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Dio e Cesare, la religione cristiana e i Borbone

Posted by on Feb 24, 2024

Dio e Cesare, la religione cristiana e i Borbone

Nei Vangeli (1) si narra che, per cogliere in fallo Gesù, alcuni farisei gli posero questa subdola domanda: «Maestro… ci è lecito o no pagare il tributo a Cesare?», ma Egli, evitando il trabocchetto tesogli, fornì loro questa meravigliosa risposta: «Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio». 

La società umana non è un semplice aggregato di individui, bensì una comunità che mira a promuovere il pieno sviluppo di ogni singola persona nella costruzione del bene comune. Pertanto, se, per il credente, Dio viene prima di ogni cosa, il medesimo, in quanto cittadino, deve anche vivere rispettando le leggi dello Stato. Senza legalità, infatti, non possono esserci libertà, giustizia e pace. Tutto ciòtrova la sua motivazione radicale nella morale e nell’etica, quali valori fondamentali e irrinunciabili per ogni essere umano. Al tempo stesso, però, la politica deve essere vissuta, da parte di chi gestisce il potere, come strumento di solidarietà e di servizio per il bene comune. Ne consegue che anche Cesare non può sottrarsi al dovere di «dare a Dio quel che è di Dio», poiché non si possono scindere i diritti dell’uomo da quelli del Creatore: «Simul stabunt, simul cadent» [che significa: «insieme resteranno validi, insieme cadranno»].Thomas More, inoltre, nell’affermare che «il bene non deve essere obiettivo per pochi, ma è dovere [di chi governa, n.d.r.] dare un poco di prosperità a tutti», sostiene che lo Stato deve garantire una vita sociale piena, sana, consapevole, perseguendo soprattutto il benessere materiale e spirituale degli individui.Nella storia dell’Italia unita, purtroppo, molti governanti hanno violato questo dovere.Il primo di questi fu Camillo Benso, conte di Cavour, il quale non dette affatto a Dio quello che era di Dio. Anzi! Costui, per realizzare il programma politico di unificazione della Penisola sotto l’egida dei Savoia ed abbattere il potere temporale del papa, prese furbescamente in prestito da Charles René Forbes de Tryon, conte di Montalembert, la celeberrima frase: «libera Chiesa in libero Stato». Tuttavia, egli ne travisò e capovolse il senso originario. Infatti, mentre il suo autore intendeva sottrarre la Chiesa agli abusi ed alle ingerenze degli Stati giurisdizionalisti, Cavour voleva servirsi di quest’asserzione per «liberare… il papa dalle “preoccupazioni” legate al suo essere principe». Davvero una somma astuzia. La formuletta de qua è stata sempre presentata come la prova del genio e della grandezza dello statista Cavour. Ma non fu così. A parte il fatto che nessuno sapeva che cosa in realtà stesse a significare, essa veniva intesa da ognuno a modo proprio ed, in particolare, secondo la concezione cavouriana, la Chiesa non contava e non doveva contare niente nella sfera sociale. La Chiesa come istituzione, come Corpo di Cristo, come Popolo di Dio, doveva essere cancellata. Con questa espressione, il primo ministro piemontese intendeva semplicemente affermare che la Chiesa doveva essere annullata, inglobata nello Stato; infatti, se i sacerdoti e i vescovi osavano ostacolare la sua politica, venivano perseguitati senza pietà.L’Italia cattolica si era dotata, nel corso dei secoli, di una rete fittissima di monasteri e di parrocchie, di congregazioni e di opere pie, che garantivano un minimo di assistenza spirituale e materiale ad ogni gruppo sociale. Non c’era categoria di persone che non fosse raggiunta dalla carità degli ordini religiosi, di qualche confraternita o di qualche opera pia. In nome della libertà e della costituzione, i governi liberal-massonici (a cominciare da quello guidato dal Cavour) decisero, invece, la soppressione di tutti gli ordini religiosi della Chiesa cattolica (sebbene l’articolo 1 dello Statuto Albertino dichiarasse il cattolicesimo religione di Stato) e l’incameramento dei loro beni, col risultato che il patrimonio artistico e culturale della Nazione italiana – e con esso l’intero welfare dei poveri – fu smantellato e disperso.In conseguenza di questi «furti di Stato», ben 57.492 persone, fra uomini e donne, membri degli ordini religiosi soppressi, vennero gettati sul lastrico, cacciati dalle proprie case, privati del lavoro, dei libri, degli arredi sacri, degli archivi, della stessa vita che avevano liberamente scelto.