Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

Catania Borbonica di Alessandro Fumia

Posted by on Dic 27, 2023

Catania Borbonica di Alessandro Fumia

Catania Borbonica e il suo polo industriale di prim’ordine con 60 fabbriche. Impianti, opere pubbliche e architetture prima del 17 marzo 1861.

L’epoca in cui a Catania regnarono i Borbone la città era in continuo progresso. Molti edifici vennero innalzati a uso privato e a uso pubblico. Il Senato catanese si era indirizzato a creare alcune strutture per venire in contro ai bisogni dei bisognosi, e molte persone abbienti parteciparono ad alimentare le rendite annue, quando venivano meno per fatti burocratici le sussistenze statali. In rapida carrellata vengono citare alcune opere che si è potuto documentare: Nel 1750 fu edificato l’Ospedale di Santa Marta; nel 1751 fu innalzato il palazzo del Conservatorio di donne detto della Provvidenza; Nrl 1755 fu edificato il Palazzo della Caserma del Reggimento di fanteria, e sempre nello stesso anno, una monumentale fontana detta dell’abbeveratoio di cavalli; nel 1757 fu innalzata una fontana marmorea detta di Cerere a piazza del Borgo; nel 1768 fu eretta la monumentale Porta Ferdinanda; nel 1775 fu innalzato il Palazzo del Conservatorio di donne detto della Purità; nel 1776 fu edificato il Palazzo del Conservatorio di ragazze madri; nel 1780 fu fondata una Scuola per gli artisti orologiai, e una fabbrica di cappelli; nel 1788 fu edificato il primo Albergo per i Poveri; nel 1790 fu costruita una Darsena presso il porto, ampliando gli spazi stoccaggio merci, e fabbricando alcuni moli sopra dei cassoni fatti pervenire direttamente da Napoli, modificando i fondali con l’uso di un cava fondo per un costo di 10.000 ducati; nel 1794 fu tracciata e realizzata la lunghissima via Etnea, su un rettifilo di 1.700 canne (pari a 3 km e 505 mt); nel 1796 ultimato il Palazzo della Loggia, il Municipio; Nel 1807 è stato fondato il Monte di Mutuo Soccorso di Sant’Agata; nel 1822 furono realizzati la Scuola di Clinica-Chirurgica, l’Accademia Gioeniana, e il Teatro alla Marina; nel 1824 furono ampliate le banchine portuali, aggiunti altri moli, realizzate le barriere frangi flutti, i depositi portuali per un costo di 100.000 ducati; nel 1826 è stato realizzato il Carcere Borbonico costato 36.000 ducati; sempre nel 1826 è stata realizzata l’illuminazione pubblica con 300 lumi a gas su un circuito di 6 miglia; nel 1827 è stata Edificata la Scuola femminile di lettere, musica, ballo e disegno; nel 1829 furono tracciate e realizzate due assi viari cioè, quello fra Catania e Adrano, e quello fra Catania e Messina; nel 1830 fu realizzata la Piazza Gioieni; nel 1833 fu innalzata una fontana marmorea a Piazza Stesicorea; nel 1835 fu innalzata una statua marmorea scolpita da Antonio Calì raffigurante re Francesco I, e l’istituzione della Cattedra di Logica e Metafisica all’Università di Catania; nel 1842 fu inaugurata al pubblico la statua di Ferdinando II; nel 1847 il governo eleva il porto di Catania alla seconda classe; nel 1852 Catania ottiene l’istituzione di una Camera Consultiva per il Commercio; nel 1853 fu inaugurata al pubblico la statua di Ferdinando I. Da segnalare fra le privative una innovazione del signor Giuseppe Costantino che nel 1825. Realizzerà un velocimano con carrozza a rimorchio.

Il settore industriale del tessile a Catania era molto forte: esistevano in città numerose fabbriche di seta, cotone e lane con una forza lavoro di 12.000 operai applicati in questo ramo di industria, con 6.920 telai, molti dei quali meccanizzati. In rapida successione l’elenco delle fabbriche catanesi in quel regno. Nel 1826 si segnalano i Setifici 12 stabilimenti dei signori: F.lli Fragalà, Agostino Platania, Pietro Minuta, Mario Nicotra, Domenico Nicolosi e f.lli, Antonino Alonzo, Salvatore Bulgarello, f.lli Spadaro, Francesco Ronsisvalle, Domenico Sampieri, Giovanni Geraci, Chiteria-Geraci. Nel 1831 si segnalano le fabbriche di conceria produzioni cuoi e pelli, di Salvatore Mariotta, e quello del signor Cardullo. Nel 1834 si annovera il setificio di Corrado Marano, la conceria di pelli e cuoi di Francesco Nicolosi, la fabbrica tessuti cotone di Giovanni Grasso, la fabbrica cerniere di ferro, chiavistelli, frantoi meccanizzati del signor Vincenzo Calcagnolo, fabbrica di bilancia grossi pesi da 9 a 21 quintali dei f.lli Corrado e Nicolò Sgroj, fabbrica pelle impressa del signor Giovanni Turria, una fabbrica di costruzione pianoforti, di Michele Leone; nel 1836 si annoverano le fabbriche d’armerie di Francesco Nocera, di bilance e ponti sospesi del signor Salvatore Leonardi, di bilance, catene di ferro, ponti di ferro pensili sospesi sopra i fiumi, di Corrado, Nicolò e Francesco Sgroj, candelieri di rame ad olio, del signor Letterio Pettinato, di utensili per macchine, telai tessili, contenitori farmaceutici e bocchini da fumo del signor Giovanni Scuderi, di catenacci per orologi del signor Vincenzo Carcagnolo, di conceria cuoi e pellami, di Corrado Marano, di lavorazioni marmi e pietra lavica del signor di Carlo Calì, di strumenti medico-chirurgici (stetoscopi e bracciali pressori), di Francesco Giuffrida, di un setificio di Sebastiano Giunta, di estrazione sementi cotone del signor Salvatore Savasta, di progettazioni cucine economiche in tubo latta, del signor Giovanni Papa, di tessuti di cotone, del signor Rosario Bartolotta, tessuti di cotone del signor Pietro Licciardello, di tessuti di cotone del signor Cristoforo Pavone. Nel 1840 è segnalata la più gtande fabbrica di seta, che produceva annualmente 370.000 metri di stoffa grazie ai suoi 170 telai meccanici Jacquet, del signor Benedetto Barbagallo. Nel 1844 si segnala la fabbrica di stampa tessuti lana di Mario Daime.

Nel 1847 vengono a identificarsi altre cinque fabbriche: un setificio di Francesco Geremia, uno stabilimento confezioni abiri da seta di Mario Daime, una fabbrica abbigliamento per capi di seta, raso, velluto, olgalina gros pres ecc., del signor Antonio Chiarenza, una fabbrica di guanti del signor Giuseppe Marano, e dulcis in fundo , una fabbrica produzioni pellami e cuoi del signor Corrado Marano. Nel 1854 è segnalato l’ennesimo setificio dei f.lli Autieri. Nell’anno 1857 sono identificati ulteriori dieci setifici: di Domenico Nicolosi e Samperi, di Carmelo Motta, di Agatino Canale, di Salvatore Grimaldi, di Orazio Motta, di Antonino Zurria fu Benedetto, di Antonino Sapuppo, di Sebastiano Barbagallo, di Gaetano Ragusa, e di Benedetto Russo. Chiudiamo questo incredibile elenco di imprese e di imprenditori con la fabbrica produzione organzina del 1858, del signor Mariano Zuccarello. 

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