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STORIA DE’ NOSTRI TEMPI DAL CONGRESSO DI PARIGI NEL 1856 AI GIORNI NOSTRI DI GIACOMO MARGOTTI IX (VOL. II)

Posted by on Ott 13, 2024

STORIA DE’ NOSTRI TEMPI DAL CONGRESSO DI PARIGI NEL 1856 AI GIORNI NOSTRI DI GIACOMO MARGOTTI IX (VOL. II)

MARTIROLOGIO DELL’EPISCOPATO ITALIANO

«Celle formule célèbre, l’Eglise libre dans l’Etat libre est le plus grand de tous les mensonges. J’ai vu moi-méme comment est traitè l’Eglise en Italie». Cauli. De Bonnecose nel Senato Francese, tornata del 16 marzo 1865.

«La formula libera Chiesa in libero Stato fu qualificata l’ironia dei nostri tempi». Senatore Mameli, tornata del 17 marzo 1865 (Atti uff. del Senato del Regno d’Italia, N° 404, pagina 1424.

DIOCESI DEI. PlEMONTE.

Alba. Vacante per In morte di Monsignor Fea Costanze Michele, avvenuta il 9 novembre 1853.

Alessandria. Vacante per la morte di Monsignor Dionigi Andrea Pasio, avvenuta il 29 di novembre 1854.

Aosta. Vacante per la morte di Monsignor Andrea Jourdain, avvenuta addì 29 maggio 1859.

Asti. Vacante. Monsignor Artico morì di crepacuore a Roma il 21 dicembre 1859, espulso dalla sua sede e vittima della calunnia.

Possano. Vacante per la morte di Monsignor Luigi Carlo Fantini, avvenuta il 28 agosto 1852.

Torino. Vacante. Monsignor Franzoni morì in esilio a Lione il 26 marzo del 1862 dopo di essere stato cacciato dalla sua Diocesi fin dal 1850.

Mondavi. Monsignor Ghirardi fu processato e condannalo per aver citato un decreto della Sacra Penitenziera e poi di nuovo processato e condannato nel febbraio del 1865 per aver pubblicato il Giubileo!

Saluzzo. Monsignor Giannotti fu processato e condannalo per lo stesso motivo. Oggidì la sede è vacante per la morte del Vescovo, avvenuta il 29 ottobre 1862.

Vigevano. Vacante per la morte di Monsignor Pio Vincenzo Forzani, avvenuta

il 15 dicembre 1859.

Cuneo. Vacante per la morte di Monsignor Fr, Clemente Manzini di S. Teresa, avvenuta in Genova il 31 di marzo del 1865, in seguito ad una violenta malattia di cuore.

Diocesi Di Liguria E Isola Di Sardegna.

Luni-Sarsana e Brugnato. Vacante per la morte di Monsignor Francesco Agnini, avvenuta addì 8 marzo 1853.

Cagliari. Monsignor Marongiu-Nurra è esiliato in Roma fin dal 1850, e spogliato di tutti i suoi beni.

Oristano. L’Arcivescovado è? vacaste fin dal 1860.

Ampitrias e tempio. il Vescovado è vacante dal’1854.

Castelly-Nuoro. Il Vescovado è vacante dal 1857.

Ogliastra. Il Vescovado è vacante dal 1853.

Basa. Il Vescovado è vacante dal 1845.

Bisaroio. Il Vescovado è vacante dal 1847.

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Sassari. L’Arcivescovo Monsignor Alessandro Domenico Varesini è morto a Quargento in Piemonte addì 22 di settembre 1861. Egli avea raccolto i primi frutti della libertà negli Stati Sardi, essendo stato condannato fin dal 1850 ad un mese di prigione per avere protestato contro le leggi Siccardi che abolivano il foro ecclesiastico.

Alghero. Monsignor Pietro Raffaele Arduino è morto il 12 di novembre del 1863, epperò la Diocesi è vacante.

N. B. Delle undici diocesi della vasta Isola di Sardegna, otto sono vacanti, ed una, quella di Cagliari, è priva del suo Arcivescovo condannato da quattordici anni all’esilio: sicché in tutta l’Isola non si trovano che due soli Vescovi, il Vescovo d’Ales e Terralba Monsignor Pietro Vargiu, nato il 19 di ottobre del. 1792, e il Vescovo d’Iglesias, Monsignor Giovanni Battigia Montisi, nato il 17 febbraio del 1792. Non più amministrazione della sacra Confermazione, non più sacre Ordinazioni, non più visite pastorali. Dove però non sono che due Vescovi, trovansi due prefetti, e sette sotto-prefetti. Non premono al Governo i bisogni religiosi della popolazione, magli sta molto a cuore di poterla dirigere coi suoi rappresentanti, e squattrinare co’ suoi esattori.

