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Prime risoluzioni del Governo Provvisorio della Serenissima Repubblica di Genova

Posted by on Feb 4, 2023

Prime risoluzioni del Governo Provvisorio della Serenissima Repubblica di Genova

Alli 27 di Aprile (1814, ndr) il Presidente (Girolamo Serra, ndr) convocò il nuovo Governo nel pubblico palagio (Palazzo Ducale, ndr), in una delle stanze assegnate agli antichi Dogi; il discorso d’ingresso fu breve, molte le risoluzioni.

Si rendessero all’ Altissimo grazie della ripristinata Repubblica, e s’implorassero i lumi necessari a reggerla e governarla sapientemente; il che fu eseguito la seguente domenica nella chiesa metropolitana pontificando con visibile ardore il Cardinale Arcivescovo Spina, e intonando esso stesso dopo il Divin Sacrificio le care parole da lunghi anni intermesse: Orate pro Republica nostra!

Il Governo fosse distinto a norma delle antiche leggi in due Corpi o Collegj, il primo de’ Governatori ossia il Senato, e il secondo de’ Procuratori ossia la Camera, per discutere uniti le materie politiche, separati le cose spettanti a’ ricorsi de’ privati il primo, e l’amministrazione delle rendite pubbliche il secondo. Perciò le leggi e i decreti del Governo avessero l’antica intitolazione nella vacanza della dignità Ducale, Governatori e Procuratori della Serenissima Repubblica di Genova. Il Presidente gli autenticasse sottoscrivendoli.

Sulla gran torre reale, sulle porte della città, sui baloardi delle fortezze, su i militari vessilli e i legni marittimi si rinnovassero l’arme di Genova, cioè croce rossa in campo bianco.

Tratto da Girolamo Serra, Memorie per la storia di Genova dagli ultimi anni del secolo XVIII alla fine dell’anno 1814, a cura di Pietro Nurra, in «Atti della Società Ligure di Storia Patria», LVIII (1930), pp. 138-139.

Manifesto del Governo Provvisorio
della Serenissima Repubblica di Genova

Gli avvenimenti, de’ quali siamo stati testimonii, e l’insperato successo che oggi li compie, impongono al Governo il dovere di affrettarsi a far manifesti i sensi suoi non meno, che dell’intera Nazione Genovese.

Scampati per evidente protezione Divina da gravissimi pericoli, e restituiti, mercé la magnanimità del Governo Britannico, al nostro nome, alla Patria, a noi stessi, un solo unanime sentimento abbiamo tutti in cuore, quello della più giusta insieme e più viva riconoscenza. Grazie sieno adunque al Governo generoso, che preferisce con nuovo modo di trionfo alla gloria delle conquiste quella più solida della felicità dei Popoli: e grazie al Capo illustre, che degnamente lo rappresenta fra noi, e a cui si deve tanta parte di così gran benefizio. Popolo essenzialmente industrioso e commerciante, fummo noi sempre legati da naturali vincoli di amicizia coll’inclita Nazione Inglese; e se poi anzi non ci era permesso di palesarli, è ora ben dolce il poterli proclamare altamente.

Ma per assicurarci il potente appoggio di S. M. Britannica, per meritarsi la benevolenza delle alte Potenze alleate, che annunziano all’Europa il nobile disegno di ricomporre, qual era, l’antico suo edifizio sociale, sono ora più che mai necessarie, la tranquillità, l’unione, il concorde volere de’ cittadini. Chi mai potrebbe essere così dimentico de’ proprii doveri e de’ proprii interessi, così nemico a se stesso ed a suoi, che volesse, con inopportuna diffidenza, compromettere quanto v’ha di più prezioso, la sperata indipendenza della Repubblica? Chi mai potrebbe, dopo sì tristo esperimento della dominazione straniera, non desiderare di vivere e morire in seno di una libera Patria? Governati da Leggi, che per quasi tre secoli resero felici i Padri nostri, modificate soltanto a pubblico vantaggio e a generale soddisfazione, noi siamo, quali le Potenze tutte d’Europa ci hanno in ogni tempo conosciuti, e quali lo richiede il voto della Nazione.

A compiere questo voto saranno costantemente diretti i pensieri del Governo, cui è affidato l’onorevole incarico di reggere, in questi primi e più gravi momenti, la Repubblica. Il secondarlo con illimitata fiducia, nelle sue rette intenzioni, a voi si appartiene. Abitanti di Genova, che nella ristorazione della Patria avete il prezzo sicuro di un miglior avvenire; e a voi del pari Abitanti tutti del restante Territorio, che ricongiunti all’antica famiglia, chiamati a parte delle cure pubbliche, scorgete pur una volta riuniti e confusi i vostri particolari interessi in un solo interesse comune. Potremmo così sperare che a giorni di servitù e di travaglio succedano ormai, se la Provvidenza lo conceda, giorni di risorgimento e di prosperità.

Palazzo del Governo, 28 Aprile 1814

Il Presidente
GIROLAMO SERRA

fonte

http://www.francobampi.it/liguria/vienna/manifesto_governo.htm

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