Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

Festa della Vendemmia e del Vino Falerno a Mondragone

Posted by on Set 11, 2019

Festa della Vendemmia e del Vino Falerno a Mondragone

L’associazione “Porta di Mare” patrocinata dal comune di Mondragone, presenta la prima edizione della FESTA della VENDEMMIA , evento totalmente dedicato alle tradizioni vinicole, enogastronomiche e musicali della nostra zona.
Un’occasione da non perdere per poter degustare il famoso Falerno, il più rinomato tra i vini dell’impero romano e da molti definito come “Il primo doc della storia” . Ma oltre al vino sarà possibile gustare anche tutte le altre eccellenze del territorio, come la rinomata “mozzarella di Mondragone” e la famosa “Scrippella” dolce che viene fatto solo a Mondragone in occasione dei matrimoni.
Le due serate saranno allietate da musica live e da artisti del calibro di Enzo Gragnaniello e del duo Mimmo ed Emma.
L’evento si svolgerà il 14 e 15 settembre in Viale Margherita, con il fulcro nella centralissima Piazza Falcone

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ASS. LA TERRA DEL FALERNO AL PREMIO TERRA LABORIS 2024 CON LA CANTINA “SANTORO”

Posted by on Ott 11, 2024

ASS. LA TERRA DEL FALERNO AL PREMIO TERRA LABORIS 2024 CON LA CANTINA “SANTORO”

L’Ass. Id. Alta Terra di Lavoro seguendo il suo spirito libero ed indentitario ha sempre cercato di aggregare e coinvolgere realta imprenditoriali del nostro amato Regno e di associazioni che operano nel valorizzare il territorio e quello che viene prodotto. Una di queste è l’Associazione Terra del Falerno da Falciano che grazie alla passione del suo presidente Bernardo Verrengia da un importante contributo nel diffondere e a far conoscere la Terra di Lavoro e l’Imperatore dei Vini, il Falerno che è il più antico vino al mondo di origine magno greca adorato dai Romano. Per il secondo anno consecutivo abbiamo avuto il piacere e l’onore di avvalerci della collaborazione dell‘Associazione Terra del Falerno che ha portato in dono il famoso nettare degli Dei prodotto dall’azienda vinicola Cantina Santoro elevando ulteriormente il prestigio del Premio Terra Laboris, con la presente ringraziamo di cuore per l’importante partecipazione e collaborazione che speriamo possa continuare anche negli anni a seguire

Claudio Saltarelli

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AZ. GALARDI CON VINO TERRA DI LAVORO AL PREMIO TERRA LABORIS 2019

Posted by on Giu 11, 2019

AZ. GALARDI CON VINO TERRA DI LAVORO AL PREMIO TERRA LABORIS 2019

Per gli organizzatori del Premio aver avuto tra le aziende partecipanti una che utilizza il nome “Terra di Lavoro” è stato un onore oltre che un piacere ma. in questa caso, c’è stata anche una forte emozione perché tra i protagonisti della prestigiosa azienda c’è anche la Sig.ra Allegra Selavaggi figlia del sommo Roberto Maria Selvaggi. Di seguito breve scheda dell’azienda con foto a corredo.

Grande Giornata quella del 26 maggio 2019 in quel di Rongolise dove s’è consegnato il Premio Terra Laboris giunto alla quarta edizione e tra le aziende partecipanti c’era anche la prestigiosa Azienda Agricola Biologica Galardi che ha tra i suoi prodotti un’eccellenza assoluta nel mondo dei Vini, il Vino Terra di Lavoro che non è un dei tanti Vini di pregio prodotti in Italia e nel Regno ma è il “Vino”, non fosse per altro perché è custode del più antico Vino del pianeta nato nella Magna Grecia e amato dai Romani, il Falerno.

GALARDI

DESCRIZIONE AZIENDALE

LA STORIA

L’origine dell’azienda di famiglia risale alla seconda metà dell’800. I terreni di proprietà, boschi di castagno, impianti di ulivi e vigneti, si estendono sul versante occidentale del vulcano di Roccamonfina verso il golfo di Gaeta.

Nel 1991 nasce la Galardi per l’avvio del progetto di produzione di olio di oliva e vino rosso di qualità ad opera di Roberto Selvaggi, Maria Luisa Murena, Francesco Catello, Dora e Arturo Celentano. Provenienti da ambiti professionali diversi, iniziarono la Galardi come un gioco, ma ben presto il crescente successo ed il progredire degli impegni che la vigna richiedeva consolidano nel tempo questa unione.

Per il nuovo corso della produzione vitivinicola l’azienda, sin dall’inizio, ha scelto di affidarsi alla consulenza dell’enologo Riccardo Cotarella. Il primo intervento ha riguardato il recupero dei vecchi vigneti ed in seguito la realizzazione dei nuovi impianti. La prima vendemmia del vino Terra di Lavoro è del 1994.

Dal 1997 l’azienda, favorevolmente inserita in un ecosistema particolarmente equilibrato, ha scelto di applicare in campo i dettami dell’Agricoltura Biologica.

La Galardi ha progressivamente innestato nuovi vigneti e ad oggi la produzione conta circa 30.000 bottiglie l’anno ed una piccola selezione dedicata a Magnum e Doppie Magnum.

Il Terra di Lavoro è realizzato sin dal principio con un blend di uve aglianico e piedirosso, 80% e 20% rispettivamente, ottenute da una attenta coltivazione dei vigneti ispirata alla qualità.