DIOCESI DI LOMBARDIA.

Milano. Monsignor Paolo Ballerini fn preconizzato Arcivescovo il 20 giugno 1859, ma non poté finora prendere possesso. Monsignor Caccia, vicario capitolare, è esule a Monza, e nel gennaio del 1864 fu costretto di recarsi in Torino ad audiendum verbum dal Ministero. E di questo si scandalizzò la stessa Opinione (Né del 15 gennaio 1864).

Brescia. Monsignor Vèrzeri dovette subire molte persecuzioni.

Bergamo. Monsignor Speranza fu insultato, perseguitato, denigrato perfino nel Senato del Regno e nella Camera dei Deputati.

Pavia. Monsignor Pier Maria Ferrò fu traslato da Crema a Pavia il 20 giugno del 1859, ma finora non poté ancora prendere possesso della sua nuova sede

DIOCESI PARMENSI.

Borgo S. Domino. Monsignor Francesco conte Benazzi fu preconizzato Vescovo fin dal 20 di giugno del 1859, ma nel 1865 non avea ancora potuto prendere possesso della sua Diocesi.

Parma. Monsignor Cantimorri fu espulso dalla sua sede dove è presentemente ritornato. Patì processi e soffrì contumelie nella Camera dei deputati, massime nella tornata del 2 di marzo 1863 (Vedi Atti ufficiali della Camera, N. 1054, pag. 4097).

Piacenza. Monsignor Ranza venne processato, incarcerato, tradotto a viva forza in Torino, e condannato per non aver voluto cantare h Te Deum nella festa della Rivoluzione italiana.

DIOCESI MODENESI.

Modena. Monsignor Cugini Francesco Emilio fu spesse volte insultato, e denunziato il suo Vicario Generale per aver negato la licenza di celebrare ad un membro dell’Economato.

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Carpi. Monsignor Cattani Gaetano fu processato per non aver voluto cantare il Te Deum nella festa della Rivoluzione italiana.

Guastatici. Monsignor Pietro Rota è da più anni esule dalla sua sede, e venne condannato in contumacia per una sua pastorale. La città di Guastalla è invasa e tormentata dagli empii, dai protestanti e dai rivoltosi.

DIOCESI TOSCANE.

Firenze. Monsignor Umberti Gioachino fu pubblicamente insultato, mentre

portava in processione il SS. Sacramento.

Pisa. Il Cardinale Cosimo Corsi fu arrestato nel 1860, e senza processo, senza giudizio tradotto in Torino, dove fu sostenuto in prigione per oltre quaranta giorni.

Arazzo (vacante).

Siena. Monsignor Badaluzzi Ferdinando dovette richiamarsi parecchie volte ed inutilmente contro le angherie del governo.

Fiesole. (vacante).

Grosseto. (vacante).

Livorno (vacante).

Pistoia e Prato (vacante).

Sovana e Pitigliano (vacante).

Modigliana (vacante). Monsignor Mario Melimi moriva il 9 marzo del 1865, e si toglieva il batocchio alle campane perché non ne annunziassero la morte! Monsignor Mellini fu il primo Vescovo della città di Modigliana, che ebbe l’onore della Cattedra episcopale dalla Santità di Pio IX.

DIOCESI PONTIFICIE.

Bologna. Il Cardinale Arcivescovo Viale Prelà morì di crepacuore; il suo Vicario Generale fu processato e condannato; il Vicario Capitolare Monsignor Canzi è oggidì prigioniero a Pallenza. Il 21 dicembre 1863 fu preconizzato Arcivescovo di Bologna il Cardinale Filippo Maria Guidi, ma non può prendere possesso della sua sede.

Faenza. Monsignor Folicaldi fu processato e condannato per non aver voluto cantare il Te Deum.

Ravenna. All’Arcivescovato di Ravenna fu promosso dalla Chiesa di Cesena, fin dal 28 di marzo 1860, l’eminentissima signor Cardinale Enrico Orfei; ma finora non poté prendere possesso della sua nuova sede.

