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Nemesio Maria Rossi – parroco della rivoluzione del 1799

Posted by on Mag 27, 2024

Nemesio Maria Rossi – parroco della rivoluzione del 1799

Uno dei primi documenti sulla chiesa di San Mauro Abate che oggi è in possesso dell’attuale famiglia Rossi originaria di Casoria è il testamento del primo parroco che si conosce di suddetta chiesa, il  Reverendo Don Nicola Russo o Ruffo che costituì  una cappellania intitolata a San Rocco con il suo testamento che risale al 1517[1].


Nemesio Maria Rossi[2] parroco della chiesa di San Mauro dal 1783 al 1807 trae le sue origini da questo suo antenato già servo della  comunità parrocchiale circa tre secoli prima.
A precederlo nella sua missione fu uno zio materno Giovanni Ferrara che era stato parroco dal 1778 al 1782.
Nemesio Maria Rossi era figlio di Giacomo Rossi (Russo) notaio e fisico e di Caterina  Ferrara, nacque nella sua casa natale il 16 settembre del 1730 e fu battezzato dal R.do Preposito D. Paolo Russo e da Teresa Russo ostretica. Abitava in un palazzo fatto costruire dal padre uomo di grande fede religiosa.  Aveva sei fratelli tutti cresciuti con lo spirito del cristianesimo,  fu seguito negli studi dallo zio materno.   Avviato al seminario, giovanissimo prese l’abito talare. Stessa sorte, quella di abbracciare la carriera religiosa, toccò ai  i suoi fratelli:  Giovanni Maria Gioseppe, (1719-1799), Costantino (1732- ????) monaco agostiniano in giro per il mondo e Nicola Maurizio Felice (1739 -1786) solo Antonio e Sigismondo contrassero matrimonio e continuarono la discendenza.
Fu fatto parroco e prese possesso della Chiesa di San Mauro il “16 febraro 1783”.
Una vita intesa raccontata da suo nipote Valentino Rossi figlio di Sigismondo che pur aspirando alla carriera  di parroco dovette accontentarsi di essere il teologo ed economo della collegiata  della chiesa parrocchiale. Nei  suoi scritti ci sono i fatti ed misfatti della vita ecclesiastica casoriana compresa una bozza dell’ “Origine del suolo del tenimento casoriano e delle Paludi di Poggio Reale e di quelle dette della Botte” un documento che non fu mai dato alle stampe. (vedi manoscritto)
Molto legato alla famiglia reale dei Borbone, Nemesio Maria Rossi non disdegnava, ma anche non li favorì  i crescenti movimenti sovversivi  che caratterizzarono il suo tempo. Visse la Rivoluzione napoletana  del 1799 con estremo equilibrio cercando di comprendere le vere ragioni del movimento. Con la restaurazione successiva si affiancò all’azione del cardinale Ruffo e purtroppo dovette dare sepoltura ai suoi parrocchiani “insurgienti” contro i francesi.
Fece molto per la chiesa di San Mauro la restaurò invitando i maggiori pittori dell’epoca, costruì  l’attuale Battistero e la dotò del pavimento di marmo non solo per un fattore estetico e di prestigio ma anche per facilitare  il voto “per grazia ricevuta” dei fedeli che solevano il 15 gennaio prima dell’alba, strusciare la lingua per terra dal fondo della chiesa fino all’altare in onore del santo.
E’ anche grazie  al suo lavoro che si costruì l’organo posto nella parte destra in cornu Evangeli nella prima cappella con un prospetto bellissimo con intagli in legno graziosamente indorati.
Contemporaneamente costruì la soffitta in cassonetti.
Don Arcangelo Paone tra l’altro annotava: “È posto anche a mano destra vicino alla porta della Chiesa, e fu fatto a spese del Preposito Curato D. Nemesio Rossi nel 1794 ed a spese del Preposito Curato D. Mattia D’Anna fu trasportato in quel luogo di Rubrica, e circondato da cancello di ferro fatto a sue spese nel 1829”.
Nella sua casa natale dotata di due ingressi  uno alla  Via San Sebastiano, conosciuta anche come “Vico di casa Russo”  e l’altra al  Vico II Santa Croce  una traversa della già Via San Mauro,  aveva avuto l’autorizzazione dalla curia napoletana di  costruire un oratorio e di intrattenere i giovani del paese e ospitava spesso altri prelati proveniente da ogni parte del regno che venivano a visitarlo o si recavano a Napoli per  parlare con esponenti della corte reale.

Collegiata e parrocchiani fu la principale attenzione del preposto.

