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Dove è finito il Phallo ciclopico di Scurcola Marsicana? di Giuseppe Morzilli

Posted by on Feb 3, 2024

Dove è finito il Phallo ciclopico di Scurcola Marsicana? di Giuseppe Morzilli

Nel 1982 in un libricino “L’altra Italia di Panorama” allegato al Settimanale Panorama numero 844 del 15 giugno, a pagina 135 si riporta “Il fallo del ciclope Scurcola Marsicana su di un masso che fa parte del recinto di una costruzione ciclopica di Scurcola Marsicana è scolpito un fallo di gigantesche dimensioni”. 

L’eccezionale membro virile non si trova in paese. Inutile ricercare.

Da molto tempo è opinione diffusa che il gigantesco sesso maschile è identificato nel vecchio maniero. Se si guarda attentamente dall’alto la planimetria del Castello, posto in cima dell’abitato di Scurcola, le forme anatomiche sono rispondenti, per questa ragione in molti sono abituati a crederlo. Ma a Scurcola è stato ritrovato veramente un fallo ciclopico? Sono in molti a chiederselo.

Ecco quanto è stato ritrovato nel corso della ricerca.

Nel 1898, oltre un secolo fa, il maestro primario di scuola Fabiano Blasetti fu Filippo, nato a Scurcola il 7-8-1849, morto in Scurcola il 12-11-1919; ha pubblicato: LUCUS ANGITIAE Storia e origini di Luco dei Marsi Teramo Tip. Corriere Abruzzese a pagina sette del suo volumetto, parlando dell’origine del popolo marso riporta … I Marsi giunsero in questi nostri luoghi dopo la comparsa di altri popoli misteriosi dè quali se ne ignorano le origini e la storia; ma non tanto, perché chiaramente non possa dedursi dà vestigi lasciati in tutto il suolo dé Marsi: E che tra i tanti popoli vi fossero stati in queste nostre località anche i Pelasgi, io stesso che scrivo feci una di queste scoperte, come brevemente andrò ad esporre.

Nell’anno 1878 il Signor Eustacchio Tuzi facendo eseguire degli scavi per ammendare e pulire da’ sassi e pietre un terreno appartenente a sua moglie di Casa Ottavianisito nella località detta San Quirico ubicato all’Est di Scurcola de’ Marsi, e distante da questa per circa due chilometri, vennero esumate a poca profondità dal suolo molte pietre rozzamente scalpellate disposte in due linee ad angolo retto in modo da far conoscere di essere appartenute ad una fabbrica di antica costruzione. Mi portai subito a vederle, e nel ritrovare scolpito ad alto rilievo in una delle tante pietre l’emblema del sesso maschile appartenente ad umano individuo feci non poca ammirazione, per lo che ne detti tostouna genuina e dettagliata relazione al mio rispettabile e vecchio amico, l’illustre professor Nicolucci domiciliato ad Isola del Liri, dal quale ebbi in risposta le due seguenti lettere che fedelmente trascrivo.

“Mio Carissimo amico. Isola del Liri 6 nov. 1878

Quelle pietre che mi dite essersi trovate a Scurcola in località S. Quirico, disposte a guisa di macerie, credo che debbano riferirsi a costruzione pelasgica, così giudicandoda quel Phallo, che è inciso in una di esse pietre. Il Phallo era un simbolo religioso, quello della fecondità; presso i Pelasgi, e trovasi effigiato nelle mure ciclopiche di Arpinoe in quelle di FerentinoVedete adunque che questa scoperta è importantissima, perché segna un’altra dimorade’ Pelasgi ne’ nostri Appennini, un altro anello di quellacatena che congiunge fra loro le contrade che furono tenute da quel popolo misterioso. Io vi prego di esaudirmi per bene quegli antichi avanzi, e se potete, mandatemene uno schizzo.