Cesena. Monsignor Vincenzo Moretti fu trasferito da; Comacchio a Cesena fin dal 23 marzo 1860; ma ristabilito l’ordine morale Sa quelle contrade non potò ancora prendere possesso.

Cornacchia. Monsignor Fedele Buffarmi fu trasferito a Comacchia il 23 marza 1860; ma non potò prendere possesso.

Cervia (vacante).

Imola. Il Cardinale Baluffi fu processato e incarcerato per non avere voluto cantare il Te Deum.

Rimini. A questa sede Pio IX il 21 dicembre 1863 trasferì Monsignor Luigi Clementi, che non poté da due anni prendere possesso.

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Fermo. Il Cardinale De Angelis fu arrestato il 28 di settembre del 1860 per or dine del Generale Fami, e tradotto sotto scorta militare giunge a Torino il 4 del susseguente ottobre, assegnandogli a dimora la Casa dei signori della Missione. Nel gennaio del 1861, ossia circa quattro mesi dopo il suo arresto, il Commissario delle Marche, Valerio, appose sequestro ai beni della Mensa Arcivescovile e a tutte le proprietà particolari del Cardinale, nominando in Amministratore degli uni e delle altre il Sotto-Economo de Benefici vacanti nel Circondario di Fermo. Quale fosse la causa che provocò la carcerazione e il sequestro, non si conobbe mai, il Conte di Cavour soltanto accennò sulle prime esser effetto di una misura di precauzione, la quale dovea cessare dopo introdotto nelle Marche l’ordine morale. L’arcivescovo fu atrocemente insidiato, vituperato e calunniato dai fogli ministeriali, ed egli imitando il silenzio del Divin Salvatore si tacque sempre. Parlarono per esso, oltre i giornali cattolici, i suoi amati diocesani or col prenderne aperta difesa, or con l’invio a Torino di ripetute Deputazioni, ed ora con frequenti e preziosi doni. Nel maggio del 1862 un Deputato si richiamò in Parlamento dell’ingiusto ed illegale trattamento fatto al Cardinale di Fermo, e il Guardasigilli, vinto l’imbarazzo della prima domanda, il giorno appresso dichiarò che il Cardinale era libero di andare dovunque. Avvertito poté che l’Arcivescovo voleva tornare alla sua Diocesi, gli se ne fece formale divieto, e corre già il quinto anno, da che rimane chiuso in quella Casa ove una forza brutale lo condusse.

Ancona. Il Cardinale Antonucci fu arrestato e rilegato in un suo casino di campagna, affinché Lorenzo Valerio potesse stabilire l’ordine morale nelle Marche.

Cagli e Pergola. Monsignor Bonifacio Caiani fu malmenato, perquisito, angariato. Il Vescovo-è morto e la sede è vacante.

Fano. Monsignor Vespasiani Filippo fu processato o incarcerato il giovedì santo.

Fossombrone. Monsignor Fratellini fu processato per aver risposto alla circolare del Guardasigilli Miglietti, piena zeppa d’insulti contro l’Episcopato. (Vedi questa circolare nel 1 volume della 1 serie delle Memorie, pag. 292).

Jesi. Il Cardinale Moricchini venne rilegato a Foligno per poter stabilire l’ordine morale nella sua diocesi. Poi nel 1861 fu imprigionato in Ancona, perché un canonico della sua cattedrale non volle confessare un giudice di mandamento!

Loreto e Recanati. Vacante, perché il Vescovo morì di crepacuore a Bologna. Il 21 dicembre del 1863 la Santità di Pio IX trasferiva Monsignor Giuseppe Curdoni dalla sede di Caristo in partibus a quella di Loreto e Recanati, ma il nuovo Vescovo non poté prendere possesso, opponendovisi il Governo della libera Chiesa in libero Stato.

Osimo e Cingoli. Vacante, perché il Vescovo morì di crepacuore. A questa sede la Santità di Pio IX trasferiva, 5121 dicembre 1863, Monsignor Salvatore dei Marchesi Nobili-Vitelleschi, Arcivescovo di Seleucia in partibus, ma come i suoi colleghi, l’illustre Arcivescovo, alla fine di marzo del 1865, nonavea potuto ancora prendere possesso per opposizione del Governo.

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Pesaro. Monsignor Farez Clemente fu processato come la maggior parte de’ suoi colleghi.

