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Diversi aspetti giuridici: il tradizionalismo contro l’assolutismo

Posted by on Ago 20, 2023

Diversi aspetti giuridici: il tradizionalismo contro l’assolutismo

I concetti politici e filosofici di democrazia, libertà, uguaglianza, indipendenza nazionale, laicismo e fratellanza sono usati ripetutamente da coloro che ricoprono diversi ruoli per mostrare che il loro governo fosse all’altezza di essere trasparente e morale nei confronti del suo popolo e di tutti gli Stati del mondo.

Hanno fatto credere ai popoli che divenire “democratici” è un dovere da cittadini con l’obbligo di rispettare le leggi e le famose Costituzioni emanate dai liberi sapienti e in caso contrario saranno soggetti di nuove sanzioni da parte dello Stato. La democrazia di ieri e di oggi ha posto al di sopra della gerarchia sociale e statale i partiti politici e i suoi membri, i cui interessi ideologici e personali sono stati al centro dell’attenzione politica del governo, bandendo e usurpando di fatto tutte le garanzie costituzionali con lo scopo di avere consensi per arrivare ad esercitare il potere a modo suo o al servizio di una o più élite. In tutto ciò sta a significare lo scioglimento immediato della sovranità al proprio popolo che l’ha deteneva nel passato prima dell’avvento della tirannia elitaria. Invece la stessa tirannia elitaria, composta soprattutto da professori di storia disinformati, intende a far prevalere le loro idee sul mondo della cultura e senza uno sguardo del passato, puntando sul futuro secondo le loro decisioni. Però è sbagliato puntare subito sul futuro se si fa decisioni errate o c’è la mancanza dei mezzi e di progetti che possano recuperare i valori del passato in tal modo che esso si concili con il presente, per capire al meglio come vengono e possono essere soddisfatti i bisogni e le esigenze di un popolo. Allora è necessario parlare di una dottrina che ha avuto un impatto fondamentale su tutti i settori dello Stato, ossia nella politica, nell’economia, nella cultura e nella società civile, e che ha mantenuto una serie di modelli e norme che ne prendono spunto. Quindi parliamo di tradizionalismo. Che cos’è il tradizionalismo? Come mai ha tale definizione? Dove ha avuto l’origine? Innanzitutto vediamo cosa ne pensa la tirannia elitaria su tale dottrina. I tiranni elitari, dediti all’elogio dei vincitori, affianca il tradizionalismo ai sinonimi di oscurantismo, di arretratezza e di retrogrado e lo contrappone al modernismo, affermando che esso ha sancito l’inizio di una nuova epoca di risveglio e di sviluppo nei primi anni del Settecento. Ma prima del modernismo, anche il tradizionalismo ha dato tale contributo nel passato. Per quanto riguarda lo sviluppo, il tradizionalismo ci mostra l’esempio culturale dell’esistenza della teoria di Big-Bang del vescovo inglese Roberto Grossatesta, della nascita dell’anatomia moderna di Mondino de’ Liuzzi e del primo ruolo di avvocato da parte della napolitana Giustina Rocca di Trani. Per il risveglio sia nazionale sia politico la citata dottrina si ispira dalla civiltà greco-romana, dalla quale si sancì l’autonomia locale, il diritto di rappresentanza sociale e l’inalienabilità dei proprio diritti e di propri beni legittimamente posseduti. Naturalmente il primo, a differenza del secondo, si fondò sui valori lumi della cristianità in cui Dio interviene a dar luce all’uomo nella sua realizzazione di numerose innovazioni che possa permettere al mondo intero di vivere momenti di tranquillità e di progresso. Tale progresso infatti avvenne non solo nel campo della cultura ma anche in quello della giurisdizione, partendo dalla vera esistenza della sovranità popolare per poi passare ai doveri dello Stato.

