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STORIA DI FERDINANDO II RE DEL REGNO DELLE DUE SICILIE DAL 1830 AL 1850 LIBRO TERZO (XV)

Posted by on Ago 9, 2024

STORIA DI FERDINANDO II RE DEL REGNO DELLE DUE SICILIE DAL 1830 AL 1850 LIBRO TERZO (XV)

INDICE

DEI SOMMARI

DEL LIBRO III.

CAP. I. – PRINCIPI DELLA RISTAURAZIONE.

SOMMARIO- Il Real Governo intende con Termo proposito a perseguitare la rivolta, e ristaurare il regno. Pensieri varii intorno alla catastrofe di Maggio. Disposizioni governative intese a ricondurre l’ordine nella disordinata Città. Nota del Principe di Cariati al Conte di Rignon pel richiamo delle milizie terrestri e navali spedite per la guerra di Lombardia. Gesta memorabili del Decimo Reggimento di Linea.

Breve descrizione dei luoghi in cui avvennero. Congiunzione dei Napolitani con gli altri Italiani. Il ponte di Goito. Fatto d’anni di S. Silvestro. Bello ardimento dei Napolitani in Marmirolo. Gli Alemanni scacciati dalle Grazie. Gl’Italiani assaliti in Montanara, mandano a vuoto i disegni con estremo valore. Il Feld Maresciallo Radetzky con un gagliardo corpo di annata si avventa furiosamente contro Montanara; combattimenti che vi succedono. I Napolitani, guidati dal prode Giovannetti, sfondano la linea nemica in mezzo ad una impetuosa guerra. I Tedeschi padroni del campo. Battaglia di Goito vinta dagl’Italiani. Giungono in Bologna gli ordini del rimpatrio dei Napolitani; e divulgati appena vi nasce un rumore incredibile. Cosa facesse il General Pepe. Il Brigadiere Klein mantiene gli animi nella fede del Re. L’esercito si ritira nel Regno. La Flotta rientra nei nostri porti lasciando l’Adriatico, dopo tolto il blocco a Venezia, e bloccata Trieste pag.

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CAP. II. – INSURREZIONE DI CALABRIA.

SOMMARIO – I perturbatori di Montoliveto vanno a trapiantare ingrati semi nelle Calabrie. Cosa facessero i liberali Calabresi dopo conosciuti i casi di Maggio. La rivolta progredisce per lo arrivo di taluni Deputati svignati da Napoli. Giungono in Cosenza Ricciardi e Mileti; l’agitazione al colmo. Istituzione di un Comitato diviso in quattro Dicasteri. Apparecchio di molti armati. Disposizioni ed intemperanze varie. Due fatti tragici in Cassano ed in Rossano. Arrivano nelle acque di Paola Ire Vapori da guerra, e cosa ri succedesse. Sbarco dei Siciliani in Paola. Si organizza l’esercito Calabro-Siculo ai cenni del Ribotti, e poscia ai prestabiliti disegni s’incammina. Breve descrizione dei luoghi in cui si preparavano le insidie e la pugna. Campotenese é fortificato. Un campo è messo in Spezzano-Albanese, un’ altro nei dintorni di Filadelfia. Il Governo manda tre colonne sulla ribellata regione pag. 25

CAP. III. -RIORDINAMENTO DELLE CALABRIE.

SOMMARIO – Si appressa il termine del calabrese rivolgimento, e perché. I Generali Busacca, Lanza, e Nunziante arrivano in vario tempo, in varii luoghi, e con varie schiere in Calabria. Proclami del General Nunziante, e risposta dei liberali. Tornate indarno le trattative di pace, si viene allo sperimento delle armi. Il General Busacca tenta il campo di Spezzano-Albanese, e tosto si riduce nella minacciata Castrovillari. Combattimenti attorno a questa città. Pensieri di Busacca, perché non eseguiti. Il Generale Lanza scaccia gl’insorti dalla valle di S. Martino, e da Campotanese; poscia si congiunge col General Busacca. Accuse ed ire scambievoli fra i Capi dei liberali per le toccate disfatte. Ribotti riferisce al siciliano ministero la sfreni ita dei casi, e chiede ritirarsi. Inutili industrie per soffermare le ruine della rivolta. Il Comitato abbandona il suo seggio di Cosenza. Le milizie tolgono le stanze in questa città. 11 General Nunziante spinge le sue schiere contro i ribelli. Fiero combattimento in Campolongo. Casi miserandi di Filadelfia e del Pizzo. Altre operazioni del General Nunziante. Ribotti fugge coi suoi per Corfù. Il Vapore lo Stromboli va in caccia dei fuggitivi, e li cattura. Estreme venture dei Capi del calabrese rivolgimento. Ultimi tentativi di rivolta pag. 34

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CAP IV. – IL PARLAMENTO NAPOLITANO.