Quanta luce darebbero essi a tempi antichissimi marsicani: si risalirebbe con essi fino all’epoca del bronzo! Discorretene con D. OrazioMattei, così intelligente ricercatore delle antichità del suo paese. Egli vi potrà essere guidae duce in quelle ricerche, le quali sarebbero di gran momento per la storia antica de’ Marsi. Io vi invito per quanto so e posso, a continuare nelle vostre indagini, e vi sarò tenutissimo se mi terrete al corrente delle vostre investigazioni.

Mille saluti, ed una stretta di mano dal vostro aff.mo amico Giustiniano Nicolucci”.

Il professor Nicolucci, nato a Isola Liri il 12 marzo 1819, da una famiglia benestante, morto a Isola Liri il 15 giugno 1904, laureato in Medicina e Chirurgia, è stato un antropologo, etnologo e archeologo. Docente all’Università di Napoli, fondò la scuola italiana di Antropologia.

Prosegue il Blasetti … Facendo tesoro delle savie informazioni favoritemi con tanta benevolenza dall’egregio ed illustre professor Nicolucci tornai nuovamente ad osservare le pietre escavate in San Quirico, comunicando a tanto sapientissimo uomo tutte quelle notizie che desiderava al riguardo, e quindi mi ebbi in risposta la seguente lettera:

“Mio carissimo amico Isola del Liri 7 marzo 1879

Alla vostra ultima scrittami sul finire di decembre risposi subito, né so come la mia risposta non vi fosse pervenuta. Ora vi ripeto ciò che vi diceva in quella mia lettera; cioè che i Phalli da voi osservati sono emblemi pelasgici, emblemi della fecondazione e rinnovazione degli esseri, Essi quindi debbono essere riferiti a quel popolo, e a quella età in che essi Pelasgi vennero e si sparsero per l’Italia. Dovunque eglino si stabilironoeressero città con cinte fortificate formate di grossi blocchi di pietre poligonali commesse insieme senza cemento. Costì furono certamente i Pelasgi, e le mura di Angizia, e le più antiche di Alba lo dimostrano. Forse altre costruzioni di quella gente si troveranno per la Marsica e non dubito che ricerche accurate potranno rinvenirne. In Arpino trovasi il Phallo sulla porta dell’Acropoli pelasgica; in Ferentino parimenti sulla porta di quelle mura della stessa epoca. E’ bene di tuttocciò serbare memoria, perché questi ricordi potranno servire un giorno a chi vorrà di questo popolo scrivere una storia fondata sopra documenti autentici.

Gradite i miei cordiali saluti e credetemi Vostro aff.mo amico Giustiniano Nicolucci

Dalle due riportate lettere del chiarissimo prof. Nicolucci, evidentemente apparisce come la nostra regione de’ Marsi sia stato il teatro in cui si svolsero i fasti di quei popoli misteriosi, e non appieno conosciuti detti Pelasgi”.

Chi erano i Pelasgi? Ecco cosa riporta l’Enciclopedia Rizzoli Larousse … i Pelasgi in gr. Pelasgòi. Geogr. ant. Nome dato dagli antichi a una popolazione che avrebbe abitato la Grecia e altre regioni quali la Caria, Creta, la Sicilia, Italia meridionale, l’Etruria, ecc., prima dell’arrivo delle genti greche, dalle quali sarebbe stata soppiantata. In realtà parrebbe che i Pelasgi in origine fossero una popolazione stanziata nella regione detta Tessaglia chiamata, ancora in età storica, Pelasgiotide, il cui nome venne ben presto usato dai Greci per designare te genti egee preesistenti alla loro venuta. Allo stesso modo in età moderna tale nome è stato a lungo adoperato per indicare i popoli preellenici e la loro civiltà.

Dunque le nostre origini deriverebbero dagli antichi abitatori.

Del Fallo ciclopico però, oggi, non se ne sa niente. Sarebbe auspicabile arrivare a recuperare un prezioso cimelio, certamente non per mostrarlo al gentil sesso, ma riaverlo come testimonio delle nostre origini.

Giuseppe Morzilli

2 Comments

  1. Molto interessante.

  2. Ho ripreso a leggervi con piacere. Spero presto di poter riprendere gli abituali commenti, come un tempo. In attesa di leggervi quotidianamente, cordiali saluti. Caterina

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