Ripatranzone. È Vescovo Monsignor Alessandro Spoglia preconizzato il 23 di marzo del 1860; ma il Calendario generale del Regno d’Italia non vuole riconoscerlo, e mette la Diocesi vacante.

Montefeltro. Il Calendario del Regno d’Italia non vuole riconoscere per Vescovo Monsignor Luigi Mariotti preconizzato il 23 marzo del 1860.

Sinigaglia. Il Cardinale Luciardi fu a sua volta bistratta to e processato. È morto e la sede è vacante. .

Amelia. Monsignor Pace Nicola, espulso e perseguitato, morì a Roma di crepacuore.

Orvieto. Monsignor Vespignani fu processato e messo hi carcere per aver nominato il Sovrano Pontefice. È morto e la sua sede è vacante.

Perugia. Il Cardinale Pecci fu insultato e processato.

Nocera. A questa sede vacante fu preconizzato, fin dal 21 dicembre 1863, Monsignor Anton Maria Pettinari, il quale, nel marzo dei 1865, non avea potuto ancora prendere possesso.

Città di Castello. Fu preconizzato a questa sede fin dal 21 dicembre 1863 Monsignor Paolo Micaleff, ma alla fine di marzo 1865 non avea ancora potuto prendere possesso.

Macerata (vacante). Monsignor Zangari mori di dolore nel maggio del 1864.

DIOCESI DELLE DUE SICILIE.

Acerenza e Matera. Monsignor Rossini Cadano fu cacciato dalla sua Diocesi, e dovette fuggire a Napoli.

Amalfi. Monsignor Domenico Ventura morì o Napoli in seguito a morti patimenti.

BArt. Monsignor Francesco Pedicini è esule dalla sua Diocesi.

Benevento. Il Cardinale Carafa di Traetto è esule a Roma.

Brindisi. Monsignor Raffaele Ferrigno fu perseguitato ed espulso dalla Diocesi.

Chieti. Monsignor Luigi Maria De Marini è esulo dalla sua Diocesi.

Conza. Monsignor Gregorio De Luca fu due volte processato.

Gaeta. Monsignor Cammarota Filippo è esule a Roma.

Lanciano. Monsignor Giacomo De Vincentiis fu espulso dalla sua Diocesi.

Manfredonia. Monsignor Vincenzo Tagliatetela è esule dalla Diocesi.

Napoli. Il Cardinale Riario Sforza venne due volte espulso, ed è esule in Roma.

Reggio. Monsignor Ricciardi Mariano fu esule prima in Francia ed ora in Roma.

Rossano. Monsignor Pietro Cilento fu carcerato, poi espulso dalla Diocesi, ed ora trovasi a Napoli.

Salerno. Monsignor Salomone per non aver voluto secondare le pretensioni dei rivoluzionarii, questi gli aizzarono contro il popolaccio, o la notte seguente all’arrivo di Garibaldi in Napoli dovette fuggire travestito. — Riparò in Napoli.

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— Qui fu assalito da 30 ladri, che simulando essere guardie di pubblica sicurezza, preceduti da tamburi, invasero il suo alloggio, e legati l’Arcivescovo, col fratello sacerdote e cameriere, rapinarono tuttoché Vera di prezioso, fino la lingeria. — Di là dove riparar io luoghi diversi a campar la vita. — Ora si. trova in Napoli.

Sorrento, Monsignor Saverio Apuzzo fu carceralo, poi esiliato in Francia; ora trovasi in Roma.

Taranto. Monsignor Giuseppe Rotondo fu espulso dalla sua, Diocesi. È un anno e poco più, da che fece ritorno nella sua Diocesi; ove ha sull’erto novelle persecuzioni.

Trani. Monsignor Biancbi-Dotlola fu espulso dalla mariqaglia prezzolata, e visse nascosto perché minacciato d’arresto.

Acerra. Monsignor Gennaro Romano venne espulso dalla sua Diocesi. È morto e la sede trovasi vacante.

Andria. Monsignor Longobardi Giovanni Giuseppe è esule dalla sua Diocesi.

Anglona e Twsi. Monsignor Acciardi Gennaro fu carcerato, e non gli permisero di farsi trasportare in prigione il proprio letto, ora è esule dalla Diocesi.

Aquila. Monsignor Filippi Luigi è esule in Roma.

Aquino, Pontecorvo e Sora. Mons. Giuseppe Montieri esule in Roma. È morto e la sede trovasi vacante.

Ariano (vacante).

