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Esoterismo nella Massoneria inglese in Asia (UGLE-DGLEA)

Posted by on Ago 27, 2022

Esoterismo nella Massoneria inglese in Asia (UGLE-DGLEA)

“The Pentagram” è la rivista della Gran Loggia Distrettuale dell’Arcipelago Sud-Est Asiatico (“District Grand Lodge of Eastern Archipelago”, sigla: DGLEA) che è all’obbedienza della Massoneria regolare inglese (“English Constitution”, sigla: E.C.) ovvero la “United Grand Lodge of England” (UGLE). Il website della UGLE spiega che una «District Grand Lodge» è l’equivalente d’oltreoceano («the overseas equivalent») di una «Provincial Grand Lodge» ed è guidata da un «District Grand Master» (vedi qui) dipendente dalla UGLE. 

Almeno fino al secolo scorso (sec. XX) la sede della DGLEA e di “The Pentagram” era a Singapore. Attualmente è in Malesia, a Kuala Lumpur. Per una breve storia della DGLEA vedi qui.  

Sono riuscito a consultare alcuni articoli di “The Pentagram” del periodo 1909-1984/2004, da cui emerge una cultura esoterica e gnostica presente anche nella Massoneria regolare inglese (UGLE) dell’Arcipelago Sud-Est Asiatico.  

Su The Pentagram”, N° 2, 15 settembre 1909, c’è un “Curriculum for the Masonic Student” (p. 12) a cura di un massone che si firma “Z3”. Questi propone uno studio sulla Massoneria in 4 tappe. Dopo l’aspetto giuridico, storico e simbolico, nella 4a ed ultima tappa Z3 suggerisce lo studio dell’aspetto esoterico della Massoneria («its esoteric side»: p. 12), in particolare gli scritti dei massoni americani Albert Gallatin Mackey (“The Symbolism of Freemasonry”) e J.D. Buck (“Mystic Masonry”), e dei massoni inglesi, della UGLE, John Yarker (“The Arcane Schools”) e Arthur Edward Waite (sul quale ho scritto qui). 

Ancora su “The Pentagram” del 15 settembre 1909, nella rubrica “Review” (cf. pp. 16-18) il massone Z3 recensisce l’opera di Henri Delacroix Etudes d’Histoire et de Psychologie du Mysticisme.  Les Grands Mystiques Chretiens (Paris, 1908).  Z3 afferma che c’è una connessione tra Massoneria e Misticismo («an intimate connexion», «Freemasonry and Mysticism»). La Grande Opera («The Great Work») cui aspira ogni mistico è la deificazione del Sé («the deification of his Self») come negli Antichi Misteri (cf. p. 16).  Z3 fa capire che anche i Massoni, qualunque sia la loro religione, sono impegnati nella ricerca mistica, l’unione con Dio (cf. pp. 17-18).

In effetti, nelle Costituzioni della UGLE, tra i doveri («the Antients Charges and Regulations») di un nuovo Maestro Venerabile di Loggia («Master Elect») c’è, al N. 9 quello di    propagare la conoscenza dell’Arte Mistica: «to propagate the knowledge of the Mystic Art» (UGLE, Constitutions, London 1908, p. vii). Dunque la Massoneria UGLE vede se stessa come Arte Mistica o custode dell’Arte Mistica.

Su “The Pentagram”, N° 2, 24 giugno 1913, nella relazione “Lights” (pp. 27-30), un già Maestro Venerabile che si firma “A Tasmanian P.M.” (P.M. : sigla di “Past Master”, già Maestro Venerabile)  scrive sulle Tre Luci minori della Massoneria: il Sole, la Luna e il Maestro di Loggia.  Nell’antichità l’uomo dava culto al Sole a cui era collegato il culto fallico («Phallic worship») che all’inizio – secondo l’anonimo massone – non era degenerato ma era inteso come culto alla potenza generante rappresentata dal Sole, in India, Egitto, Messico, Grecia, Roma, ecc. (cf. p. 27).