(2)L’élite liberale, poi, acquistò migliaia di immobili e ben due milioni e mezzo di ettari di terra del patrimonio ecclesiastico, spendendo irrisorie cifre di denaro, nonché appropriandosi anche, per puro desiderio di bottino, di biblioteche, di oggetti sacri, di archivi, di quadri e di statue a soggetto religioso. L’Italia liberale realizzò, in tal modo, un enorme passaggio di ricchezza, che fece la fortuna di un’esigua minoranza (appena l’1% dell’intera popolazione) di borghesi, militari e nobili, perpetrato, non tanto e non solo a scapito della Chiesa, quanto dell’intero Popolo italiano.Attaccato in Senato dal maresciallo Vittorio Della Torre, che gli rinfacciava l’avversione della popolazione ai provvedimenti anticattolici della soppressione degli ordini religiosi e della confisca dei loro beni, Cavour candidamente rispose: «Io, in verità, non mi sarei aspettato di vedere invocata dall’onorevole maresciallo l’opinione di persone, di masse, che non sono e non possono essere legalmente rappresentate».(3) Il sedicente liberale Cavour, presidente del Consiglio del Regno sabaudo – che riteneva di essere moralmente migliore degli altri Stati italiani, perché rispettoso della libertà dei propri cittadini – non arrossì nell’ammettere che la libertà che aveva in mente valeva per i soli liberali. Il massone Cavour pensava ed affermava che la massa cattolica, che per semplici motivi di censo non aveva diritto al voto, non contava nulla per definizione.Ma l’obiettivo reale era quello di distruggere la Chiesa cattolica e la società cristiana da lei difesa, in quanto i liberal-massoni non intendevano affatto dare a Dio quello che era di Dio!Pio IX, che aveva compreso tutto questo, nell’enciclica Cum Catholica Ecclesia del 26 marzo 1860, ben evidenziò il fatto che la Chiesa aveva sempre dovuto combattere contro nemici potenti e insidiosi, ma che «la novità dei nostri tempi è che i nemici si dichiarano amici»: i  liberali «spingono a tal punto la loro impudenza da vantare pubblicamente la loro riverenza e il loro ossequio verso la Chiesa stessa».(4)I liberal-massoni, anticattolici convinti, si professavano devoti credenti, con l’evidente intento di ingannare la popolazione italiana interamente cattolica. La loro propaganda, infatti, spacciava bugiardamente il risorgimento per un moto popolare, combattuto in nome della libertà di tutti; ma costoro, in realtà, soffocavano la libertà religiosa dell’intero Popolo.Contrariamente al Cavour, Ferdinando IV di Borbone (1751-1825), re di Napoli e di Sicilia, nel gennaio del 1789 (alcuni mesi prima che scoppiasse la famigerata Rivoluzione francese!), aveva emanato lo Statuto delle seterie di San Leucio (nei pressi di Caserta) che, in materia economico-sociale, costituì un vero e proprio monumento al Diritto. Quest’opera realizzò l’atto principale della cosiddetta «era di Ferdinando», regolamentando la vita ed il lavoro degli operai e dei loro nuclei familiari.(5) Lo Statuto, fra l’altro, contemplava anche i «Doveri verso Dio, verso sé, verso gli Altri, verso il Re, verso lo Stato», nonché un «Orario per il tempo della Preghiera, Messa ed esposizione del Santissimo per gli individui della popolazione di S. Leucio».