“E quasi che tutte queste spese erogate non fossero state sufficienti ad appagare il grande ardore di divozione di quel popolo, esso volle ancora fondare in detta chiesa una Collegiata di Canonici. Da principio la Collegiata era composta di venti canonicati, e della prepositura curata, indi poi essendosi aggiunti altri due canonicati, e dodici Eddomadariati, la collegiata fu di ventidue canonicati, di dodici Eddomadariati, e della prepositura curata. Ed affinchè tutto, andasse con ordine, e regolarità in detta chiesa, si stabilì colla detta Bolla di fondazione, che la cura delle anime con tutte le attribuzioni Parrocchiali come erano state sempre per lo passato presso il Parroco pro tempore di detta Chiesa, rimanessero presso il solo Preposito Curato, il quale fosse unica e sola Dignità del Capitolo, e fosse nel tempo stesso come il Capo della Collegiata, così il Capo della Chiesa; ed i Canonici dovessero mantenere ogni giorno 1′ Officiatura nel Coro, e dovessero prestare 1′ assistenza a tutte le sacre funzioni di detta Chiesa.
A diverse politiche vicende andò soggetta questa Collegiata, ma in tutte queste si mostrarono sempre questi Casoriani accesi di massimo zelo, e di grande amore per questa Chiesa di S. Mauro.
Essa passò per le tempestose rivoluzioni del 1799, e mentre quasi tutti gli altri enti morali ecclesiastici ne furono scossi, e danneggiati, questa Collegiata [per la tenacia della parroco]e zelo di questi Casoriani ne uscì intatta, ed illesa, sicchè, dopo quella rivoluzione, per la divozione di questi fedeli, essa si consolidò maggiormente con nuovi lasciti, e acquisti”[3].

Don Nemesio Maria Rossi nei suoi registri della chiesa mestamente a seguito della rivolta popolare contro l’esercito francese occupante annotava:

Al di quattro Giugno 1799

Nell’insurrezione contro gli francesi, ed attacco fattosi morirono li seguenti miei figliami.

Giuseppe Marino marito di Maria Esposito di anni 35 incirca

Carmine Mastronzo marito di Orsola Russo d’anni 70 incirca

Sabato Pagano figlio di Antonio e di Vicenza Aveta d’anni 14 incirca

Antonio Cortese marito di Stella del Prete d’anni 36 incirca

Antonio Russo marito di Teresa Montanino d’anni 56 incirca

Domenico Russo figlio di Nicola e della fu Anna Genuese d’anni 23

Silvestro Russo figlio dei fu Filippo ed Eleonora Ferone di anni 60 in circa

Giovanni Palmentiero marito di Francesca Cuccarone d’anni 40 incirca, bruciato in un pagliaio

Luigi  di Caro marito di Maria Rosa Esposito di anni 45 incirca.

Dei quali due furono insurgenti, cioè Antonio Cortese e Luigi Caro detti disopra, uniti agli insurgenti dell’Afragola, e tutti gli altri predetti furono ammazzati innocentemente per le strade e per le campagne e furono sepolti in S. Mauro

Rossi Preposito Curato

Nemesio Maria Rossi  Reverendissmo preposito curato figli di detti dr. Fisico Giacomo e donna Caterina Ferrara d’anni settantasei mesi sette e giorni 78 in sua propria casa alla strada S. Mauro passò [è passato] da questa all’altra vita nella comunione di S. Madre Chiesa confessato dal canonico don Antonio Renza  comunicato da Reverendo Parroco di San Benedetto Don Paolo Rossi, munito del sacramento dell’estrema unzione ed assisto dal reverendo Don Domenico Fendore parroco di Terra d’Isca diocesi di Squillaci in Calabria Ultra, qui ritrovandosi e  fu [si è] sepolto nella collegiata di S. Mauro nella cappella dei santi Rocco e Giovanni Gentilizia di Sua famiglia.

Can. Valentino Rossi

13 Maggio 1807[4]

[1] Nell’elenco dei parroci  della chiesa di San Mauro  che si trova nell’ “Appendice alla vita e miracoli di S. Mauro” di Don . Arcangelo Paone fatta stampare nel 1893 in Napoli dalla Tipografia Barnaba Cons. di Antonio,  la successione dei parroci inizia dal 1519 Con Don Conforto De Luca.

[2] E’ proprio con la documentazione ecclesiastica e dai libri anagrafici conservati presso la chiesa di San Mauro che è possibile vedere la trasformazione del cognome da Russo a Rossi. Infatti il cognome del parroco in più occasioni è corretto in Rosso e altre volte in Rossi. Un evento abbastanza comune per quei tempi tanto è vero che anche Tommaso Rossi  filosofo e teologo italiano (San Giorgio La Montagna 1673-1743). Amico di Vico,  che scrisse opere importanti come Della mente sovrana del mondo, difese, contro Lucrezio, l’immaterialità e l’immortalità dell’anima e combatté le teorie di Locke e di Spinosa,  aveva il cognome originale Russo.

[3] Vita e Miracoli di San Mauro – D. Arcangelo Paone. 1893

[4]  atti in chiesa San Mauro 17 foglio 41

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