Dunque quel “Past Master” si mostra indulgente verso il «Phallic worship» attribuendo ai primordi di quel culto una certa di “purezza” di intenzione… 

L’autore dell’articolo spiega che il culto fallico si è espresso anche nell’uso simbolico di torri, ad esempio la Torre di Babele, piramidi, obelischi, fuoco… Tutti simboli di fertilità, dunque del Creatore («the Great Creator», «Phallic monuments») e ciò anche in Europa, Asia… Il Fuoco è simbolo di Luce e di Dio… I Massoni si reputano figli della Luce (cf. p. 28).

Il Sole è inteso come principio maschile, la Luna come principio femminile (cf. p. 29).

La terza delle Tre Luci minori di Loggia è il Maestro Venerabile, accanto al Sole e alla Luna (cf. p. 30). Ed è solo il Maestro Venerabile («the W.M.», «the Master») che al Terzo Grado di Maestro Massone («the Third Degree») può sollevare il candidato da una morte simbolica («from a figurative death»: p. 30). Il Maestro Venerabile simboleggia Dio («the Ruler of the Grand Lodge above»: p. 30). 

Però l’autore non precisa che il Maestro Venerabile impersona anche l’assassino di Hiram, dunque il Male, la Morte o il “Re dei terrori”…

Su “The Pentagram”, Vol. X, giugno 1920 – maggio 1921 c’è la relazione “Some Notes on the Third Degree” (pp. 27-42) del massone W.Bro. F. W. Bourne il quale osserva che la Leggenda del Terzo Grado di Maestro Massone (nel racconto: morte di Hiram Abiff; nel rituale: morte simbolica del candidato che lo impersona) non dev’essere interpretata in senso storico letterale ma in senso mistico («some mystical interpretation»: pp. 35-37). Bourne concorda con il massone americano Bro. Albert Mackey secondo cui il contenuto della Leggenda del Terzo Grado è attinto dagli Antichi Misteri pagani («I think we can agree with Bro. Mackey that the idea of the legend was undoubtedly borrowed from the Ancient Mysteries […]»: p. 38).

Ancora su “The Pentagram”, giugno 1920 – maggio 1921, nella relazione “Masonic History and Symbolism. Part 2. Symbolism” (pp. 62-75), il massone W.Bro. A. J. Shelley-Thompson («P. Prov. G.W. Cheshire») ammette influssi e contenuti esoterici nella Massoneria («the Cabbala», «Hermes», «Neo Platonist Theurgy», «astrology», «alchemy», «Rosicrucian adepts»: cf. p. 64) ed elogia il massone americano Albert Pike («a great masonic student»: p. 64).   Inoltre, Shelley-Thompson vede nei cerimoniali massonici tracce di riti mistici, astrologici e persino di fallicismo («Traces of mystic rites – […] astrological.  The ancient tests of fire, faith and fortitude and distinct traces of phallicism are to be found in our Masonic ceremonials»: p. 75).

Su “The Pentagram”, Vol. XXI, 1931, nella rubrica “Lodges of Masonic Research” (p. 117) viene suggerito ai massoni di aderire a Logge o associazioni massoniche inglesi di studi sulla Massoneria, tra cui “The Masonic Study Society” fondata a Londra nel 1921. È una società riservata a Maestri Massoni UGLE o in amicizia con la UGLE, che studia l’aspetto simbolico, antropologico ed esoterico della Massoneria.  L’invito a far parte della “The Masonic Study Society” è anche in “The Pentagram”, Vol. XXIV, 1934 (p. 145) e Vol. XXIX, 1939 (p. 204).

Su “The Pentagram”, Vol. XXI, 1931, vengono segnalate due relazioni, “The Deeper Symbolism of Freemasonry” e “Further Notes on Craft Symbolism”, lette dinanzi alla Loggia “Negri Sembilan” (Malesia, DGLEA). Entrambe consistono in estratti dal libro “The Meaning of Freemasonry”, di Walter Leslie Wilmshurst («Wilmshurst’s well known book, “The Meaning of Freemasonry”»: p. 128).  Wilmshurst (1867-1939), Maestro Massone UGLE, ha illustrato e difeso l’aspetto esoterico della Massoneria inglese. 

