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Gaetano Donizzetti … napoletano di Gennaro Agrillo

Posted by on Ott 12, 2023

Gaetano Donizzetti … napoletano di Gennaro Agrillo

Nei sedici anni che visse a Napoli, dal 1822 al 1838, Gaetano Donizetti insegnò composizione e contrappunto al Reale Conservatorio di Musica “San Pietro Majella” e scrisse cinquanta opere, delle quali ventinove furono destinate ai tre Reali Teatri della città (il San Carlo, il Fondo e il Nuovo) dei quali fu anche direttore musicale.

Il suo lavoro fu ben accolto dai napoletani, e la sua presenza contribuì ulteriormente a consolidare la reputazione della città come uno dei centri operistici più importanti dell’epoca.
Le sue opere, rappresentate regolarmente nei teatri di Napoli, erano caratterizzate da melodie orecchiabili, virtuosismi vocali e trame coinvolgenti che erano molto popolari presso il pubblico napoletano, già abituato a una tradizione operistica consolidata e di un gusto musicale sofisticato. Pertanto, l’accoglienza positiva delle sue innovazioni testimonia il valore artistico delle sue composizioni e la sua capacità di soddisfare le aspettative di un pubblico esigente.
Ottennero un grande successo “Don Pasquale” e “L’elisir d’amore”, entrambe accolte calorosamente e frequentemente rappresentate.
Noto per la sua abilità nel comporre arie virtuosistiche, che mettevano in risalto le abilità dei cantanti, a Napoli, ricca tradizione di canto lirico, i cantanti locali apprezzavano particolarmente le sfide tecniche e le opportunità espressive offerte dalle opere di Donizetti.
Lavorò a stretto contatto con il celebre Teatro di San Carlo di Napoli, uno dei teatri d’opera più prestigiosi dell’epoca. Le sue opere furono spesso commissionate e rappresentate in questo teatro, contribuendo a consolidare la sua reputazione come compositore di successo e a elevare il livello artistico delle produzioni operistiche napoletane.
Abile nel combinare elementi drammatici con momenti di lirismo e comicità nelle sue opere, il suo stile narrativo coinvolgente e variegato trovò un grande riscontro nel pubblico napoletano, che amava le trame appassionanti e le emozioni forti presenti nelle sue opere.

Cecilia Bartoli (Mezzo soprano) – Jean Yves Thibaudet (Piano)
“La Canocchia”
Compositore: Gaetano Donizzetti su Libretto anonimo

“Quanno a lo bello mio voglio parlare,
ca spisso me ne vene lo golio,
a la fenesta me mett’a filare,
quanno a lo bello mio voglio parlare

Quann’isso passa po’ rompo lu filo,
e co na grazia me mett’a priare:
– Bello, pe ccarità, proitemillo –
isso lu piglia, ed io lo sto a guardare,
e accossì me ne va’ mpilo mpilo
aimè!”

Ekaterina Kameneva (Mezzosoprano) – Tatiana Zavarskaja (Violoncello)
Anna Krymskaja (Pianoforte)
“Lu trademiento”
Compositore: Gaetano Donizzetti su Libretto anonimo

“Ah! tradetore, tu m’haje lassata
E m’haje scagnata pe chella llà,
Gnorsì, che chella de me è cchiù bella,
Ma pe’ fedele, po se vedrà.

Lu trademiento ca mò me faje,
Non passa craje, te lo farà.
E cheste lagrime che mò m’annozzano,
Gnorsì, porzì co arsura l’haje da scuntà.”

Anna Jur’evna Netrebko (Soprano) – The Metropolitan Opera Orchestra
“So anch’io la virtù magica”
Compositore: Gaetano Donizzetti su Libretto firmato da Michele Accursi
(in realtà opera dello stesso Gaetano Donizetti e di Giovanni Domenico Ruffini)

“So anch’io la virtu magica
D’un guardo a tempo e loco,
So anch’io come si bruciano
I cori a lento foco,
D’un breve sorrisetto
Conosco anch’io l’effetto,
Di menzognera lagrima,
D’un subito languor,
Conosco i mille modi
Dell’amorose frodi,
I vezzi e l’arti facili
Per adescare un cor.

Ho testa bizzarra,
son pronta vivace,
Brillare mi piace scherzar:
Se monto in furore
Di rado sto al segno,
Ma in riso lo sdegno fo presto a cangiar,
Ho testa bizzarra,
Ma core eccellente, ah!”

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