Ascoli e Cerignola. Monsignor Todisco Grande Leonardo venne espulso dalla sua Diocesi.

Ari-nino. Monsignor Francesco Gallo fu arrestato dal Generale Tuppeti addì 22 febbraio 1861 e fu deportato da un capitano dei Carabinieri in Torino, ove tuttora si trova. Si fa notare che la spesa occorsa pel viaggio da Napoli a Livorno (di più centinaia dì ducati, ossia L. 1300!) fu prelevata dalla mensa, e dovette proprio pagare la spesa di viaggio da Livorno a Torino).

Aversa. Monsignor Zelo Domenico si vide in vaso e manomesso l’Episcopio, e fu espulso due volte.

Bitonto e Ruvo. Monsignor Materozzi Vincenzo fu espulso dalla sua Diocesi.

Boiano (vacante).

Bava. Monsignor Di Audrea Dalmazio fu espulso dalla sua Diocesi.

Bovino. Monsignor Montuoro Giovanni morì in esilio a Roma di crepacuore.

Caiazzo. Monsignor Luigi Riccio venne espulso dalla sua Diocesi.

Calvi e Teano. Monsignor Bartolomeo D’Avanzo fu traslato in questa. Diocesi da quella di Castellaneta il 13 luglio del 1860; ma non poté mai recarvisi a prenderne possesso. Per giunta fu cacciato a fucilate da Castellaneta, ove era Vescovo e venne colpito; ma per grazia speciale non ebbe gran male.

Caserta. Monsignor de’ marchesi De Rossi venne espulso dalla propria Diocesi.

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Castellammare. Monsignor Petagna Francesco è esule in Francia.

Catanzaro. Monsignor De Franco Raffaele venne espulso dalla propria Diocesi.

Cerreto. Monsignor Sodo Luigi venne espulso dalla propria Diocesi.

Cotrone. Monsignor La Terza Luigi fu espulso dalla propria Diocesi.

Foggia. Monsignor Frascolla Bernardino Maria fu espulso dalla propria Diocesi,

e gettato in prigione, poi ritenuto in Como a domicilio coatto.

Gerace (vacante).

Gravina e Montepeloso. Monsignor Cappetta Alfonso Maria fu espulso dalla sua

Diocesi.

Ischia. Monsignor Romano Felice fu espulso dalla propria Diocesi, ma poi vi poté ritornare.

Isernia e Venafro (vacante).

Lacedonia. Monsignor Majorsini Francesco fu espulso dalla propria Diocesi.

Morsico Nuovo e Potenza. Monsignor Pieramico Michelangelo, espulsi dalla propria Diocesi, morì di stenti e di crepacuore.

Melfi e Rapolla. Monsignor Sellini Ignazio fu espulso dalla propria Diocesi.

Mileto. Monsignor Mingione Filippo fu espulso dalla propria Diocesi.

Molfetta, Giovenazzo e Terlizzi. Monsignor Guida Nicola venne espulso, dalla sua Diocesi. È morto e la sede trovasi vacante.

Muro. Monsignor Fr. Francesco Saverio d’Ambrosio da Sant’Erasmo venne, espulso dalla sua Diocesi.

Nardò. Monsignor Luigi Vetta fu espulso dalla Diocesi. —Si ebbe poi deputazioni dai suoi diocesani, ed ora Monsignor Luigi Vetta si trova in residenza, non senza aver sofferto e soffrire presentemente continue amarezze.

Nicastro. Monsignor Barberi Giacinto Maria fu espulso dalla propria Diocesi.

Nìcotera e Tropea. Monsignor De Simone Filippo fu espulso dalla propria Diocesi.

Nola. Monsignor Formisano Giuseppe In espulso dalla propria Diocesi.

Oria. Monsignor Margarita Luigi venne espulso dalla sua Diocesi, e benché ancora vivente, fu sostituito da un Vicario Capitolare creato per ordine del

Policastro. (vacante).

Sant’Agata dei Goti. Monsignor Lettieri Francesco Paolo fu espulso dalla propria Diocesi dove poi fece ritorno.

Sanza. Monsignor Girardi Francesco è esule in Genova.

Teramo. Monsignor Milella Michele è esule in Genova.

Termoli. Monsignor Bisceglia Vincenzo venne espulso dalla sua Diocesi.

Troja. Monsignor Passerò Tommaso venne espulso dalla sua Diocesi.