Su “The Pentagram”, Vol. XXIV, 1934, W.Bro J. Stone, Maestro Venerabile della Loggia “St. George No. 1152”, presenta gli Strumenti Muratori («Working Tools») di un Maestro Massone: sono il Sisaro (Skirret), la Matita (Pencil) e il Compasso (Compasses).  W.Bro. Stone collega il Sisaro al Caduceo di Ermete/Mercurio («Caduceus, the rod which was carried by Mercury») e la Matita al dio egiziano Toth («the Egyptian divinity, Thoth, the Ibis-headed Lord of Wisdom») che registrava le buone opere compiute in vita (cf. p. 99).

Su “The Pentagram”, Vol. XXIV, 1934, nella relazione “Freemasonry and the Ancient Mysteries” (pp. 174-178) il massone Bro. C. D. Quarmby, elogia l’opera di Walter Leslie Wilmshurst (cf. p. 174). 

Secondo Quarmby in tutte le religioni ci sono elementi comuni (credenze, dottrine, pratiche), ad esempio la Caduta dell’Uomo, che non è una trasgressione individuale bensì una debolezza collettiva della razza di Adamo… Alla Caduta segue una restaurazione (cf. p. 174) e Quarmby fa capire che il metodo di rigenerazione o restaurazione («its restoration») proviene dagli Dèi o Guardiani della razza umana («those “Gods” or guardians of an erring race»). Tale metodo («the regenerative method») è chiamato in Massoneria («in Masonry») “scienza celeste” («“heavenly science”»), “arte reale” («Royal Art»: cf. pp. 174-175).

Secondo Qarmby è dai guardiani spirituali dell’uomo primordiale che proviene questa Scienza che restaura il Tempio dell’Umanità decaduta e che è la vera Religione. Questa è la Luce di un Maestro Massone e la Massoneria è tra i testimoni degli Antichi Misteri: «To the spiritual guardians of primitive man, we must surely attribute the communication of that Science of rebuilding the fallen temple of humanity; that Religion (re-lingare) or binding back.  […]. This light like that of a Master Mason has never been wholly extinguished; and the system of Masonry is among the witnesses of the Ancient Wisdom and Mysteries» (p. 175).

La Massoneria prosegue il metodo di insegnamento degli Antichi Misteri di India, Egitto, Grecia, ecc. (cf. pp. 175-177). I Tre Gradi («the Craft degrees») della Massoneria contengono due miti: il Tempio di Salomone e Hiram Abiff. Il Tempio è simbolo dell’organismo umano e i 3 costruttori/architetti del Tempio (Re Salomone, Hiram re di Tiro, Hiram Abiff) sono l’Energia Divina nei suoi tre componenti di Sapienza-Forza-Bellezza (cf. p. 177).

Su “The Pentagram”, Vol. XXVIII, 1938, nella relazione “Egyptian Eschatology, the Pyramid of Gizeh, and the Origin of Freemasonry” (pp. 170-176), il massone Bro. O.O. Bill, sottolinea punti di somiglianza tra iniziazione egiziana e iniziazione massonica.  Bill nota la presenza in Massoneria di elementi o simboli già dell’Antico Egitto: la Squadra quale strumento del dio giudice Osiride, le 2 colonne all’ingresso del Tempio, il punto nel cerchio, il segreto iniziatico, la catena o corda al collo dell’iniziando, il passaggio iniziatico dalle tenebre alla luce della conoscenza, le circumambulazioni nel Tempio/Loggia, le minacce al candidato in caso di tradimento del giuramento iniziatico (taglio della gola, strappo del cuore…), il Tempio quale unione di Cielo e Terra (cf. pp. 173-174).

Bro. Bill fa capire che la Massoneria, insistendo sulla credenza nell’Essere Supremo, è più vicina alla dottrina dell’Antico Egitto che a quella della Chiesa di Roma.  Bro. Bill lascia intendere che i riti della Massoneria derivano da quelli degli antichi Egiziani (cf. p. 175).   

