ALESSANDRO FUMIA A DIFESA DI UNA PATRIA MAI MORTA
Il pressing contro i cosiddetti neo borbonici continua. Da chi si cela sotto il tricolore repubblicano, nascondendo la sua vera natura di nostalgico savoiardo.
(Una risposta data in un post di contrapposizione a un mio argomento, pubblicato e documentato, andato in stampa col titolo di Messina la capitale dimenticata).
Orgoglioso di essere cittadino italiano, ma che non ha le orecchie lunghe. La storia che non volete raccontare ormai è risaputa al sud. Quella storia coloniale ritorna ancora oggi. Avete rinnegato voi i meridionali quando sono venuti nelle vostre città a incrementare la vostra ricchezza, e per tutta risposta li etichettavate come delinquenti. Ebbene, oggi avete come contrappasso l’emergenza migranti. La vostra fama di territori ricchi si sta rivoltando contro voi stessi. Chi scrive di storia borbonica segnala un fatto assoluto. Aver volontariamente rinnegato le eccellenze di quella realtà del Mezzogiorno per evitare che i terroni alzassero la testa e partecipassero con pari dignità con il resto degli italiani, perseguendo la strada opposta ha spinrto molti sciettici fra noi, ad abbracciare la storia neo borbonica. Molti fra di noi neo borbonici non sono monarchici e non puntano a restaurare la monarchia. Gli italiani della prima repubblica hanno cacciato il vostro re, e con esso la burocrazia, e la massoneria reale. Molti dei canali che avevate si stanno esaurendo. Si pensava che con il ritorno della casa regnante perdonata dall’Italia repubblicana riattivasse vecchi tronconi di libertà, ma non è successo. Voi ricordando Cavour un pedofilo (sarebbe stato arrestato nell’italia repubbliccana), e un delinquente accertato, ladro di cavalli, l’eroe dei due mondi, che per tre anni circa ha amministrato il sud come dittatore, ammazzando senza processo i contadini, e i suoi accoliti le giubbe rosse. Quando scesero le truppe del vostro re a Napoli, Peppiniello dovette emanare un proclama per impedire ai soldati di Cialdini di sterminare i suoi tigrotti. Per un soldato piemontese chi sfilava con camicia rossa e braghe di tela grigia era un fuggiasco delle patrie galere. Ebbene si, già nella premessa si sapeva quali fossero gli intenti. La razzia una conseguenza dei vostri antenati fra i volontari garibaldini ammalati di pellagra, pidocchiosi, inzanzerati dalla fame in cui vi aveva indirizzati il vostro re per le continue guerre di indipendenza (soggetti all’umore dei francesi e degli austriaci), che il galantuomo Vittorio Emanuele II vi ha condotti; nella politica aggressiva di annessione delle case dei meridionali perseguitati perchè fedeli alla loro patria si è scritto che era una necessità di cuore alla Edmondo de Amicis. Salvo dimenticare che il vostro smisurato amore verso noi fratelli del sud serviva a proteggerci delle azioni borboniche. E quando i Borbone non c’erano più nel sud, avete replicato in affetto, perseguitando e mitragliando i lavoratori in Sicilia quando fra il 1889 e il 1894 avete portato la morte contro i contadini e i minatori. Già all’epoca ci definivate delinquenti, mafiosi, e omertosi, salvo poi scoprire che, con il trasferimento del cancro la mafia, fra di voi, tutte le buone intenzioni che ci propinavate le avete sperimentate anche voi. Ma la razzia non è mai finita e ancora l’Italia del centro nord depreda le materie prime del Mezzogiorno. Senza la colonia interna in Italia, con il costo della vita che avete e quello delle vostre manifatture, fuori mercato in Europa, sareste già tutti falliti e alla fame. Sono un neo borbonico per filosofia di vita, perchè osservo che la musica non è ancora cambiata. E le vostre faccette sghignazzanti per molti di noi sono medaglie al valore. Più ne aggiungete e maggiore saranno quelli fra noi che ci vengono dietro. Grazie.
Alessandro Fumia