Ricorrono i 160 anni dell’eccidio di Pietrarsa, avvenuto nel tardo pomeriggio del 6 agosto 1863, a due anni dai moti risorgimentali che condussero all’unificazione del Paese. Pietrarsa è una località posta nella zona orientale della città di Napoli, incardinata sul limitare del quartiere di San Giovanni a Teduccio e i comuni di Portici e San Giorgio a Cremano. Oggi risiede, a Pietrarsa, il museo nazionale ferroviario.
La Festa del Lavoro, che cade il primo giorno di Maggio, prende le mosse da alcuni avvenimenti accaduti nel 1886 a Chicago, negli Stati Uniti. Il primo Maggio di quell’anno, i sindacati organizzarono uno sciopero per la riduzione a 8 ore dei turni di lavoro e per il miglioramento della sicurezza, cui seguirono due manifestazioni: la prima il giorno 3, in cui gli scioperanti furono attaccati dalla polizia senza un precedente ammonimento, causando la morte di 2 lavoratori;
Nel 1972 un gruppo rock progressivo milanese, Stormy Six, registra un Lp dal titolo “Unità” con singoli dedicati alle vicende post-unitarie che sorprese il mondo della musica come il mondo istituzionale. Fu la prima volta, al di fuori della musica popolare, che l’arte musicale cominciò a trattare Garibaldi come antieroe e il brigantaggio in forma politica, come fu la prima volta che il mondo della musica cominciò a sentir parlare delle drammatiche vicende di Pontelandolfo. Fu anche la prima volta che si parlò della prima strage di operai della storia che scioperavano per difendere il posto di lavoro per mano del neonato stato italiano attraverso bersaglieri e forze di polizia, accaduta alle officine di Pietrarsa a Portici il 6 agosto 1863, giorno in cui si dovrebbe festeggiare la festa dei lavoratori e non il primo maggio. Da tempo mi sono chiesto perchè se da Milano hanno ricordato la tragedia di Pietrarsa e a Napoli s’è cantato e suonato un altro dramma sul lavoro come lo scoppio della fabbrica di Sant’Anastasia a metà degli anni 70 grazie al capolavoro degli ‘E Zezi, gruppo musicale napolitano che ha scritto pagine importanti della Musica Popolare e della World Music, dal titolo “Sant’Anastasia” ma nessuno ha pensato di creare un pezzo sulla suddetta strage? big della musica cantano il brigantaggio o “bella ciao” in tutte le salse ma perchè nessuno ha pensato di portare alla ribalta la suddetta tragedia e siamo ancora fermi agli “Stormy Six”? da oltre 30 anni assistiamo al concertone del 1 maggio organizzato dalla “triplice sindacale” ma perchè mai s’è ricordata Pietrarsa?E’ una lacuna troppo grande che ai più non dice nulla, ma a chi come me da anni studia e divulga la storia della Patria Napolitana dice molto, infatti Pietrarsa la troviamo nel grande baule della “DAMNATIO MEMORIAE” nazionale che bisogna sempre più far conoscere al mondo anche con la musica e questa volta bisognava farlo da Napoli e dopo anni passati a pensare ch potesse trasformare in realtà la mia idea, il mio pensiero è caduto suLello Traisciautore e compositore napoletano e caro amico, a cui stanno a cuore le vicende post-unitarie e da me contatto per chiedergli di fare qualcosa, immediatamente ha colto l’occasione e ha scritto e musicato un pezzo dal titolo “Pietrarsa….” che, senza aggiungere altro, vi invito ad ascoltare e vedere in in video di seguito.
Questo è il responsabile della FUCILAZIONE dei Nostri operai Napoletani a Pietrarsa, un altro dei nostri aguzzini e traditori.
Nel 2020 ha ancora la sua bella piazza e questa statuetta che ne evidenzia le fattezze rozze e grossolane piazzata come insulto davanti alla VILLA REALE alla Riviera di Chiaja , un pò come quando, nella Unione Sovietica, piazzavano statue dell’altrettanto rozzo Stalin e dei suoi “compagni” davanti a simboli dello Zar.
La data dell’attuale festa dei lavoratori, il 1 maggio, ricorda gli incidenti, nei primi giorni di maggio del 1886, durante la rivolta di Haymarket, a Chicago. La polizia sparò sui lavoratori in sciopero davanti alla fabbrica di macchine agricole McCormick ma è giusto così? E’ così per la storia istituzionale per quella prezzolata ma non per la verità storica oggettiva, quella vera. I primi morti ammazzati per aver difeso il posto di lavoro sono quelli di Pietrarsa del 6 agosto del 1863 quando operai napoletani furono presi a fucilate dall’esercito italiano. Gli operai napoletani erano in atteggiamento pacifico e l’unica loro colpa è stata quella di aver esercitato uno sciopero bianco e null’altro, l’unica cosa grave è quella degli italiani e degli italiani nati a Napoli che non vogliono ricordare quella data e rispettano gli ordini del sistema massonico giacobino. Di quei drammatici fatti ce ne parla Vincenzo Gulì, una figura storica del mondo neoborbonico, che ci ha promesso di darci delle informazioni inedite, di seguito il link della trasmissione