Su “The Pentagram”, Vol. XXX, 1940,  nella relazione “Freemasonry in a changing world” (pp. 175-178) il massone «Worshipful Brother H. R. Cheeseman, D.G. Chaplain» cita e condivide alcuni brani del libro di Bro. John Sebastian Marlow Ward (1885-1949) “The Master Mason’s Book”, in cui Ward (Maestro Massone UGLE, cofondatore della “The Masonic Study Society”) parla della scintilla divina che è in noi («the Divine Spark in man»: p. 178). Secondo Ward (e Cheeseman) la Massoneria non è solo un sistema di moralità velato in allegoria e illustrato da simboli, ma è una ricerca mistica, quella dell’unione con Dio («the Mystic Quest, the craving of the soul to comprehend the nature of God and to achieve union with Him»: p. 178).    

Tuttavia, come ben sappiamo, tale “mistica” è esoterica, gnostica, al di là di dogmi…

Su “The Pentagram”, Vol. XXXIV, 1949,  nella relazione “Legend or History – Which?” (pp. 40-44), C.L. Edwards afferma che in Loggia i massoni di tutte le razze e religioni venerano un Creatore che non è Dio, né Budda, né Allah né Brahma né Jehovah ma è anche ciascuno di questi e tutti insieme : «On the floor of the Lodge men of all races and Creeds are able to meet on common ground and make their devotions to a creator who is neither God, nor Buddha nor Allah nor Brahma nor Jehovah, but who is yet, each and all of these» (p. 43). 

Su “The Pentagram”, Vol. XXXVII, giugno 1952, c’è l’elenco dei libri della Libreria Massonica di Singapore al marzo 1952 (pp. 108-112). Tra i libri, da cui emerge la dimensione esoterica e iniziatica della Massoneria, ci sono anche 2 copie del libro di W.L. Wilmshurst, “Masonic Initiation” e ben 4 copie del libro di W.L. Wilmhurst, “The Meaning of Masonry” (2 copie dell’edizione del 1922, 1 copia dell’edizione del 1947, 1 copia dell’edizione del 1951).

Su “The Pentagram”, Vol. XLX, giugno 1984,  è pubblicata una relazione del 1964, “Alchemy and Freemasonry” (pp. 48-57) del massone W.Bro. H. McMullen, B.Sc., «PM 7533», il quale dà all’Alchimia («The art or science of Alchemy») la stessa definizione che la Massoneria inglese dà di se stessa: “un peculiare sistema di moralità velato in allegoria e illustrato da simboli”. In effetti McMullen è convinto del pesante influsso («tremendous influence») che l’Alchimia ha esercitato sulla Massoneria specialmente al tempo della sua formazione nei secoli XVII-XVIII (cf. pp. 48, 55).

Bro. McMullen descrive una breve storia dell’Alchimia, dall’antichità precristiana fino al sorgere del Rosacrocianesimo che si dedica appunto all’Alchimia speculativa (cf. p. 54).

Bro. McMullen ammette un certo ascendente alchemico-rosacrociano sulla Massoneria del XVII-XVIII secolo e sostiene che alchimisti o Rosacrociani avevano un sistema di credenze che non confliggeva affatto con i princìpi della Massoneria, anzi quegli uomini hanno arricchito il patrimonio rituale e simbolico della Massoneria (cf. p. 55). Il 1° e il 2° grado massonico sono basati principalmente sull’arte muratoria (cf. p. 55).  Secondo McMullen è sotto l’influenza degli Alchimisti («the alchemists») o Rosacrociani che si sono formati il 3° grado di Maestro e il Royal Arch (cf. p. 56).

McMullen osserva che in Massoneria troviamo simboli degli antichi alchimisti (p. 56): il punto nel cerchio, il Sole, i triangoli che indicano 4 Elementi Terra Acqua Aria Fuoco (così nel Royal Arch), i numeri 3-5-7, il serpente che si morde la coda, la triplice tau, segni zodiacali (cf. p. 57).