(6)Il Codice-statuto di San Leucio fu redatto con somma saggezza ed il suo compilatore si ispirò ai princìpi di equità, giustizia ed aiuto alle classi più deboli, indicando le norme comportamentali per una vita retta, informata ai canoni del Vangelo ed uniformata al Diritto naturale. Con tale decreto, Ferdinando IV di Borbone riuscì mirabilmente a coniugare le teorie socio-economiche dell’illuminista napoletano Gaetano Filangieri (1753-1788) e quelle politico-economiche di Thomas More (1478-1535), rendendo così reale quel «cattolicesimo sociale» che il santo filosofo aveva concepito nella sua Utopia.Con una regolamentazione che disciplinava i tempi e i modi del lavoro, che fissava i criteri dell’istruzione da impartire agli adolescenti, che si preoccupava di tutti gli aspetti della mutua assistenza e che, alla base del vivere civile, poneva l’osservanza delle pratiche religiose, considerando la religione cattolica apostolica romana il cardine spirituale intorno al quale doveva ruotare la vita stessa della collettività, San Leucio apparve come una specie di isola sotto la protezione di un Re, illuminato e paterno, desideroso della felicità del popolo, secondo i più puri canoni delle utopie settecentesche. Ferdinando IV, nel dare puntualmente a Dio quel che è di Dio, affermò: «Nessun uomo, nessuna famiglia, nessuna Città, nessun Regno può sussistere, e prosperare senza il timor santo di Dio». Con queste parole ispirate al Vangelo, il re Borbone introdusse, in una legge dello Stato, i due precetti cardine del cristianesimo:1) amare Dio sopra ogni cosa;2) amare il Prossimo come se stesso.Quest’etica politica, affondante le proprie radici nella morale cattolica, caratterizzò costantemente non solo l’operato di Ferdinando IV, ma anche quello dell’intera Dinastia borbonica delle Due Sicilie, la quale mirava a garantire pace, benessere e giustizia sociale ai popoli dalla stessa governati. E fu questo il principale motivo ideologico dell’avversione che i Borbone riscossero dalla Massoneria, la quale cospirò fino ad abbattere il Regno delle Due Sicilie e, successivamente, lo Stato Pontificio.Per la Massoneria, infatti, essenziale risultava una completa “rieducazione” delle masse, una sorta di rivoluzione pedagogica che doveva spezzare ogni legame con le tradizioni popolari che, fino a quel momento, avevano regolato la vita delle genti. Bisognava innanzitutto sciogliere ogni collante nell’ambito delle comunità italiane e seminare individualismo, relativismo, nichilismo, opportunismo, materialismo e disperazione. Bisognava far dilagare la miseria ed il tutto andava sottomesso per divenire strumento di speculazione, di usura.Per capire appieno questa perversa strategia, occorre tenere presente che la Massoneria, sin dalle sue origini, ha avuto – ed ha tuttora, nel terzo millennio – come suo obiettivo fondamentale il dominio sull’intero Pianeta (quello che, con un parziale scoprimento delle proprie carte, i massoni di oggi definiscono Nuovo Ordine Mondiale);(7) ciò in conformità all’originario progetto di Comenius, al secolo Jan Amos Kominsky (1592-1670).(8) Per la realizzazione di questo ambizioso piano occorreva – ed occorre tuttora – eliminare ogni possibile ostacolo.È stato innanzitutto necessario distruggere il Sacro Romano Impero, per poi abbattere tutte le monarchie cattoliche d’Europa ed il papato; quest’ultimo, peraltro, doveva essere eliminato non solo come potere temporale (costituendo una monarchia cattolica sui generis, quantunque elettiva), ma anche come autorità spirituale. Dopo il cattolicesimo (l’osso più duro!), dovrebbe venire il turno di tutte le altre religioni tradizionali, comprese l’ebraismo e l’islamismo, per lasciare il posto ad una chiesa universale spuria (The One-World Church)(9) che inglobi, con sostanziale equivalenza ed indifferenza (relativismo), tutte le religioni e tutte le dottrine morali. Le religioni tradizionali, infatti, costituiscono un grosso ostacolo per i piani massonici, in quanto fanno discendere l’autorità dall’alto (DIO) e non da altre fonti (prettamente umane) più facilmente manipolabili. Si comprende, quindi, come questo piano miri a sovvertire, innanzitutto, l’antico ordine cattolico.La