Vallo. Monsignor Siciliani Giovanni espulso dalla propria Diocesi, fu carcerato per più mesi in Napoli.

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Gallipoli. Il Calendario del regno d’Italia omette totalmente la Diocesi di Gallipoli. Noi riparando a tale omissione, diremo che il suo Vescovo Monsignor Laspro venne anch’egli espulso dalla propria sede.

Messina (vacante).

Catania (vacante).

APPENDICE SULLE DIOCESI NAPOLETANE

Aggiungiamo alla precedente statistica alcune notizie sui patimenti del Clero nelle Diocesi del reame di Napoli, notizie che ci vennero trasmesse da quella città sotto la data del 18 di marzo 1863.

1° L’operoso e generosissimo Cardinale Riario, Arcivescovo di Napoli, si udì intimato l’arresto e l’esilio dal deputato sciagurato Vescovo d’ Ariano, cui Dio speriamo abbia perdonato, e da quel mostro di V. Pantaleo, e costretto a riparare prima a Marsiglia, e poi a Roma, fu poi richiamato nella sua sede dal governo. Festeggiato il suo ritorno in diocesi con ovazioni, chela penna non saprebbe delineare, e rimastovi alcuni mesi, dopo una prudentissima condotta, che neppure dal nemico governo poté appuntarsi, fu obbligato nuovamente ad esulare, ed ora trovasi nella capitale, non d’Italia, ma dc l mondo cattolico, a dispetto degli empii.

2° Monsignor Apuzzo, Arcivescovo, pia, dotto ed operoso, di Sorrento, dopo visita domiciliare nell’Episcopio, tradotto in prigione in Napoli, prima alla Prefettura, poi alla Concordia, ebbe a grazia di poter esulare, prima in Marsiglia, d’onde poi si trasferì in Roma.

3° L’instancabile, dotto, santo, e generoso Monsignor Ricciardi, Arcivescovo di Reggio di Calabria, dopo di avere sofferto le più orrende persecuzioni, fu esiliato dalla sua arcidiocesi, che lo adora, e riparava prima a Marsiglia, d’onde poi poté recarsi in Roma.

4° Il santo e zelante Vescovo di Sora, Aquino e Pontecorvo, Monsignor Montieri, accusato ingiustamente di essere un po’ rigoroso, ma amato anche dai tristi, i quali non potevano non confessare i loro torti, e la generosità del Prelato, dopo i più cattivi trattamenti, e di avere per miracolo evitato la morte, si rifugiò in Roma, dove morì nella povertà, ma nell’esercizio delle più eroiche virtù.

5° Monsignor Saladino, Vescovo di Isernia e Venafro, il quale per sapere, per zelo e per dolcezza poteva rassomigliarsi al Sales e colla sua operosità aveva quasi rigenerate le sue due diocesi ed era amato da tutti, ebbe a miracolo di evitare la morie, che andò ad incontrare in Roma, dove fini i suoi giorni veramente da Santo.

6° Monsignor Montuori, Vescovo di Bovino, uomo di non volgari talenti, di una pietà rara e di una dolcezza di maniere mista a naturale gravità, avendo dovuto trafugarsi dalla diocesi travestito da villico, dovette tenersi nascosto prima in Napoli, dove fu processato, poi fuggI in Roma, e morì di disagi e tristezza in un luogo dei pontificii dominii, dove disimpegnava un ufficio affidatogli dal Papa.

7° Il santo, dotto ed operoso Vescovo di Aquila Monsignor Filippi, dopo te più gravi persecuzioni e maltrattamenti, prese stanza in Roma, dove non cessa di operare per la gloria di Dio.

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8° Monsignor Gallo, piissimo e generoso Vescovo di Avellino, dopo persecuzioni, carceri e patimenti, sta esiliato a Torino, dove da anni soffre in pace.

9° Monsignor Girardi pio ed esemplare Vescovo di Sessa, dopo di essersi tenuto chiuso per varii mesi tra i signori della Missione, suoi confratelli, fa arrestato, tradotto nelle carceri di S. Francesco, donde poi fu esiliato a Genova, dove si trova attualmente.

10. Il dotto, e operoso Monsignor Francesco Petagna, Vescovo di Castellamare, fu obbligato dalla persecuzione a riparare in Francia di celato, dove ora è costretto a vivere col sudore di sua fronte, facendo da maestro di scuola.