Come ben sapete o chiunque non sa e ne vuole sapere, il concetto di nazione si ricollega al famoso ottocentesco “Stato-nazione” il quale si fonda sulla volontà dei governi ma secondo la dottrina del tradizionalismo si lega sull’incarnazione dei fondamenti, tra cui legami naturali, che unisce e permette alle genti e alla loro terra di vivere insieme nelle determinate vicende storiche avvenute e ripetute nel tempo che possono alternarsi. Inoltre tale tempo garantisce a quella nazione di poter esprimere e manifestare la propria identità e inserire tutto ciò che viene tramandato alla generazione futura. La tradizione entra nell’identità di una Nazione per rappresentare l’eredità di usi, di costumi e di lingua di un popolo e mediante essa permette ad un individuo e al suo popolo di progredire in sé stessi, distinguendosi dagli altri popoli. Da qui si afferma il concetto di sovranità, partendo dalle sue origini tradizionali e non dipende solamente dalla volontà generale, secondo il pensiero illuminista di Rousseau, che spinge al popolo di essere un osservatore delle leggi che, avvolte o senza rendersi conto, possono danneggiare i suoi bisogni. Inoltre il tradizionalismo afferma che a sostenere l’esistente sovranità ci stanno i corpi intermedi sociali che, secondo il filosofo spagnolo Francisco Elías de Tejada, sono interamente indipendenti e riconosciuti dal potere supremo e possono comprendere, oltre agli organi rappresentativi, pure le famiglie che ne fanno parte, avendo la necessità di tutela e di coordinamento locale con le altre città e di garantirne l’equilibrio, altrimenti avrebbe sancito la sua morte. Tra i ruoli dei corpi intermedi sociali c’è l’amministratore, o il padre di una famiglia o il rappresentante di un proprio organo, ciascuno con un ruolo specifico e stabilito ma, partendo dalla famiglia, il padre deve detenere l’autorità di svolgere il dovere consistente sull’aiuto dei deboli, delle donne, dei bambini e dei servitori e, in caso di successione, può compiere l’usufrutto di dare i suoi beni a quest’ultimi. Un altro compito della famiglia è di educare i figli, trasmettendogli i valori provenienti dalle tradizioni del popolo di appartenenza per comprendere tutto quello che ha senso nella loro vita. Purtroppo l’educazione culturale dei bambini, dei ragazzi e dei giovani nelle scuole statali tende a basarsi sull’indottrinamento di ideologie e di fatti storici non concilianti con la realtà. All’interno dei corpi intermedi sociali, oltre la famiglia, si aggiungono le associazioni volontarie ed entità sovranazionali (es. federazioni), ognuna con l’identico obiettivo già citato prima. Ma sullo svolgimento dei propri doveri non appartengono solamente ai corpi intermedi sociali ma anche allo Stato stesso, di cui ne parliamo subito. La prima forma di governo affermatasi dal Medioevo fu la monarchia e fin qui il tradizionalismo ci offre alcuni e importanti proverbi che potrebbero rientrare nell’atteggiamento dello Stato. Se lo Stato è il vestito del suo o di un popolo per mostrare il suo attaccamento morale all’appartenenza identitaria di quest’ultimo, allora esistono dei doveri che dovrà svolgere attraverso gli aforismi monarchici offerti dalla dottrina tradizionalista. Per primo si afferma che “il re posto a capo della gerarchia è pure un amministratore e giudice che esercita il diritto di controllo per quanto è stabilito dai costumi sia eseguito e mantenere in maniera tranquilla l’ordine pubblico”. E perché tutto ciò? Un antico poema cita che il re dovrà amare Dio e la Chiesa; avere buon cuore, pietà e compassione; deve preferire il bene comune sopra ogni cosa in tal modo che il suo popolo viva in grande benevolenza e nel saper essere saggio e diligente; sia veritiero e sappia comandare, lento a punire, non ostacoli i buoni e ai malvagi renda un giusto giudizio perché si veda in lui ogni bontà. Quindi l’obiettivo di un Capo dello Stato e dello Stato stesso dovrà basarsi sulla sua presenza all’interno della società civile per salvaguardare solamente i modelli tradizionali e i bisogni del proprio popolo mettendo da parte ogni interesse che può danneggiare interamente la vita della collettività (es. interessi personali e oligarchici). Questo è il primo dovere di uno Stato di cui la dottrina tradizionalista ci consiglia che origina il concetto di buon governo ma c’è n’è un altro che rientrerà a far parte in quel concetto. Secondo la dottrina tradizionalista esistono due principi politici che un determinato governo dovrà seguire per svolgere i principali compiti:

– Il principio di solidarietà: ogni individuo di diverso ceto sociale e ogni corpo sociale (es. Istituzioni) deve svolgere un compito volto al raggiungimento di un bene comune condiviso e rientrante della sua attività;

– Il principio di sussidiarietà: un individuo e un corpo sociale (famiglia, municipio, associazioni volontarie, autorità statale) devono svolgere il ruolo affidatogli fin quando gli è possibile e senza delegarlo a qualcuno o sostituirlo, ma anche con il dovere di non di agire con molta disobbedienza ai diritti e alle prerogative. In caso dell’impossibilità e dell’incapacità del proprio ruolo per motivi eccezionali potrà chiedere un’azione di supporto, cioè sussidiaria, per poter raggiungere il destinato bene comune…..continua

Antonino Russo

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