Massoneria, quindi, ha condotto da sempre una vera e propria guerra contro la Chiesa Cattolica per sottrarle, oltre al potere temporale, soprattutto la sua influenza nella cultura, nella mentalità, nei costumi e nelle legislazioni delle Nazioni. In sostanza, per «non dare a Dio quello che è di Dio». Infatti, gli strumenti di dominio sull’uomo sono in totale contrasto, giammai superabile, con la dottrina e la morale della Chiesa, la quale fonda il proprio magistero sulle Sacre Scritture (in primis: la Bibbia, il Decalogo ed il Vangelo). Da qui l’esigenza della preliminare scristianizzazione, iniziata nei secoli XVIII e XIX, dell’Italia (sede del papato) e dell’Europa cristiana, nonché la subdola ostilità all’evangelizzazione nel mondo.Attesa l’assoluta incompatibilità di fondo fra il Cattolicesimo e la Libera Muratoria, la Chiesa ha emesso numerosissime scomuniche nei confronti dei suoi membri, a cominciare dalla bolla In eminenti del 28 aprile 1738, con la quale papa Clemente XII, nel condannare il «segreto massonico», sagacemente osservava che, se i massoni non operassero iniquamente, «non odierebbero tanto decisamente la luce».(10)In ultimo, la «Dichiarazione sulla massoneria» del 1983 della Congregazione per la Dottrina della Fede, firmata dal suo prefetto pro tempore, il cardinale Joseph Ratzinger, ma sottoscritta anche dal papa Giovanni Paolo II (1920-2005) – così che dev’essere considerata Magistero vincolante per tutti i fedeli e tuttora vigente – ci ricorda che «rimane […] immutato il giudizio negativo della Chiesa nei riguardi delle associazioni massoniche, poiché i loro princìpi sono stati sempre considerati inconciliabili con la dottrina della Chiesa e perciò l’iscrizione a esse rimane proibita. I fedeli che appartengono alle associazioni massoniche sono in stato di peccato grave e non possono accedere alla Santa Comunione».Pertanto, il vero e maggiore ostacolo, sulla strada della realizzazione del vagheggiato dominio assoluto sulla Terra, è costituito dalla Chiesa, soprattutto perché gli strumenti di realizzazione del piano massonico sono in netto contrasto con la morale cattolica. Infatti, oltre che nella menzionata fusione di tutte le religioni, con la scomparsa delle fedi tradizionali, tali strumenti consistono:- nel controllo demografico(11) (addirittura fino all’eventualità di prevedere un’autorizzazione per mettere al mondo dei figli), con la contraccezione e l’aborto;(12)- nella pornografia(13) e nell’incoraggiamento alla omosessualità;(14)- nella drastica svalutazione dei valori del matrimonio e della famiglia tradizionali, con il riconoscimento delle unioni di fatto e delle coppie gay, nonché con il divorzio;(15)- nell’eutanasia(16) (che prevedrebbe addirittura l’uso di una c.d. «pillola della dipartita»);- nell’incoraggiamento all’abuso delle droghe(17) e degli alcolici;- nel totale controllo finanziario (cosa che sta già avvenendo a seguito dell’introduzione di monete comuni a più Stati, quali il dollaro e l’euro, la cui emissione è stata peraltro demandata, in regime di monopolio, ad organismi privati quali sono la Federal Reserve e la Banca Centrale Europea);(18)- nell’annullamento della privacy e della libertà delle persone, fino all’instaurazione di un sistema totalitario globale.Attraverso tali strumenti si mira a ridurre l’uomo in schiavitù, rendendolo ostaggio della finanza usuraria, assuefatto a rifiutare la vita umana come un dono di Dio, dimentico della religione, privo di morale e di valori di riferimento, piegato nel vizio e teso unicamente all’egoistico soddisfacimento dei bisogni materiali. È il prototipo dello «schiavo moderno» necessario al Governo Mondiale, perché in grado di offrire la massima garanzia di non ribellarsi ai padroni definitivi.