11. Il dotto, piissimo ed infaticabile Monsignor Acciardi, Vescovo d’Anglona e Tursi, fu arrestato per la prima volta e tradotto alle carceri della Concordia, dove fu tenuto per presso ad un mese: quindi scarcerato, perché nulla vi era di incriminabile in lui, fu assoggettato a varie visite domiciliari e ad altre angarie. In seguito ai 6 gennaio 1863 imprigionato di bel nuovo e ritenuto nella stessa prigione della Concordia, ne fu poi liberato, ma con obbligo di andare in esilio a Sorrento. Quivi il buon Prelato costretto a non potere esercitare nemmeno il ministero episcopale e sacerdotale, e quasi espulso dal convento, dove aveva preso stanza, per opera di qualche frate della risma di Fr. Pantaleo, fu per ordine del governo esiliato nel villaggio di Marano, dove mena ora vita dì tristezza per la inoperosità e di privazioni.

12. Il dotto, pio e zelante Vescovo di Capaccio-Vallo, Monsignor Siciliano, venne arrestato e tradotto nelle prigioni di S. Francesco, dove fu sostenuto per circa un mese ed alimentato dalla generosità di buoni cattolici, per essere egli un frate conventuale recentemente promosso al vescovado; e quindi senza mezzi, uscito di prigione, ha dovuto riparare in un convento fuori di città, dove mena vita nascosta, povera e disagiata.

13. Il piissimo e zelantissimo Vescovo di Ceretta, Mons. Sodo, nei giorno della Epifania (1863) veniva tradotto in carcere alla Concordia, dove è stato trattenuto per circa un mese e mezzo. Dopo qualche giorno ne fu stato liberato provvisoriamente, die«ro guarentigia di cinquecento lire, che vanno in saeculum pertusum. Egli era imputato di cospirazione e di idee enti-unitarie III Basta solo mirare in volto quel Vescovo per formarsi una idea della sua santità, ed assicurarsi che egli, anche volendolo non saprebbe cospirate.

14. Monsignor Pedicini, ottimo Arci vescovo di Bari, anche Imprigionato nella sua patria, è stato poi liberato, per quanto ci viene riferito.

15. Nulla diciamo del dotto, pio e generoso Vescovo di Foggia, Monsignor Frascolla, carcerato e condannato; nulla di Monsignor Grande, Arcivescovo di Otranto; nulla di Monsignor Vetta, Vescovo di Nardo, anche condannati a carcere ed a multa. Nulla di Monsignor Maresca, vicario generale di Napoli, carcerato nel Castello dell’Ovo, e morto pochi giorni dopo la sua liberazione, in seguito di malattia contratta pei disagi della prigionia. Nulla dei tanti processi aperti contro l’attuale vicario di Napoli, Mons. Tipaldi.

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Nulla delle carcerazioni del pio canonico penitenziere di Napoli, Pica, dei sacerdoti D. Gennaro Trama, promotor fiscale della Curia di Napoli, del ‘parroco Mancinelli, del parroco di Angelo, del sacerdote don Giuseppe Pelella e di altri immensi. Nulla delle visite domiciliari e delle vessazioni sofferte da prelati, da parrochi, da sacerdoti del clero secolare e regolare.

16. Monsignor Salomone, pio, dotto e benemerito Arcivescovo di Salerno, fu uno dei primi sette Prelati cacciati contemporaneamente dalle loro diocesi in conseguenza di barbaro motto fattone precorrere dalla rivoluzione: Fuori i Vescovi! Egli riparò prima in un angolo della sua archidiocesi, indi in Napoli, dove si ebbe perquisizioni e vessazioni di ogni fatta. Finalmente rifiutato dai suoi ospiti, i quali si vedevano minacciati per sua cagione, si raccolse in Avellino, dove piange sulle rovine della sua greggia, senza potervi rientrare.

47. Monsignor Zelo, operoso e zelante Vescovo d’Aversa, dopo ripetuti assalti alla rocca della sua coscienza, respinti con foraggio pastorale, dopo lunghe e minute perquisizioni domiciliari, nelle quali mai nulla fu trovato meritevole di processo, e dopo replicate turpitudini consumate a sfregio della sua persona, fu ignominiosamente cacciatostatistica di città ira le incomposte grida del popolaccio aizzato a disegno contro di lui. L’espulso Prelato ricoverassi in Napoli, dove si trova sotto processo per aver negato l’ordinazione ad un indegno, e vive lontano dal gregge, di cui è padre e pastore.

