Alta Terra di Lavoro

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LA PRIGIONE DI FENESTRELLE

Posted by on Giu 28, 2023

LA PRIGIONE DI FENESTRELLE

Da Memorie Storiche del Ministero de’due viaggi in Francia e della prigionia nel forte di San Carlo in Fenestrelle, di B. Pacca, terza edizione, tomo I, Pesaro 1830

«La condanna alle Fenestrelle faceva in que’ tempi tanto spavento in Italia, quanto suol farlo nelle parti settentrionali d’Europa la rilegazione in Siberia. Io non so quanto possa esser doloroso ad un polacco, e ad un russo il passaggio dai loro paesi, e quanto loro penoso riesca il soggiorno a Tobolsck, ed a Ramtzcarkà: so bene, che a chi nacque nel dolce clima dell’Italia meridionale, in paesi limitrofi all’amena provincia di Terra di lavoro, a non molta distanza dal Vesuvio, il soggiorno in quell’ Alpe fredda ed inospita è assai penoso. Giace la fortezza di Fenestrelle sopra un’ Alpe di quelle che formano una catena di montagne, che separa il Piemonte dal Delfinato. Il villaggio di Fenestrelle, ch’ò alle. falde di quell’ Alpe appartiene alla Valle del Prato gelato, ch’ è una di quelle valli, che in vigor di un trattato dell’ anno 1713 furono staccate dal Delfinato, e cedute alla real Casa di Savoja. [?]. Dopo qualche giorno, che in autunno è caduta la neve , ed ha coperti quasi tutti gli oggetti sottoposti alla vista, e spesso anche le mura delle case sulle quali la spinge il vento impetuoso, s’ indura, e diviene simile ad una lastra di materia vitrea , onde pare di stare in un paese tutto fatto di cristallo. In alcuni giorni poi dalle vicine montagne cala una foltissima nebbia, che non solo toglie la vista del cielo, ma fa , che appena in poca distanza si possano distinguere gli oggetti. In una di tali giornate giunse alle Fenestrelle 1’ottimo marchese Giovanni Patrizj, del quale dovrò parlare in appresso. Il famigliare romano, che lo accompagnava, spaventato a quella orribile vista, chiese immediatamente il permesso di tornarsene a Roma, ed essendo rimproverato dal comandante della fortezza, perché abbandonava in quello stato il suo padrone, rispose ingenuamente: E come si può vivere, signore, in un paese, dove non sì vede né cielo né terra? In somma quel luogo nella stagione invernale rappresenta una vera bolgia d’ inferno [?]. Penose ivi riescono le notti d’ inverno per la loro lunghezza , durando in qualche tempo per sedici ore foltissime tenebre: ed il tristo silenzio che regna in quella vasta solitudine non è interrotto che da fischi de’ venti impetuosi, o talvolta dallo scroscio spaventevole cagionato dalla caduta di grandi massi di neve detti avalenches, e dagli urli di animali feroci, che spinti dalla fame si accostano alle mura del forte. Nell’ inverno è ben raro quell’ uccello che capita in quella trista valle: le sole aquile annidate tra i macigni, che sono nella sommità de’ monti, signoreggiano in quell’aria, e passano sovente colle ali distese maestosamente volando sulla fortezza [?]. La fortezza di Fenestrelle fu fatta fabbricare dal re Carlo Emanuele avo del re presente per chiudere da quella parte del Piemonte alle armate francesi l’ingresso in Italia. La natura e 1’arte han contribuito a renderla fortissima, e direi anzi inespugnabile. In parte è situata sul nudo sasso, e parte è difesa dai baluardi e da piccioli forti molto ben disposti e situati. Il governo francese prima di concepire il vasto progetto di stendere i confini meridionali della repubblica oltre le Alpi , aveva decretato di demolirla , come si fece della Brunetta, e di altre fortezze del Piemonte, e già si erano cominciati i preparativi per la demolizione; ma sulle rappresentanze di un generale francese ne fu sospesa l’ esecuzione, e venne quella fortezza destinata qualche tempo dopo per una delle tante prigioni di Stato di quel liberale, e tollerante governo. Chi consigliò questa nuova destinazione, o non conosceva il luogo, o non diede ascolto a’ sentimenti di umanità. Non pareva certamente quel luogo (in cui qualche anno prima il governo di Torino aveva trasportati dai porti di mare i condannati alle galere) non pareva, dissi, adattato a racchiudervi persone di non volgar condizione. L’inclemenza ed asprezza del clima, la povertà del vicino villaggio, che non può somministrare le cose necessarie ai comodi della vita, la mancanza di medico, e di una ben provvista spezierìa pe’ casi di malattia rendevano quel soggiorno assai tristo e penoso a chi aveva la mala sorte di capitarvi». 

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fonte

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