SOMMARIO – Il Governo, posata la ribellione, intende l’animo all’apertura del Parlamento. Procedere vario intorno alla elezione dei Deputati. Per le mene degli anarchisti il di della inaugurazione delle Camere si appressa fosco e minaccioso. Un regio Delegato apre il Parlamento con apposito discorso in nome del Re. I Pari e i Deputati incominciano a riunirsi. Interpellazione di un Deputato sul conto del Generale Nunziante. Risposta che gli fa il Ministro dell’Interno. Lagnanze che ne mena il Generale in un suo rapporto. Cattivi umori che ne sorgono. Indrizzo alla Corona non accettato, e perché. Il Sovrano proroga la sessione delle Camere. Inutili tentativi di concitamene pag. 63

CAP. V.- ANTECEDENTI DELLA SPEDIZIONE MESSINESE.

SOMMARIO -Le Camere Siciliane, compiuto lo statuto fondamentale del nuovo regno, onorano in siugolar modo Ruggiero Settimo, e proclamano il Duca di Genova a loro Re. Delirii e Feste. Ferdinando II pubblica una protesta contro il nuovo atto. Uria Deputazione si porta ad offrire al Sabaudo Principe la sicula corona; la quale vien rifiutata. In Napoli si prepara una spedizione contro la sconvolta Sicilia. Come nel parlamento brittannico si condannasse la condotta di taluni Inglesi nelle sicule vertenze. Giustificazioni del Ministro Lansdowne. Discorso vibrato di Disraeli. Il napolitano governo partecipa ai Ministri Esteri le sue mosse guerriere sulla Sicilia. L’incaricato della Repubblica Francese s’industria di opporrsi con una nota. Lord Napier fa lo stesso. Il Principe di Cariati non risponde. La Russia minaccia contro ogni intervento. La spedizione è in pronto pag. 79

CAP. VI. – SPEDIZIONE ED OCCUPAZIONE DI MESSINA.

SOMMARIO – Schizzo storico e topografico di Messina. I Siciliani, subodorate le regie mire, fortificano in mille guise con armi, uomini, e munimenti Messina ed altri luoghi. I Napolitani vanno alla messinese spedizione con valida armata terrestre e navale. Cenno biografico di Carlo Filangieri, Comandante supremo di quella guerra. Inutile proclama di pa

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Primo impeto dei Regii contro la batteria delle Moselle. Furioso bombardamento fra la Cittadella e i forti siciliani. Messina da vasto e furioso incendio divorata. Sbarco delle milizie nella sponda delle Moselle. Mire e partizione dei Regii. Combattimento, e fatti atroci in Contessa. Conquista di Campanarolungo. Caso orrendo nella divisione del Maresciallo Pronio. Il sopravvenire della notte sospende il combattimento. Tristo cumulo di miserie nel e Settembre. Schiusa appena l’alba del dì vegnente si riaccende la guerra. Inutili trattative di pace. Porta Zaera, e l’Ospizio di S. Clemente espugnati. Fiero combattimento della Maddalena. Le truppe vincono in tutte le posizioni, e conquistano la insanguinata e combusta città. Resa di Melazzo, del Vapore Vesuvio e di altri luoghi. La flotta si ancora nel porto, e la truppa si accaserma dentro la città. Lamentevole stato di Messina dopo la guerra. Morti e Feriti. Dolce ricordo di militare pietà. Provvedimenti varii pel riordinamento dell’addolorata Cini. Abbandono delle batterie di Torre di Faro. Mediazione Anglo-Francese. Sospensione delle ostilità pag. 92

CAP. VII. – IL PONTEFICE PIO IX A GAETA.

SOMMARIO – Duri casi d’Italia, e Segnatamente di Roma. Assassinio del Conte Rossi. Gravi circostanze di Pio IX, il quale protesta innanzi al Corpo Diplomatico, e dopo non guari abbandona colatamente la sconvolta Città, e ripara in Gaeta. Cenno descrittivo e storico di Gaeta. Il religioso Ferdinando D, conosciuto appena l’arrivo del Pontefice, corre a prestargli omaggio, e fa provvedere di ogni maniera di commodità la pontificia dimora. Pio IX con ineffabile bontà accoglie tutti. Memorabili parole dette al Ministero di Stato, e al Consiglio di Stato Napoletani. Ricordevole preghiera indritta all’Altissimo. Interpetrazioni maligne della pontificia fuga. Pietoso desiderio di varie nazioni. Il Pontefice pubblica una protesta contro i suoi sudditi ribelli, e nomina una Commissione Governativa. Fraudolento invito dei Romani. Seconda protesta del S. Padre. Sorge la Costituente in Roma, Pio IX protesta, ella va innanzi, e dichiara decaduto il Papato. Solenne protesta orale del Sommo Pontefice; e richiesta di un intervento armato per domare la ribelle Consorteria. Arrivo di Leopoldo II a Gaeta pag. 137

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CAP. VILI. – RIAPERTURA DEL PARLAMENTO NAPOLITANO.

