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11 marzo – EDMONDO DE AMICIS: la Massoneria al lavoro

Posted by on Ago 9, 2024

11 marzo – EDMONDO DE AMICIS: la Massoneria al lavoro

lunedì 11 marzo 2024Uno dei più influenti scrittori italiani, appartenente alla MASSONERIA come la GRAN PARTE DELLA CLASSE DIRIGENTE POLITICA E INTELLETTUALE DELL’OTTOCENTO E DEL PRIMO NOVECENTO, è conosciuto per essere l’autore del romanzo “Cuore”, uno dei testi più popolari della letteratura italiana per ragazzi, assieme a “Pinocchio” di Carlo Collodi, un libro di forte ispirazione massonica, dove si sostituiscono la religione cattolica degli italiani con la religione laicista della Patria, la Chiesa con lo Stato, il fedele col cittadino, i Comandamenti coi Codici, il Vangelo con lo Statuto, i martiri con gli eroi.


Per approfondire vedi il contributo di Angela Pellicciari sulla rivista “Il Timone” (articolo, Risorgimento e massoneria del 2003)
qui.

EDMONDO DE AMICIS (Oneglia, 21 ottobre 1846 – Bordighera, 11 marzo 1908) studiò a Cuneo e frequentò poi il liceo a Torino. A sedici anni entrò nell’Accademia militare di Modena, dove divenne ufficiale.
Nel 1866 come luogotenente partecipò alla battaglia di Custoza e assistette alla sconfitta patita dai Sabaudi a causa dell’incapacità dei comandi di gestire la larga superiorità numerica. Fu questo forse che fece nascere in lui la delusione che lo spinse ad un certo punto a lasciare l’esercito
.
In quel periodo era comunque prevalente lo spirito patriottico e vedeva l’esercito come primo luogo in cui si andava formando l’unità d’Italia. Considerava la disciplina militare come valido metodo educativo.
A Firenze, dove si era recato per servizio, scrisse su questi temi e sulla propria esperienza una serie di bozzetti, che poi sarebbero stati raggruppati nella raccolta “La vita militare” (1868) pubblicata per la prima volta su L’Italia militare organo del ministero della guerra.

Quando poco dopo lasciò l’esercito divenne inviato per la Nazione di Firenze, assistendo tra l’altro alla presa di Roma nel 1870. In questo periodo le sue corrispondenze andarono a formare i libri di viaggio Spagna (1872), Ricordi di Londra (1873), Olanda (1874), Marocco (1876), Costantinopoli (1878/79), Ricordi di Parigi (1879).

Dal 1879, ma più permanentemente dal 1885, lo scrittore prese alloggio a Torino presso il palazzo Perini in Piazza S. Martino, 1 – ora Piazza XVIII Dicembre – davanti alla vecchia stazione ferroviaria di Porta Susa, dove oggi una targa lo ricorda. Qui, De Amicis terminò (ispirato dalla vita scolastica dei suoi figli Ugo e Furio) quella che fu considerata la sua più grande opera.

Pubblicato infatti per la prima volta il 17 ottobre 1886 (il primo giorno di scuola di quell’anno) come libro per ragazzi, la casa editrice milanese Treves fece uscire Cuore, una raccolta di episodi ambientati tra dei compagni di una classe elementare di Torino, provenienti da regioni diverse, e costruito come finzione letteraria di un diario di un ipotetico ragazzo, l’io narrante Enrico Bottini.

Il romanzo ebbe subito grande successo, tanto che in pochi mesi si superarono quaranta diversi tipi di edizioni e decine di traduzioni in lingue straniere. Il libro fu (e lo è tuttora) di forte carattere educativo-pedagogico (insieme al successo italiano di soli tre anni prima, Le avventure di Pinocchio di Carlo Collodi) e fu molto apprezzato anche perché ricco di spunti morali attorno ai miti affettivi (da cui il titolo) e patriottici del recente Risorgimento.

Tuttavia, fu ampiamente criticato dai cattolici per l’assenza totale di tradizioni religiose (i bambini di Cuore non festeggiano nemmeno il Natale), specchio politico delle aspre controversie tra il Regno d’Italia e Papa Pio IX dopo la presa di Roma del 1870.

