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Nicola Bernardini – l’arrivo di re Ferdinando II delle Due Sicilie a Lecce 1859

Posted by on Set 22, 2024

Nicola Bernardini – l’arrivo di re Ferdinando II delle Due Sicilie a Lecce 1859

Nicola Bernardini – l’arrivo di re Ferdinando II delle Due Sicilie a Lecce (14-27 gennaio 1859)
Per i miei studi ho comprato questo testo che, assieme ad altri, fa parte della mia collezione personale inerente il periodo risorgimentale della terra dei due mari.


Il seguente testo fu richiesto al Bernardini da Raffaele De Cesare per il suo libro “La Puglia dal 1848 al 1860“. Successivamente il De Cesare lo pubblicherà anche nel “Corriere di Napoli, n. 160, a. XXIII“.  Sfogliare le pagine di questo documento del Bernardini del 1895, è come vivere quel tempo quasi in prima persona; Nicola Bernardini, scrittore delle memorie storiche della Puglia, in anni post unitari, ha ripercorso le tappe e le vicende dell’ultimo viaggio del re, prima che lo cogliesse la morte al suo ritorno a Napoli a causa di una malattia. Viaggio intrapreso da Ferdinando II da Napoli a Lecce dal 14 al 27 gennaio 1859. Il testo del Bernardini si sviluppa in modo romanzato, incentrando l’intero testo attorno alle vicende del viaggio e con riferimenti a documenti ufficiali e  aneddoti su Ferdinando II. Nonostante i medici lo avessero sconsigliato,  Ferdinando II compì ugualmente quel viaggio in Puglia. Partì da Caserta l’8 gennaio 1859 per giungere il 7 marzo 1859 a Bari per il matrimonio religioso del figlio primogenito ed erede al trono Francesco, Duca di Calabria con Maria Sofia di Baviera, sorella dell’Imperatrice Elisabetta d’Austria, detta “Sissi“. Come sappiamo, quel matrimonio era già avvenuto per procura, senza che gli sposi si fossero mai conosciuti, ma il rito religioso che fu celebrato a Bari (dove Maria Sofia era giunta per mare, partendo da Trieste), fu turbato proprio dal notevole aggravarsi della malattia del Re iniziata già durante il viaggio, tanto che Ferdinando non poté assistere al matrimonio; e difatti dopo solo quattro mesi Ferdinando II morirà il 22 maggio 1859, in seguito all’aggravarsi dell’infezione che si era manifestata durante la sua presenza nel capoluogo di terra d’Otranto. Alla sua morte, il Regno delle Due Sicilie passò al figlio Francesco II, che lo perse definitivamente a Gaeta il 13 febbraio 1861 in seguito alla Spedizione dei Mille e l’intervento piemontese.

Molte sono le informazioni contenute nel testo del Bernardini. A cominciare dalla notizia della malattia di Ferdinando II. Su quella malattia del re, riporto le quattro versioni che ho trovato dai miei studi;

  1. Alcune fonti dicono che il re abbia contratto una malattia durante il suo soggiorno a Lecce.
  2. Secondo altre fonti Ferdinando non guarì mai completamente dalla ferita di un (fallito) attentato con baionetta che il re ricevette nel 1856 a Campo di Marte; e la sua morte sarebbe dovuta a setticemia.
  3. Secondo altre fonti ancora, la malattia di Ferdinando II dipendeva dall’obesità.
  4. Secondo ulteriori fonti, Ferdinando II spirò, si sospetta, avvelenato dal vescovo Michele Caputo.

Ma oltre alla poco nota notizia, della visita di re Ferdinando II a Lecce, in questo testo vi sono informazioni e dettagli utili alla comprensione del periodo e dei personaggi di quegli anni buii. Ad es è lo stesso Bernardini che a introduzione del suo libro, rappresenta, credo fedelmente, la figura dell’allora giovane Francesco, descrivendolo come un giovane cattolicissimo e dedito ad una vita quasi monastica. Ma anche le importanti informazioni sull’illuminazione elettrica con becco bunzen del padre gesuita Miozzi per illuminare il palazzo dell’Intendenza, che ospitò l’arrivo di re Ferdinando.

L’ARRIVO DI RE FERDINANDO A LECCE 14 GENNAIO 1859
Nell’attesa dello sbarco della sposa a Bari, la corte reale colse l’occasione per fare un giro in provincia di Lecce. Il viaggio del re durò otto giorni in carrozza.
La notizia del viaggio reale della Corte Borbonica mise in moto tutte le autorità della provincia di Lecce. Il Consiglio Comunale di Lecce del 21 dicembre 1858 deliberava : manutenzione delle strade e dei basolati. In molti si offrirono di dare offerte per le celebrazioni delle feste in occasione della venuta del re. Dettero il loro contributo in ducati ecclesiastici e negozianti, medici, farmacisti e notai, impiegati della real manifattura di tabacchi, della cancelleria civile della direzione dei Dazi indiretti. L’intera somma di  474,50 ducati fu data al cassiere comunale Cesare Foscarini.

Quando le carrozze della famiglia reale giunsero ai confini della provincia di Lecce, furono accolti dal fiore dei notabili e da più di 4.000 persone festanti, sotto un arco di trionfo eretto per quell’occasione. Al loro apparire i sovrani furono salutati con l’inno reale e con numerosi applausi e acclamazioni.
Il giorno 14 fu dato da Campi salentina l’avviso dell’arrivo per mezzo del piccolo telegrafo elettrico del gabinetto di fisica del R. Liceo, che i padri gesuiti trasportarono li per quell’occasione. All’arrivo della carrozza reale tutte le campane delle chiese cominciarono a suonare a festa. I sovrani erano attesi da un popolo intero, stivato sulle terrazze, sulle finestre, nelle vie. Festoni di alloro e di lampioncini. La dimora del re fu il palazzo deLl’intendenza, Ma sin da subito il re avvertì fremiti di freddo. Siccome nessuna stanza era predisposta per caminetti, allora bisognò servirsi di tutti gli utensili adatti a contenere il fuoco, come ad es mettere della cenere calda nelle catinelle per scaldare mani e piedi.
In quei giorni molti ottennero udienza da Re. Mentre una folla enorme stazionava le due piazze ai lati dell’edificio alternando acclamazioni “viva il re, viva la Regina, viva il Principe Ereditario, viva la Real Famiglia“; e le bande musicali intonavano l’inno borbonico.
Alle due del pomeriggio Sua Maestà il Re, accompagnato dall’Augusta Sua Consorte e dai Principi Reali, si recarono a visitare il Duomo di Lecce, aprendosi a stento un varco per l’addensata folla che gremiva il Duomo, tanto era compattato da una folla di sudditi di ogni condizione sociale.
Uscendo dal Duomo i Cocchi Reali si diressero  a visitare l’Educandato delle Fanciulle (Angiolille), Qui ricevettero un’accoglienza solenne; il re e la regina s’informarono dell’educazione delle giovani, dei loro studi, dei lavori manuali. Dopodichè il corteo reale rientrò nel palazzo dell’Intendenza fra le acclamazioni della folla.

E ancora altre informazioni importanti contenute in questo testo, sono inerenti l’esperimento di elettricità pionieristico di padre Nicola Miozzi.

fonte

Ferdinando II a Lecce (14-27 gennaio 1859) / Nicola Bernardini – Lecce : Tipografia Cooperativa, 1895 – 194 p. ; 26 cm. (Documento della collezione privata del dott Giovanni Greco)

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