Posted by altaterradilavoro on Set 15, 2023
A darle i natali nel 1752 fu Roma, dove nacque, in via di Ripetta, dai portoghesi Clemente e Caterina Lopez per poi trasferirsi nel 1760 a Napoli. Sotto la guida dello zio, l’abate Lopez, la futura rivoluzionaria studiò greco, latino, matematica, fisica, chimica, botanica, mineralogia, astronomia, economia e diritto pubblico. Studi che sarebbero sfociati in opere, traduzioni e dissertazioni in cui già faceva capolino la concezione dello Stato di Eleonora, con idee decisamente in controtendenza per l’epoca riguarda al suo fondamento e fine.
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Posted by altaterradilavoro on Lug 30, 2023
La figura di Eleonora de Fonseca Pimentel è assurta, ai nostri giorni, allo status di “santa laica”, universalmente nota – e celebrata – come entusiasta repubblicana, proto-femminista, brillante redattrice del «Monitore», il giornale ufficiale della Repubblica napolitana, ed instancabile fustigatrice (negli ultimi mesi di vita) della corruzione della corte borbonica. Meno nota (ma non meno importante) è la produzione artistica che la stessa Eleonora realizzò negli anni precedenti, quando di quella (poi) esecrata corte faceva a pieno titolo parte, con una ricca pensione e la sinecura dell’incarico di bibliotecaria della Regina.Il presente volume ripropone tutti l’intera produzione encomiastica di Eleonora: Il tempio della gloria (ode per le nozze di Ferdinando e Carolina), La nascita di Orfeo (dedicata al primogenito maschio della coppia), Il Vero Omaggio (per il ritorno del Re e della Regina a Napoli in seguito a un viaggio nel Regno), La gioia d’Italia (cantata per l’arrivo in Napoli dello Zarevic). Chiudono la raccolta sei sonetti encomiastici (nonché uno diffamatorio), sempre dedicati a Ferdinando e Carolina (e uno alla zarina Caterina di Russia).
Eleonora de Fonseca Pimentel, “Umilissima, Devotissima ed Ossequiosissima”. Gli scritti encomiastici in onore di Ferdinando e Carolina, a cura di Giananadrea de Antonellis, D’Amico Editore, Nocera Superiore 2023, pp. 126
10,00 €
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Posted by altaterradilavoro on Nov 15, 2020
A Napoli si è svolta una cerimonia pubblica per commemorare il 215° anniversario del “martirio” dei primi otto “patrioti” napoletani autori della rivoluzione giacobina del 1799. Tra questi, la celebre Eleonora Pimentel de Fonseca. Celebrata come martire della libertà. Un vero falso storico.
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Posted by altaterradilavoro on Ott 5, 2020
La tragedia dell’assassinio di Andrea ed Eleonora meritava un bel po di silenzio per l’assurdità dell’accaduto e per il rispetto delle famiglie che mai avrebbero potuto immaginare di vivere simili momenti, ma come si sa il diritto di cronaca non fa sconti a nessuno. Per giorni abbiamo visto giornali e tv che oltre a cercare di fornire la ricostruzione più vera sulla tragedia hanno ospitato un esercito di studiosi, psicologici e psichiatri che volevano a tutti i costi dare delle spiegazioni razionali e logiche come se fossero davanti al “Prof. Freud” per cercare di passare un esame. Per la maggioranza delle persone che in silenzio sta vivendo questa tragedia, le cose sono meno complicate di come vogliono farle apparire, non c’è nessuna spiegazione ma c’è solo la certezza che esiste il bene e il male e che solo il principe di quest’ultimo ha ispirato un simile atto.
Purtroppo non potevano mancare le solite tesi positiviste e razziste che accompagna la nostra terra da 200 anni a questa parte e che trovano il loro approdo più naturale nelle teorie di Cesare Lombroso ed Alfredo Nicefero e che hanno come paladini più servili e opportunisti persone che qui sono nate. Non voglio aggiungere altro se non invitare a leggere l’articolo di seguito ricordando che anche Marco Travaglio ha dato il suo buon contributo
Claudio Saltarelli
https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/09/30/quel-bravo-figlioe-la-terra-del-male/5948585/
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Posted by altaterradilavoro on Nov 1, 2019
Nella sua marcia per restituire al legittimo sovrano un regno che i giacobini napoletani, tramandati poi come eroi, patrioti e martiri, avevano consegnato alle fameliche ed insaziabili truppe francesi, il Cardinale Ruffo era accompagnato dall’abate Domenico Sacchinelli,suo segretario, e da Domenico Petromasi, Commissario di guerra e tenente colonnello dei Regi Eserciti di S. M. Siciliana.
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