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RICORDI E APPUNTI DI ANIELLO GIANNI MORRA (X)

Posted by on Lug 25, 2023

RICORDI E APPUNTI DI ANIELLO GIANNI MORRA (X)

Le bombe di Putin

“Se scarrup a siep e s’acconcia a strada” Saggio proverbio napoletano, che fa intravedere il sereno dopo una tempesta. La siepe, quella fatta cadere dalle bombe di Putin ha evidenziato errori del passato, che ci hanno portato a una forte dipendenza energetica dalla Russia. Dovremo pertanto renderci il prima possibile energeticamente autosufficienti.

I subitanei viaggi del nostro ministro Di Maio, alla ricerca di nuove forniture di petrolio e gas, ma anche per potenziare quelle in atto, ci fanno ben sperare per una maggiore indipendenza energetica dalla Russia.

La sicurezza di approvvigionamenti adeguati e garantiti dalla Russia, non ci ha stimolato in passato ad attivare impianti di energia rinnovabile provenienti da risorse locali a impatto zero. Spesso ci siamo fermati davanti ai dissensi popolari, in buona parte fisiologici, talvolta a tutela di interessi locali. In ogni caso, certe iniziative popolari sono servite ad attivare maggiore attenzione per l’ambiente, con l’istallazione dei sistemi eolici in mare lontani dalle coste. Gricignano d’ Aversa vanta la presenza di biodigestori di rifiuti, per la produzione di biometano.

La produzione di idrogeno potrebbe sostituire le attuali fonti energetiche fossili come petrolio e gas che in buona parte importiamo.

Recentemente si è avuta notizia del polo energetico di Porto Marghera a Venezia e della creazione di una hydrogen valley, con un consorzio di imprese, che ha sperimentato la tecnologia in modo pioneristico, fino ad arrivare al varo di un vaporetto a celle combustibili alimentate a idrogeno. Il consorzio si è anche impegnato per la costruzione di una grande centrale elettrica da 740 megawatt, che entrerà in servizio quanto prima. Inizialmente sarà alimentata da gas naturale, per passare poi all’idrogeno. La Regione vede nell’area di Porto Marghera il sito ideale per la realizzazione dei suoi progetti, e con la partecipazione di SAPIO, produttore di idrogeno da quasi 100 anni, si avranno disponibili competenze nell’ambito della produzione, trasporto, distribuzione e applicazione per sviluppare soluzioni che consentano all’idrogeno di posizionarsi come vettore energetico sostenibile e sicuro.

Intanto il colosso navale Fincantieri, dopo il recente varo a Castellammare di Stabia di ZEUS prima nave sperimentale a idrogeno, inizia la costruzione insieme a MSC e SNAM, di grandi navi da crociera alimentate a idrogeno.

In Germania, sulle reti non elettrificate funzionano i primi treni a idrogeno.

 A.G. Morra. 

Marzo 2022

L’Europa e l’ambiente.

Tra i Paesi europei più attenti al territorio, cui dovremmo guardare come esempio da imitare è la Norvegia. I Vichinghi, loro progenitori avevano una conoscenza particolare delle costruzioni navali e dell’arte della navigazione. Essi arrivarono in America, ben 500 anni prima di Cristoforo Colombo. Questo Paese, ricco di giacimenti petroliferi in mare aperto, dati in concessione, utilizza, per le proprie necessità energetiche, centrali idroelettriche, essendo ricco di acqua, insieme ad altre energie rinnovabili. Conseguentemente, non possiede centrali nucleari, per una scelta di fondo. Il surplus di elettricità viene esportato. È il paese europeo col maggior numero di auto elettriche e la stessa elettricità è a costi bassissimi. A Oslo, si lavora sulla prima nave da crociera al mondo a zero emissioni, alimentata da idrogeno. È la più grande mai progettata fino ad oggi con questa tecnologia, dovrebbe prendere il largo nel 2023, per essere utilizzata nei fiordi norvegesi, patrimonio mondiale dell’Unesco, dove dal primo gennaio 2026 la circolazione navale sarà vietata alle unità con propulsione tradizionale.