(19)La Massoneria, pertanto, resta sempre un’istituzione segreta ed anticattolica, quantunque si sforzi di apparire come un’associazione dedita ad opere umanitarie e di beneficenza. I cattolici, quindi, non devono farsi trarre in inganno dalla fuorviante apparenza o dai cc.dd. lupi travestiti da agnelli! Gli ateo-massoni, peraltro, indossando gli abiti dei più fervidi e devoti credenti, da molto tempo si sono purtroppo infiltrati anche nelle gerarchie ecclesiastiche(20) e, come quinta colonna, essi stanno operando nell’interno della Chiesa per corromperne i costumi e scardinarne la struttura. Ciò rientra, infatti, negli obiettivi tatticamente perseguiti dalla Massoneria, la quale da sempre si adopera per sradicare la religiosità del popolo di Dio e, soprattutto, per abbattere l’Autorità Spirituale del Sommo Pontefice e della Chiesa Cattolica.(21) Questo è il vero pericolo derivante dal modernismo e dal relativismo da costoro propagandati. Tuttavia – e lo scrivente ne è fermamente convinto – ciò resterà solo un mero pericolo e nulla di più, perché questi poveri uomini (per la cui conversione non dobbiamo mai stancarci di pregare) ignorano che: «portae inferi non praevalebunt!»(22) [affermazione questa di Nostro Signore Gesù Cristo, il cui significato letterale è: «le porte dell’inferno non prevarranno», nel senso che: «le forze del male non riusciranno a sopraffare la divina istituzione della Chiesa»].Solamente il ritorno al diritto naturale cristiano è l’alternativa che si offre alla società postmoderna, attualmente in preda all’impazzimento generato dall’egoismo individualista e materialista, affinché le nuove generazioni possano avere un futuro libero e dignitoso.Le parole di Benedetto XVI – e il Suo Magistero complessivo – rappresentano l’unico orientamento possibile per i cattolici. E, quando papa Ratzinger chiedeva alla politica di esprimere politici «credenti e credibili», non lo faceva in modo astratto, bensì decisamente concreto.Egli si riferiva al fatto che l’azione politica si deve fondare su quei princìpi del Diritto Naturale che sono alla base dell’antropologia umana, così come l’abbiamo conosciuta nel corso della storia. Se l’azione politica non si fonda sul rispetto della persona umana intesa nella sua integrità, siamo in pieno campo relativista. E se sono veri i dati, peraltro mai smentiti, concernenti ciò che è successo nel nostro Paese negli ultimi anni – 9 milioni di italiani che vivono sotto la soglia della povertà, il raddoppio del numero di coloro che soffrono la fame, decine di migliaia di famiglie costrette ad abbandonare la casa perché non hanno i soldi per pagare il mutuo (solo negli ultimi tre anni, Equitalia ha pignorato ben 426 mila abitazioni), il raddoppio del numero dei disoccupati dall’inizio della crisi ad oggi (rapporto 2014 dell’Istat),(23) 200 imprese che mediamente ogni giorno sono costrette a fallire, centinaia di suicidi per impossibilità di solvenza dei debiti privati, l’inesorabile crescita del debito pubblico e la drastica riduzione del Pil, nonostante il maggior gettito fiscale scaturente dal più alto livello di tassazione al mondo – è fuor di qualsiasi dubbio che l’integrità ed anche la dignità della persona umana siano state ignorate dal Cesare italico, il quale non ha assolutamente dato a Dio quello che è di Dio!L’ammiccare ad un’Europa politica che non esiste e che è governata dalle burocrazie e dalla finanza internazionale, attraverso una banca privata, gestita da privati, qual è la Banca Centrale Europea e, nel frattempo, provocare i sopra menzionati disastri di macelleria sociale, non corrispondono a quell’invito perentorio del Magistero della Chiesa di guardare alle condizioni in cui vive l’uomo contemporaneo, ai suoi bisogni veri, reali, indisponibili.Ed, a ragion veduta, papa Leone XIII(24) mise in guardia i cattolici quando, più di cento anni or sono, scrisse: «Se la volontà dei governanti si oppone alla volontà e alle leggi di Dio, allora i governanti oltrepassano i limiti del proprio potere e pervertono la giustizia. La loro autorità allora non può essere valida, poiché l’autorità senza la giustizia è nulla».