SOMMARIO – Le Camere son prorogate per la seconda volta, e perché; infine sopraggiunto il prefisso tempo sono aperte. Il Ministero per diverse e contrarie vie urtato, e riurtato. I Deputati dietro gagliarde e prolungate discussioni vanno scopertamente ai danni di quello con un indirizzo al Re. Quanto fosse imprudente un tal procedere. Il Ministero si tien sald’in mezzo alle tempeste, e con un memorando rapporto al Sovrano, difende se, dipinge a minuto le improntitudini, le sregolatezze, e gli eccessi della Camera dei Deputati e ne domanda la chiusura. Il Re con un decreto scioglie la turbolenta tribuna, né più di lei si cale… pag. 159

CAP. IX. – SPEDIZIONE DI CATANIA.

SOMMARIO – Le ingannevoli negoziazioni di pace, ricuoprono apparecchi ostili in Sicilia. Ultimato venuto da Londra sulle Sicule vertenze, contro il quale nobilmente protesta il Principe di Cariati. Magnanima condotta del Re. Ultime concessioni regie portate in Palermo dai Mediatori Inglesi e Francesi; e messe a conoscenza del Siciliano Ministero con una nota di Baudin. I Palermitani rifiutano la pace, e voglion guerra, e guerra hanno. Preparativi nimichevoli del Napolitano Governo. Arrivo, e proclami del General Filangieri in Messina; e voci e credenze che vi sorgono. Cominciano le militari mosse. Sei fregate a vapore cariche di truppe accennano a Cefalù, fingendo uno sbarco. Il resto dell’esercito volge i passi per la via che mena a Catania. Il General Zola combatte in Ali. I Siciliani scacciati da S. Alessio. Le reali milizie espugnano la forte Taormina; si menano innanzi. Apparecchi fatti in Catania, e cenno storico di questa Città. AciReale, e molti altri paesi tranquillamente si arrendono, e dichiaran sensi benigni. Le fregate a vapore si defilano per le acque di Catania, e le catanesi batterie tuonano ai loro danni. Furiosa battaglia di Catania, vinta dai Regii pag. 172

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CAP. X. – FINE DELLA CONQUISTA DI SICILIA.

SOMMARIO – Filangieri spinge sue armi al compimento della impresa. Dedizione di Augusta e di Siracusa. 11 General Nunziante parte per Adernb, e il Brigadiere Zola per Caltagirone; il Duce Supremo li segue. Tutti i paesi per mezzo di deputazioni si sottomettono. Le truppe entrano nella festante Caltanissetta, dove affluiscono altre deputazioni, e segnatamente quella di Palermo. Sensi che Filangieri esprime all’armata terrestre e navale. Come si avvicinano le milizie in Palermo vi nasce tumulto indicibile, e perché. S’implora e si fa sperare un’ amnistia, il cui casuale ritardo sveglia le ire, e i tumulti. Le ribollenti squadre escono ad affrontare i regii in VillaAbbate, e Mezzagno; combattono, e vanno in rotta. Infine si calmano gli animi con la pubblicazione dell’amnistia. Proclama del Comandante in Capo. l’esercito entra in Palermo, e si accaserma in varii luoghi. Filangieri applica l’animo al riordinamento dell’Isola, e precise della sua Capitale. Premii e decorazioni largite dal Re all’armata conquistatrice pag. 199

CAP. XI. – I NAPOLETANI NELLO STATO PONTIFICIO.

SOMMARIO – Fermato l’intervento straniero a favore del Pontefice, sbarca a Civitavecchia un’ armata francese ai cenni del Generale Oudinot, che emette un proclama, e spinge varie schiere intorno a Roma, le quali sono da inatteso urto percosse. Re Ferdinando D si muove con le sue truppe per lo Stato Pontificio; stabilisce il quartiere generale in Albano; si mette in corrispondenza col francese Duce. Garibaldi esce da Roma ai danni dei Napolitani, il Re manda i Generali Winspeare e Lanza a contrastarlo. Fatti d’arme di Valmontone, Monteporzio, e Montecomprato. Assalto di Palestrina. Garibaldi si allontana dai Napolitani. I Francesi danno in una seconda fraudo. Il Re fa avanzare le sue genti a Frascati; e spedisce la brigata Winspeare per Zagarolo e Palestrina. I Francesi si ritirano dall’accordo fermato. Quanto fosse irregolare un tal procedere. I repubblicani di Roma, in gran numero e con gran furore tornano ai danni dei Regii.