In questo settore molto sviluppato, si sta inserendo anche la nostra Fincantieri, che ha acquisito nel 2013 la norvegese Vard Group, leader mondiale nella costruzione di navi specializzate.  L’Italia, che si staglia al centro del Mediterraneo con una miriade di porti abbastanza attrezzati per svolgere attività mercantili, non ha coste simili a quelle della Norvegia per cui ha sviluppato, a partire dagl’inizi degli anni sessanta, sotto la spinta “dell’auto per tutti”, una quantità enorme di autostrade, che essendo super trafficate, producono molto CO2, che aumenta l’effetto serra e l’inquinamento locale. Ci aspettiamo, pertanto, che Fincantieri con tutta l’esperienza acquisita in Norvegia, possa partecipare alla progettazione e realizzazione di “autostrade del mare” (collegamenti marittimi lungo le coste) alla stregua di quelle del Paese scandinavo. Questi collegamenti servirebbero a razionalizzare e a diversificare la movimentazione di merci dell’intero Paese, isole comprese. Ciò consentirebbe forti risparmi di risorse utilizzabili per il miglioramento di altri settori, di poter fare serie manutenzioni a ponti e altre infrastrutture per evitare disastri com’è avvenuto con il ponte Morandi di Genova, o anche di realizzare progetti che sono nel cassetto da anni. Come il ponte sullo stretto di Messina, che potrebbe essere realizzato con un progetto più semplice e meno costoso: il famoso “Ponte di Archimede”. Un progetto italiano già realizzato per un collegamento stabile nello Stretto di Jintang a sud di Shanghai, con una lunghezza di 3200 metri come collegamento stabile, flottante a 30 m sotto il livello del mare ed opportunamente ancorato al fondale. Tale Ponte è adatto alla percorrenza nei due sensi di marcia da veicoli su gomma, ma vi potrebbero circolare anche i treni. È una soluzione quest’ultima, che si sta prendendo in seria considerazione anche in Norvegia per due attraversamenti della E39, l’autostrada che collega Trondheim con Kristiansand e prosegue fino a ricongiungersi con la E45, l’asse viario misto che arriva fino a Roma. La persona che si occupa di questi problemi è l’italiana Arianna Minoretti laureata in Ingegneria Civile al Politecnico di Milano, da circa sette anni in Norvegia, e ora ingegnere capo responsabile degli studi sul ponte di Archimede. La stessa Minoretti lavora al progetto esecutivo della nuova E39 che prevede un tunnelsottomarino scavato nella roccia, che sarà il più profondo e lungo del mondo – 27 Km a 392 metri di profondità. La Norvegia è un paese pieno di risorse, umane ed economiche sempre ben utilizzate a favore dell’intera nazione e del Pianeta. In un mio viaggio nel 2013, rimasi molto meravigliato sulle tipologie dei lavori stradali che si fanno in galleria. Si realizzano addirittura sotto le montagne le “rotonde” in corrispondenza degli incroci, per evitare ghiaccio e semafori nei punti più sensibili. Credo che tutto ciò sia finalizzato ad avere una viabilità sempre accessibile, anche in condizioni climatiche avverse. La Norvegia è il paese europeo più vicino al polo nord e perciò anche molto freddo. Insomma questo paese, è capace di utilizzare tutte le tecnologie anche le più moderne, per offrire ai propri cittadini tutti i confort necessari a un paese civile e avanzato.

Ho appreso recentemente che questo Paese alla fine degli anni 30, era l’unico al mondo a produrre l’acqua pesante. Elemento basilare per lo sviluppo del nucleare. Per timore che i nazisti potessero invaderla per acquisire quella tecnologia, trasferirono quei laboratori in Inghilterra e poi in America, che sviluppò le prime atomiche, sganciate in Giappone. L’Italia non è ricca come la Norvegia, ma se riuscisse a realizzare le opere sopra accennate con i soldi disposti dall’Europa, in un momento favorevole che vede a capo del Governo una persona che tutta l’Europa stima e rispetta, diventerebbe anch’esso un Paese virtuoso.   

Dalle Ande all’Europa.

Il Cile, paese a sud del mondo, possiede regioni con ottime insolazioni, e più a sud venti molto forti e costanti per lunghissimi periodi dell’anno, possiede inoltre grandi giacimenti geotermici. È uno dei paesi virtuosi che utilizzano bene le proprie risorse naturali ed energetiche. Ha una grandissima produzione di energia rinnovabile, (fotovoltaico, pale eoliche e geotermico), ed è uno dei maggiori produttori mondiali di idrogeno, in quantità di circa sei volte più del proprio fabbisogno. Si prevede che diventerà leader mondiale nella produzione di idrogeno verde per elettrolisi entro il 2030, con prezzi che saranno fortemente competitivi.

Anche l’italiana ENEL green power, con una consociata cilena ha avviato in Patagonia un progetto di portata mondiale per la produzione su scala industriale di idrogeno verde, iniziando anche i lavori per il primo impianto pilota. Quanto prima dovremmo disporre anche in Italia di forti quantità di idrogeno verde, che occorrerà per la transizione energetica.  Il porto di arrivo dell’idrogeno cileno, potrebbe essere Taranto dove verrebbe lavorato per le più svariate applicazioni ed alimentare l’acciaieria ex Ilva per produrre acciaio verde.   

A.G. Morra 

Aprile 2022

continua….

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