18. Monsignor Ricci, Vescovo di Cajazzo, fu aggredito nei penetrali della casa vescovile, spogliato di quanto avea, anche di pertinenza della sua famiglia colà rifugiata da Napoli, fu cacciato a mezzo svenuto lasciato fuori di città. Riavutosi pei soccorsi ricevuti dai Cappuccini del vicino convento, presso cui fu condotto, essendogli preclusa ogni altra via, prese quella di Gaeta, indi recossi in Napoli, dove vive tuttora in doloroso esilio dalla sua diocesi.

19. Monsignor D’Ambrosio, Min. Cappuccino instancabile Vescovo di Muro, fu un altro dei sette accennati nel num. 16. Ai replicati rifiuti da lui dati, alle pretese della rivoluzione venne violentemente privato delle persone che lo aiutavano nel governo della sua diocesi: indi tenuto a vista nell’Episcopio perché nessuno lo avvicinasse, pena disastri di ogni fatta: finalmente fu fatto segno ad assalti violenti anche notturni per farne vacillare la fermezza. Scoperto irremovibile, fu obbligato ad uscir di notte dalla città e dalla diocesi, e riparare in Sorrento, dove ora trovasi spogliato bensì di tutto, ma non del suo zelo ch’esercita indefesso in servizio di quella archidiocesi.

20. Monsignor Formisano, benemerito Vescovo di Nola, fu ignominiosamente; cacciato dalla città e diocesi per roano di abietta canaglia, che, lo affogava nelle contumelie; gli fu bruciata la Cattedrale, profanato l’Episcopio, e convertito in caserma militare. Il ramingo prelato si salvò in Napoli presso i P.P. della Missione, donde fu poi congedato insieme ad altri confratelli quivi ricoverati, perché tale riunione metteva la tremerella alla Questura. Al presente egli è in casa privata nella stessa Napoli, proibito però di ritornare al suo gregge.

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21. Monsignor D’Avanzo Vescovo di Calvi e Teano, uomo rinomato pel suo sapere, pietà e zelo, nell’uscire, da Castellaneta, sua prima diocesi, e muover verso Calvi, nuova diocesi, a lui assegnata da Pio IX, si ebbe dalla rivoluzione, due fucilate, i cui proiettili lo colpirono nel fianco, nel braccio e nel petto. Non senza visibile protezione del cielo il terzo proiettile, che dovea freddarlo, cadde, sulla croce pettorale, ne svoltò alquanto la cima, ed arrestossi sul sacro scapolare del Carmine, sottoposto a tutti i vestiti del prelato. Guarito nel fianco e nel braccio Monsignor D’Avanzo si ebbe in compenso tre processi in conseguenza di denunzie false o di pastorali empiamente interpretate, il cui esito menò sempre alla conclusione — Non esservi luogo a procedimento — Egli andò ramingo in Napoli, poi in Sorrento, indi in Avella, dove trovasi obbligato a non accedere alla sua diocesi.

22. Monsignor Laspro, Vescovo di Gallipoli, dovette anch’egli uscire dalla sua diocesi, e così mettere in salvo la sua esistenza. Ricoverato in Balvano, sua patria, dovette ben presto sloggiarne, perché perseguitato dai rivoluzionaci, e Cercare asilo in Napoli, dove ora vive sconosciuto ed esiliato dalla sua diocesi.

23. D. Raffaele teologo Maresca, vicario generale di Sorrento, poco dopo l’esilio del suo Arcivescovo, fu obbligato ad esulare anch’egli, e trovasi in Londra, da più di 2 anni, dove vive facendo la scuola, e servendo in spiritualibus un monastero di Monache. — II suo successore nella carica di Vicario D. Giuseppe canonico Guida si ebbe l’onore di essere arrestato contemporaneamente ad altri 24 ecclesiastici della stessa diocesi, e tutti dovettero la loro liberazione ad un inglese; il quale commosso dalla brutalità dell’atto e dal terrore incusso alle popolazioni, presentossi al proconsole Cialdini, chiedendogli in nome dell’umanità o il regolare processo (che non potea farsi) o la immediata libertà degli arrestati.

Napoli, 18 marzo 1863.

Devot. mo ed Obbl. mo

D. Dolce.

fonte

https://www.eleaml.org/sud/stampa/vol_01_02_margotti_memorie_per_la_storia_dei_nostri_tempi_1865.html#statistica

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