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Il Re, dopo pubblicata una nobile protesta, ordina la ritirata delle sue schiere; le quali pernottano a Velletri. Cenno storico di questa Città. I Garibaldesi raggiungono i Regii a Velletri. Primo scontro che vi succedè, in cui quelli son fugati. 11 Re dispone variamente le sue armi, rende fortissima la sua posizione, combatte, e vince. Nei giorni seguenti prosegue con calma, e compie la sua ritirata. La napolitana frontiera, brevemente noiata da Garibaldi, vien guardata da milizie napolitana, spagnuole, ed alemanne, le quali scacciano dapertutto le repubblicane torme, e v’istaurano il governo pontificio pag. 211

CAP. XII. – PIO IX A PORTICI.

SOMMARIO – Universali mine della ribellione. Pio IX si tramuta da Gaeta a Portici. Particolari del viaggio. Sua prima venula in Napoli, e ricordevoli parole dette al napolitano clero. Il Corpo Diplomatico si reca a Portici da Sua Santità, e poscia a Napoli dal Re. Benedizioni del Pontefice date dalla Reggia al popolo, ed all’armata. Inutili tentativi di soqquadro. Pio IX visita molte Chiese, Stabilimenti, Monasteri, e lascia dovunque memorie indelebili della sua bontà. Sua gita a Nocera di Pagani, a Salerno,a Caserta,a Pompei, a Castellamare, a Sorrento, ad Ercolano, a Benevento, a Mugnano del Cardinale, a Nola, ai Ponti della Valle. Pio IX passa le natalizie feste in Caserta; continua la visita delle napolitane Chiese, e Monasteri. Il Cardinale Antonelli annunzia al Corpo Diplomatico con una nota il vicino rimpatrio del Sommo Pontefice. Medaglia ed ordini cavallereschi pontificii donati all’armata. Divulgata la partenza del Santo Padre accorrono in Portici i più notevoli personaggi, e corpi morali. Benigne parole dette al clero di Resina. Viaggio di Pio IX. Solenni parole profferite nello accomiatarsi dal Re, che avealo accompagnato sino al napolitano confine. Esultanze e feste nello Stato Pontificio pag. 228

CAP. XIII. – COMPIMENTO DELLA RISTAURAZIONE.

SOMMARIO – Il Napolitano Governo progredisce sempreppiù nel suo proposito, e compie la restaurazione. Opportune disposizioni intorno alla pubblica istruzione. Determinata per Sicilia un’amministrazione civile, giudiziaria, finanziera, e degli affari ecclesiastici separata da Napoli.

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Viene stabilita una consulta in Palermo. Provvidenze varie per la siciliana finanza, ed istituzione di un Gran Libro del debito pubblico. Riordinamento del ramo dei lavori pubblici e delle acque e foreste. In qual modo il giuramento prestato alla Costituzione fosse divenuto nullo nei suoi effetti. Si riprende l’antica formola di giurare. Solenni parole di Carlo Botta contro i Governi rappresentativi. Le popolazioni supplicano il Re per l’abolizione della Costituzione. Conclusione pag. 247

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CONSIGLIO GENERALE

DI

PUBBLICA ISTRUZIONE

RIP. CAR.

N.° 86.

O G G E T T O

Napoli 12 Febbrajo .

Vista la domanda del Tipografo Angelo della Croce il quale à chiesto di proseguire l’opera intitolata – Storia di Ferdinando lì. Re del Regno delle Due Sicilie dal al per Giovanni Pagano.

Visto il parere del Regio Revisore R.° Sig. D. Carlo Viola.

Si permette che la suddetta opera si continui a stampare ma però non si pubblichi senza un secondo permesso che non si darà se prima lo stesso Revisore non avrà attestato d’aver riconosciuto nel confronto esser l’impressione uniforme all’originale approvato.

Il Presidente

FRANCESCO SAVERIO APUZZO.

Il Segretario

Giuseppe Pietrocola.

fonte

https://www.eleaml.org/sud/stampa2s/03_Storia_di_Ferdinando_II_Regno_due_Sicilie_1830_1850_libro_I_II_II_Giovanni_Pagano_2011.html#COMPIMENTO

fine

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