervasio Ruffo le terre di “Minzillicar e Chabucas” site nel territorio di Sciacca. Questo privilegio rappresenta il documento più antico dell’archivio Ruffo di Scilla.
III) “Patrimonio”, articolata a sua volta in: a) Platee; b) Acquisti, vendite e donazioni; c) Questioni feudali ed ereditarie; d) Soggiogazioni; e) Gabelle e arrendamenti; f) Censi. Si segnala la platea di Sinopoli del 1335, copia dell’originale greco del 1207: si tratta di un codice di 128 fogli in gotico con rubriche e lettere iniziali miniate. Si annoverano anche scritture relative al feudo di Palazzolo. carte di successione per l’eredità Tovar; atti giudiziari per la lite con i duchi di Noja e scritture relative al feudo di Crispano; eredità Di Gennaro e scritture relative al feudo di Nicotera; vi sono anche carte per questioni ereditarie tra i principi di Scilla e i duchi di Atri, questioni con i Pignatelli duchi di Monteleone; scritture relative all’eredità Bagnara; all’eredità delli Franci; eredità Sicignano; eredità San Cataldo; eredità Caffarelli. Infine si segnalano scritture realtive ai feudi di Scirò, di Giurfo, di Raguleti, di Mangolaviti, di San Giovanni, di Marineo, di Donnina, dell’Alia. di Bombiscuro.
IV) “Contabilità”, contenente libri mastri, conti, volumi di cautele e “partite di tavole” dal 1594 al 1878;
V) “Zolfare”, comprendente carte relative all’amministrazione delle zolfare di proprietà Ruffo: Gabarra, Apaforte e Salusia;
VI) “Corrispondenza”, articolata a sua volta in: a) corrispondenza di famiglia (lettere per questioni ereditarie); b) corrispondenza del conte di Sinopoli, comandante del 3° Dipartimento del Cordone del Mare; c) corrispondenza di amministrazione, comprendente i registri della corrispondenza tenuta con gli amministratori dei diversi feudi;
VII) “Affari ecclesiastici”. Si segnalano alcuni volumi di copie di privilegi per la badia si Santa Maria d’Altilia datati a partire dal 1220; scritture relative a benefici ecclesiastici e diritti di patronato; carte relative alla fondazione del Monastero di San Giuseppe dei Ruffi; brevi e indulti;
VIII) “Inventari e Rubriche”.
IX) “Varie”: fotografie di quadri e di stampe appartenenti alla famiglia e un inno a stampa dedicato a Luigi Ruffo, vescovo di Chieti.
Si segnala che documenti ottocenteschi relativi ai Ruffo si conservano anche nei fasci 353 e 354 dell’Archivio Borbone.
La seconda parte dell’archivio Ruffo di Scilla è costituita da 53 pergamene datate tra il 1276 e il 1806, per le quali esistono i regesti e un elenco cronologico.

fonte

http://patrimonio.archiviodistatonapoli.it/asna-web/scheda/complessi-documentari-anagrafe-degli-archivi/IT-ASNA-00032892/Ruffo-di-Scilla-1146-sec-XX-.html

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