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Canzoni deliziosamente nostalgiche

Posted by on Lug 8, 2024

Canzoni deliziosamente nostalgiche

   Sono gli stessi nomi che si ritrovano oggi alle cimase dei palazzi napoletani,come se questa scuola di pittura che ha tuttavia irradiato in tutta l’Europa,  non si leggesse bene che qui. Alcuni di questi palazzi sono aperti al pubblico (Capodimonte, Palazzo Reale). Altri sono strettamente privati :noi li abbiamo fatti aprire, per rivelarvi gli splendori nascosti (Palazzo Cellamare, Palazzo d’Avalos).

   “Napoli” diceva Alexandre Dumas, è una città tra l’acqua di mare e l’acqua benedetta”.

 Nei chiostri, i rumori della città svaniscono. A Santa Chiara, A San Gregorio Armeno, delle placide monache, pallide, sotto la cornetta nera, aprono silenziosamente ai passanti i loro recinti di verzura e le loro cappelle d’oro.Si e detto che c’erano quattrocento edifici religiosi a Napoli. Chi ha mai, però, potuto enumerarli in questo groviglio di strade ?

   La notte cade ora sulla città. Si cena tardi, a Napoli. E in musica, quella di queste canzoni napoletane è deliziosamente nostalgica, a cui Caruso non resisteva. Il pubblico non più : nei ristoranti del Borgo Marinaro i turisti non sono i soli a riprendere in coro  “Funiculì” mangiando  paste condite di fagioli bianchi o di ceci.

E crocchette di riso panate o fritte. Si racconta che i “gelati” sono stati inventati a Napoli; al  dessert valE megglio scegliere una “pastiera”, questa torta barocca, anch’esssa, nastro di pasta fogliettata profumataa al fiore d’arancio,guarnito di frutta candita e di quel l formaggio fresco chiamato “ricotta”. Ci si lascia andare a una certa dolcezza di vivere. Non si sa più niente. Napoli, città rovinata? O  città di palazzi ?  “Napoli  è in capo al  mondo”; scriveva Napoleone a suo fratello Giuseppe, nel  1808.Geograficamente, forse. Culturalmente, si sbagliava. Come  ci si sbaglia; cieco per la sua degradazione, dimenticando che Napoli offre alcune testimonianze più perfette del Seicento barocco.

Alfredo Saccoccio

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