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LA SOLUZIONE FINALE (Nascita di una colonia mentale)

Posted by on Nov 28, 2022

LA SOLUZIONE FINALE (Nascita di una colonia mentale)

Il 27 novembre 1872, dunque centocinquanta anni or sono, l’Ambasciatore d’Italia in Olanda, Bertinatti, ha un movimentato incontro con il locale Ministro per le Colonie, Van de Putte, di cui egli stesso riferisce al Ministro degli Esteri, Visconti Venosta, in una lettera inviata da L’Aja il giorno seguente: “Ebbi ieri una vivacissima discussione, benché nei termini i più cortesi, col signor Fransen Van de Putte, Ministro delle Colonie”.

Qual era il motivo di tale agitazione? L’Olanda lamentava le manovre dell’Italia in Estremo Oriente per acquisire un territorio nel Borneo – nei pressi dei possedimenti olandesi- da destinare a campo di deportazione, principalmente per risolvere in via definitiva il problema del cosiddetto brigantaggio, cioè di coloro che – dopo oltre dieci anni – ancora resistevano all’annessione. I Paesi Bassi vedevano nel progetto un attentato alla sicurezza e alla pace dei propri domini nell’area “essendo impossibile impedire che, di tanto in tanto, ci fossero evasioni di deportati” (Lettera di Visconti Venosta all’Ambasciatore a Londra Cadorna, 20 dicembre 1872).

L’idea di una soluzione finale non era nuova e, per quanto riguardava il Borneo, sarebbe stato praticamente necessario il consenso di Inghilterra e Olanda. Scrive il Ministro Visconti Venosta al Console a Singapore, Festa, il 3 marzo 1873: “Come Ella saprà, gli sguardi nostri si erano da ultimo rivolti su alcune isole al Nord del Borneo, e su un territorio al nord-ovest di quel continente, che i rapporti del Commendatore Racchia designavano appropriati allo scopo e che il Sultano di Bruni attuale possessore sarebbe stato disposto a cedere all’Italia; si sperava inoltre che l’Inghilterra e l’Olanda padrone di altri territori in quelle regioni non avrebbero fatto opposizione allo stabilimento progettato. Non è mestieri che io segnali a V. S. come questa ultima circostanza fosse essenziale per noi. Egli è infatti evidente che, date le condizioni attuali, una colonia nascente in paesi così lontani ed inospitali non solo non potrebbe solidamente attecchire a dispetto dei più importanti vicini, ma neppure quasi il potrebbe senza il loro concorso volonteroso”.

Il consenso di Inghilterra e Olanda non arrivò mai, anzi il progetto fu osteggiato persino dalla Regina Sofia d’Olanda in persona, come riferisce Bertinatti a Visconti Venosta in una lettera del 22 dicembre 1872.

Davanti alle resistenze dei due Paesi, apparve chiaro che la soluzione finale dovesse essere un’altra.

A mio avviso, la si trovò così: anziché portare i meridionali nel Borneo, portare il Borneo nei meridionali. Creare, cioè, una situazione di deportazione psicologica, un’alienazione attraverso la paura di essere se stessi perché troppo incapaci, troppo cattivi, troppo inferiori. Il progetto di colonizzazione mentale di massa sostituì quello di deportazione di massa (che non fu del tutto abbandonato grazie all’emigrazione per motivi di lavoro).

Tre elementi coevi e concorrenti aprono all’ipotesi che fu quella l’epoca della piena maturazione del disegno al ribasso per il Meridione (che non riguardò invece la Romagna, ex Stato Pontificio, che pure viene citata nella corrispondenza diplomatica):

1) il fallimento del progetto di colonia penitenziaria oltremare nel 1873;

2) lo sviluppo del pensiero lombrosiano (nel 1876 fu pubblicata la prima edizione del libro “L’uomo delinquente”);

3) l’organizzazione di attività formative per il personale scolastico sull’uso della storia come strumento di propaganda (le “Conferenze pedagogiche” organizzate a partire dal 1876).

Questa nuova soluzione finale funzionò.

E poiché il processo di colonizzazione mentale è ancora vivo ed operante, il lavoro educativo e informativo – sviluppato su verità, identità, cittadinanza attiva – è oggi fondamentale per le nostre comunità.

Antonio Lombardi

1 Comment

  1. Idea demenziale… strana coincidenza o idea fissa che di quelle stesse zone sessant’anni dopo l’Italia menava vanto di averne fatto delle colonie!… caterina

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