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DROGA, L’ALTRA PANDEMIA

Posted by on Lug 10, 2024

DROGA, L’ALTRA PANDEMIA

I dati della relazione annuale 2024 ci dicono che tra i giovani cresce sempre di più l’uso di sostanze psicoattive e il consumo di cocaina.

Martedì 25 giugno 2024, alla vigilia della Giornata mondiale contro le droghe, si è tenuta la conferenza stampa di presentazione della Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia per il 2024[1], trasmessa ai Presidenti della Camera e del Senato. Hanno preso parte all’evento il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega alle politiche antidroga, Alfredo Mantovano, i Ministri della Salute, Orazio Schillaci, della Giustizia, Carlo Nordio, dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, il Viceministro del Lavoro e delle politiche sociali, Maria Teresa Bellucci, e la Sottosegretaria di Stato all’Interno, Wanda Ferro.

La diffusione delle droghe “è un problema di salute pubblica” e il “punto focale è investire in prevenzione ed è quello che fa il Governo affidandosi al rigore scientifico dei dati che ci fanno capire il fenomeno. La relazione offre una fotografia completa e il ministero della Salute ha analizzato gli accessi in ospedale e ai Sert : è quanto ha affermato il Ministro della Salute Orazio Schillaci intervenendo alla conferenza stampa a Palazzo Chigi della Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia 2024.

Emerge una “diffusione pandemica delle sostanze stupefacenti, l’abbassamento dell’età di primo approccio e poi l’uso abituale e l’incremento del principio attivo”, secondo il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano.

C’è una “scarsa consapevolezza diffusa di quanto fa male qualsiasi tipo di droga”. “Bisogna lavorare molto per far aumentare la consapevolezza,” ha sottolineato. “Secondo i dati del 2023 quasi 960mila giovani tra i 15 e i 19 anni (il 39% della popolazione studentesca, 4 studenti su dieci) hanno assunto nella loro vita almeno una volta una sostanza psicoattiva illegale e oltre 680mila (più di un quarto della popolazione studentesca) lo hanno fatto nel corso dell’ultimo anno”.

L’analisi della diffusione e del consumo di sostanze stupefacenti e psicotrope in Italia nel 2023 (anno di riferimento per la maggior parte dei dati contenuti nella Relazione) evidenzia una tendenza in crescita: sia per quanto riguarda i consumi, sia i reati penali in violazione del “Testo Unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza”, sia per la domanda di trattamento. I

n particolare, si conferma l’aumento del consumo di sostanze psicoattive tra i giovani tra i 15 e i 19 anni rispetto all’anno precedente: quasi 960mila giovani, pari al 39% della popolazione studentesca, hanno riferito di aver consumato una sostanza illegale almeno una volta nella vita e oltre 680mila (28%) nel corso dell’ultimo anno. Le percentuali di studenti che riferiscono di aver utilizzato almeno una volta nell’anno sono: cocaina dall’1,8% al 2,2%, stimolanti dal 2,1% al 2,9%, allucinogeni dall’1,6% al 2% e Nuove sostanze psicoattive dal 5,8% al 6,4%.

La cannabis rimane la sostanza più utilizzata dai giovani, ma con una diminuzione della prevalenza rispetto al 2022 (22,2% contro il 23,7%).

Conseguentemente sono aumentati anche gli accessi al Pronto soccorso per situazioni direttamente correlate alla droga: 8.596 nel 2023, il 5% in più, con un 10% di minorenni. Resta la percezione della pericolosità da parte delle stesse famiglie dei baby assuntori. Secondo uno studio recentemente condotto, due quinti dei genitori di studenti tra i 9 e i 14 anni – che frequentano 20 scuole di Roma – relativamente al consumo di sostanze cannabinoidi hanno un atteggiamento di tolleranza e la metà ritiene che consumo di alcol e cannabinoidi va contestualizzato prima di essere giudicato.

Chi possiede un elevato titolo di studio è mediamente più tollerante verso alcol e cannabinoidi mentre si rivela più intollerante verso l’uso di tabacco e sigarette elettroniche”, sottolinea Mantovano, per il quale “bisogna mettere da parte quei pregiudizi ideologici post-sessantottini secondo cui tutto si può fare. I risultati ci dicono che non è così”. 

La lunga serie di casi come quello dell’omicidio di Thomas a Pescara o gli incidenti stradali, “hanno tre elementi che convergono: la diffusione pandemica delle sostanze stupefacenti, l’abbassamento dell’età del primo approccio e del conseguente uso abituale e l’incremento del principio attivo, cioè ciò che determina l’effetto drogante. Il tutto dipende da una causa di fondo: dalla scarsa consapevolezza diffusa di quanto fa male qualsiasi tipo di droga,” ha detto Mantovano.

Il Fentanyl è una droga che purtroppo sta entrando in Italia. La quantità di una dose è equivalente a 100 volte una dose di eroina, un grammo ti manda all’altro mondo. La cosa ancora più allarmante è che rischia di entrare nelle carceri, perché entra attraverso applicazioni in cerotti che vengono anche prescritti all’interno del carcere. Stiamo facendo una mirata attività di monitoraggio sul Fentanyl nelle carceri “: così il Ministro della Giustizia Carlo Nordio aggiungendo che, per quanto riguarda i controlli, “la strumentazione tradizionale rischia di essere obsoleta per questa nuova droga“.

Il messaggio è (o dovrebbe essere) chiaro: ciò che è stato fatto fino ad ora non è stato sufficiente. La droga colpisce più di quello che si vede.

Il fenomeno ricorda un corso d’acqua carsico, con molti aspetti nascosti sottoterra. Forse ha trovato modi per convivere con la società senza scandalizzarla troppo, ma esiste. Oggi più che mai, è pericoloso chiudere gli occhi sotto la carezza di un’assuefazione che non ci disturba più. La nostra società, nel suo complesso, è sempre più “dipendente”. La droga, infatti, non è mai il problema principale: è una conseguenza. Tragica.

Il consumo di sostanze non è un fenomeno isolato, ma una sorta di sottoprodotto o correlato a un cambiamento culturale, che enfatizza il vivere nel presente e la ricerca dell’emozione fine a sé stessa, due pilastri delle modalità di azione e consumo della società contemporanea.

Pertanto, non basta tutto ciò che è stato detto e fatto finora; continuare a parlarne non è inutile, ma urgente e indispensabile.

Daniele Onori

fonti

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