Su “The Pentagram”, Vol. LIII, dicembre 2004, nell’articolo “The Word” (pp. 133-136) il massone «E.Comp. Ronald Ng, Principal ‘J’ – St. George Royal Arch Chapter No. 1152 UGLE» spiega che dopo gli Anni Ottanta («after the 1980s»), la Parola Sacra («the Word») rivelata ai massoni elevati al “Royal Arch” secondo «the English Constitution» (UGLE), è «JHVH» (il Nome di Dio, il Tetragramma ebraico).  Il massone Ng racconta di aver scoperto che nel Royal Arch della «Irish Constitution» la Parola Sacra è «Jahbulon», mentre nel Royal Arch «Scottish Constitution» è sia «JHVH» che «Jabulon».  Ronald Ng ha scoperto che prima degli Anni Ottanta anche per i massoni inglesi del Royal Arch, la Parola era «Jahbulon».  Da lungo tempo vari antimassoni accusano i massoni degli Alti Gradi di venerare il Diavolo. Nel 1983 il giornalista Stephen Knight (1951-1985), nel suo libro antimassonico “The Brotherhood”, rivela che la Parola Sacra del Royal Arch, ossia «Jahbulon», è formata dai nomi di tre divinità: «Jehovah» («JAH»), «Baal» («BUL») e «Osiris» («ON»). Dopo quel libro il Royal Arch della UGLE ha cancellato «Jahbulon», invece la Massoneria irlandese l’ha mantenuto (cf. p. 133).

Secondo Ng non c’è nessuna prova che «JABULON» significhi «Jehovah plus Baal plus Osiris» (p. 133). Le tre sillabe «Jah-Bul-On» non indicherebbero 3 divinità, ma sarebbero la spiegazione della Parola «JHVH» e deriverebbero dalle iniziali ebraica, caldaica, assira o egiziana del Nome di Dio (cf. pp. 133-134).

Secondo Ng, «BUL» non è solo il nome della divinità fenicia (Baal, appunto), ma è, nella Bibbia, una parola che in ebraico si traduce con “maestro, signore” e viene usata anche per chiamare il Dio degli Ebrei (cf. p. 134).  Più avanti Ng afferma che in ogni religione il Divino trascende parole, pensieri, logica (cf. p. 136).  

L’articolo apologetico di Ng non mi sembra convincente.  Un massone è libero di intendere o chiamare il Grande Architetto dell’Universo anche con i nomi di Baal, Osiride, ecc. Inoltre, JAHBULON fa oggettivamente riferimento ad almeno 2 divinità (ebraica e fenicia)…

In effetti ho scoperto che la Parola Sacra del Royal Arch ha destato perplessità un secolo prima negli USA, proprio tra gli stessi massoni Royal Arch.  Negli atti della “Twenty-Fourth Grand Annual Convocation of the Grand Royal Chapter of the State of Mississippi”, 18-19 gennaio 1872,  è sintetizzato l’intervento del massone «G.·.H.·. Priest» Alfred F. Chapman a nome del Grand Royal Arch Chapter dello stato del Massachussets  (p. 43). Chapman riferisce che nell’Assemblea Royal Arch di Baltimora del 1871 si è detto che era un errore chiamare Dio col nome Jah-Bel(Baal/Bul)-On, poiché se «Jah» indica il Dio degli Ebrei, «Baal» o «Bel» indica il Diavolo («the Devil») e «On» indica una città dell’Egitto. Invece Chapman difende Jah-Bel-On: esso non sarebbe altro che il Nome di Dio in lingue diverse (babilonese, assira, fenicia, egiziana…). Chapman ammette che «Bel» corrisponde a «Baal» (cf. p. 43). Insomma, l’apologia massonica del nome Jahbulon non è sufficiente ad allontanare sospetti di Esoterismo e Gnosi dalla Massoneria anglofona del “Royal Arch”.

fonte

Esoterismo nella Massoneria inglese in Asia (UGLE-DGLEA) – di Padre Paolo M. Siano | Corrispondenza romana

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