Dott. Ubaldo Sterlicchio

Note:  Luca XX, 20-25 e Marco XII, 13-17.2 Angela Pellicciari, “L’altro Risorgimento. Una guerra di religione dimenticata”, Piemme, Casale Monferrato (AL), 2000, pagg. 10-11.3 Ibidem, pag. 137.4 Ibidem, pagg. 226-227.5 Autori vari, “San Leucio e l’arte della seta”, Pierro, Gruppo editori Campani, Ariccia (Roma), 1996.6 Dall’intervento del Prof. Aniello Gentile, dell’Università di Napoli, Presidente della Società di Storia Patria di Terra di Lavoro, il 28 febbraio 1998, in occasione della presentazione del “numero speciale” dedicato agli atti della Tavola Rotonda, tenuta il 29 gennaio 1996, nella ricorrenza del primo anniversario della beatificazione del Padre Modestino di Gesù e Maria da Frattamaggiore.7 Epiphanius, “Massoneria e sette segrete. La faccia occulta della storia”, Controcorrente, Napoli, 2002, pagg. 329 e seguenti.8 Ibidem, pag. 73.9 Ibidem, pagg. 742 e seguenti.10 Angela Pellicciari, op. cit., pag. 23.11 Epiphanius, op. cit., pagg. 437 e seguenti.12 Ibidem, pagg. 444 e seguenti; nonché pag. 495.13 Ibidem, pag. 497.14 Ibidem, pag. 499.15 Ibidem, pag. 495.16 Ibidem, pagg. 453 e seguenti.17 Ibidem, pagg. 504 e seguenti.18 Attualmente, soprattutto in Europa, è in atto una strategia finalizzata al dominio sugli Stati (fra i quali, c’è l’Italia) e sui relativi governi, attraverso il controllo della moneta. Infatti, gli Stati facenti parte dell’eurozona hanno ceduto alla Banca Centrale Europea la Sovranità monetaria (la qual cosa, oltre a configurare una palese violazione della Costituzione della Repubblica italiana, è stata anche foriera di gravissime conseguenze economico-finanziarie, dovute al famigerato “signoraggio” ed alla sua pesante incidenza sulla formazione del debito pubblico) e sono divenuti succubi di un organismo privato (la BCE è una sorta di S.p.A.) totalmente in mano alle potenti lobby dell’alta finanza e delle collegate associazioni internazionali di stampo massonico.19 Epiphanius, op. cit. pag. 498.20 Ibidem, pagg. 526 e seguenti.21 Per ulteriori approfondimenti sulla Massoneria e sulla sua incompatibilità con il Cattolicesimo, cfr. anche Padre Paolo M. Siano, “Un manuale per conoscere la Massoneria”, Casa Mariana, Frigento (AV), 2012.22 Matteo XVI, 18: Gesù, rivolgendosi all’apostolo Pietro, dice: «tu es Petrus, et super hanc petram aedificabo ecclesiam meam, et portae inferi non praevalebunt adversus eam», la cui traduzione in italiano è la seguente: «tu sei Pietro, e sopra questa pietra edificherò la mia chiesa, e le porte dell’inferno non prevarranno contro di essa».23 Corriere della Sera / Economia del 28 maggio 2014: http://www.corriere.it/economia/14_maggio_28/istat-italia-sforzo-record-conti-ora-bisogna-agire-crescita-4362e220-e64a-11e3-b776-3f9b9706b923.shtml.24 Al secolo Vincenzo Gioacchino Pecci (1810-1903), viene ricordato, nella storia dei papi dell’epoca moderna, come il Pontefice che ritenne che, fra i compiti della Chiesa, rientrasse anche l’attività pastorale in campo socio-politico. Fu estensore della famosa Rerum Novarum, enciclica con la quale egli formulò i fondamenti della moderna dottrina sociale della Chiesa.

fonte

http://www.neoborbonici.it/portal/index.php?option=com_content&task=view&id=4724&Itemid=1

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