Nel 1889 De Amicis si avvicinò poi al socialismo, fino ad aderirvi totalmente nel 1896. Questo mutamento d’indirizzo è visibile nelle sue opere successive, in cui presta molta attenzione alle difficili condizioni delle fasce sociali più povere e vengono completamente superate le idee nazionalistiche che avevano animato Cuore. Amico di Filippo Turati, collaborò a giornali legati al partito socialista come la Critica sociale e La lotta di classe.

La sua iniziazione in massoneria non è considerata certa da alcuni autori, ma altri lo danno come iniziato nella Loggia Concordia di Montevideo, presieduta da D. Triani, presumibilmente all’Obbedienza della Gran Loggia dell’Uruguay.

Nel 1895 fu proprio De Amicis a pronunciare il saluto al massone torinese Giovanni Bovio, in occasione della rappresentazione teatrale del dramma San Paolo, che era interpretato da un altro massone, l’attore Giovanni Emanuel.

Molti critici letterari sostengono che Cuore sia un libro di forte ispirazione massonica, dove si sostituiscono la religione cattolica degli italiani con la religione laicista della Patria, la Chiesa con lo Stato, il fedele col cittadino, i Comandamenti coi Codici, il Vangelo con lo Statuto, i martiri con gli eroi.

Dopo il successo di Cuore, seguirono altri libri come Sull’oceano (1889), sulle condizione dei poverissimi emigranti italiani e poi Il romanzo di un maestro (1890, da cui è stato tratto nel 1959 lo sceneggiato televisivo omonimo), Amore e ginnastica (1892), da cui è stato tratto il film omonimo), La maestrina degli operai (1895) e La carrozza di tutti (1899), ritratto della città di Torino vista da un tram. Inoltre scrisse per Il grido del popolo di Torino numerosi articoli d’ispirazione socialista, che furono poi raccolti nel libro Questione sociale (1894)

In Italia, tra i massoni più famosi ricordiamo Giosuè Carducci (poeta e scrittore), Ugo Foscolo (poeta e scrittore), Giovanni Pascoli (poeta), Francesco Crispi (politico), Edmondo De Amicis (scrittore), Carlo Goldoni (drammaturgo e scrittore), Antonio De Curtis (attore comico, in arte Totò, che quando morì aveva il 30°, ma nel 2012 c’è stato da parte della Gran Loggia d’Italia – l’obbedienza massonica a cui l’attore napoletano apparteneva – il conferimento postumo del 33° del RSAA), Gino Cervi (attore), Gino Bramieri (attore), Giovanni Casanova (poeta, filosofo e scrittore), Carlo Collodi (scrittore e giornalista), Gabriele D’Annunzio (scrittore, poeta, drammaturgo, militare, e politico), Giuseppe Garibaldi (generale e condottiero), Giuseppe Mazzini (politico, filosofo e giornalista, sulla cui appartenenza alla Massoneria c’è però una controversia), Antonio Meucci (inventore), Ernesto Nathan (politico, che fu sindaco di Roma), Nicolò Paganini (violinista e compositore), Quasimodo Salvatore (poeta), Goffredo Mameli (poeta e scrittore, che fu l’autore dell’inno d’Italia), Vittorio Formentano (il fondatore dell’Associazione Volontari Italiani Sangue), Enrico Fermi (fisico); Gianni Agnelli (imprenditore).

fonte

https://www.culturacattolica.it/cultura/il-calendario-del-marciapiedaio/da-ricordare/11-marzo-edmondo-de-amicis-oneglia-21-ottobre-1846-bordighera-11-marzo-1908

2 Comments

  1. sono sbigottito, sono sgomento adesso capisco la natura di certe strutture sociali,l’educazione di tutti i nostri figli improntata sul modulo di Gomorra dove ognuno pensa per se sopraffacendo l’altro in barba mutuo soccorso sociale prima molto radicato nel sud oggi ormai espanso a macchia d’ olio in tutto il tessuto sociale italiano a tutti i livelli

  2. Nell’elenco è stato omesso papa Giovanni XXIII, al secolo Giuseppe Roncalli.
    (da MASSONI di Gioele Magaldi)

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