IL TERRITORIO

I vigneti preposti alla produzione del Terra di Lavoro si estendono su 10 ettari e sono esposti a sud ovest fra i 400 e 500 m s.l.m. immersi tra bosco di castagno, castagneti e uliveti.

Si inseriscono a metà quota di un vulcano, a diretto contatto con il mare distante una manciata di chilometri e da una vallata particolarmente ventosa (Cassino e la valle del Garigliano).

FILOSOFIA

La Galardi ha deciso di realizzare una sola etichetta conferendo anno dopo anno i massimi livelli di qualità al Terra di Lavoro. Nella filosofia dell’azienda permane l’importanza fondamentale di produrre un vino con uve all’altezza delle aspettative. L’attenzione al territorio e alle caratteristiche del terreno sono gli elementi che guidano le scelte dell’azienda anche in vista di progetti futuri.

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ADOLFO PANARELLO E UN “CONFETTO” SULLE “CIAMPATE DEL DIAVOLO”

Posted by on Ott 29, 2023

ADOLFO PANARELLO E UN “CONFETTO” SULLE “CIAMPATE DEL DIAVOLO”

Il popolo italiano da qualche decennio è catturato dalle mode del momento che la televisione diffonde di volta in volta con l’intento non di informare e rendere il popolo adulto e maturo ma, al contrario, condizionarlo e asservirlo ai propri interessi e purtroppo in Italia è una cosa che riesce facilmente. Ricordo ancora quando all’inizio degli anni novanta trasmettevano in diretta le gare veliche dell’America’s Cup con Luna Rossa protagonista e tutti capivano di vela, di barche ecc ecc fino ad arrivare ai giorni nostri con le drammatiche vicende belliche che stanno insanguinando il pianeta e tutti capiscono di geopolitica quando storicamente e tradizionalmente, l’italiano ha sempre avuto interesse solo per il proprio territorio manifestando un provincialismo che se fino a 160 anni fa era universale, ora è solo espressione di un atteggiamento di piccoli borghesi che a Napoli etichettano come “mezecazette”!!. La moda più in voga per tre anni, ancora se ne sente parlare, è stata quella di “lo dice la scienza” che come un mantra ci ha riempito la giornata 24 ore su 24, si è sostituito la “Croce” con “la scienza” che nessuno poteva contestare e chi si poneva un minimo dubbio passava per eretico. Non vi nascondo che la tentazione di usare il nome di Adolfo Panarello per poter dire qualcosa anche io su “lo dice la scienza” è stata tanta ma alla fine ho rinunciato perchè penso che sarebbe una stata una grave scorrettezza e poco elegante, quando sarà il momento, se ne avrò voglia, affronterò il tema senza ricorrere a padrini virtuali.

Grazie all’indicazione di Fiorentino Bevilacqua, accolta senza nessuna difficoltà ed incertezza, il direttivo dell’Ass.Id.Alta Terra di Lavoro ha deciso di assegnare il Premio Terra Laboris 2023 sezione scientifica ad Adolfo Panarello ricercatore e studioso di Vairano Patenora che fin dalla giovane età dedica la propria esistenza agli studi in vari settori scientifici raggiungendo sempre risultati importanti dando lustro alla comunità scientifica, alla sua famiglia e alla sua terra. Poter fare una classifica sulle sue ricerche non sarei in grado di farla perchè non ho le competenze e la capacità, ma certamente ho un livello minimo di intelligenza per affermare che la scoperta delle “Ciampate del Diavolo” a Tora e Piccilli è tra le ricerche scientifiche più importanti degli ultimi 30 anni al mondo.

La Terra di Lavoro è una provincia che ha dato un contributo importante alla storia dell’umanità, ha fornito Re e Regine, Imperatori e Imperatrici come il Vino Falerno, il più antico al mondo di origine greca e adorato dai Romani, e la Mela Annurca frutto unico nel suo genere con proprietà organolettiche non replicabili e sopravvissuta ai tentacoli funesti del modernismo che per un paio di decenni fa l’aveva rilegata a utile cibo per i porci. Quando incontri Adolfo Panarello e come se vedessi il Falerno con il suo aspetto Imperiale, ti guarda a testa alta fissandoti negli occhi dandoti la massima attenzione con gentilezza e cordialità e quando comincia a parlare sembra una Annurca che nel morderla ti da una sensazione di asprezza che però, dopo pochi secondi, diventa un dolcissimo miele che dalla bocca si diffonde per tutto il corpo stimolandoti il desiderio di mangiarla fino ad arrivare all’ultimo seme. Ad Atina quando gli abbiamo consegnato il premio, Adolfo era emozionato dando importanza all’evento e ai presenti con atteggiamento da vero aristocratico non abbassandosi al nostro livello ma alzando tutti noi al suo, al pari di Geri De Luca, l’altro vincitore del Premio. Sembrava che avessero scritto un canovaccio insieme per recitarlo ai presenti, invece tutto è nato spontaneamente regalandoci emozioni per tutta la durata dell’evento.

Adolfo Panarello non voleva parlare delle “Ciampate del Diavolo” perchè voleva godersi la leggerezza della serata ma “tirato per la giacchetta”, è stato costretto a farlo donandoci una breve disquisizione che per gli addetti ai lavori era giusto un “confetto” mentre per noi ignoranti in materia è sembrata una lezione accademica. Sono rimasto incantato dalla sua spiegazione e, altresì, mi ha fatto riflettere per come ha trattato, con pudore e rispetto, la narrazione popolare che avvolge le “Ciampate del Diavolo”, non è un caso che il nome datogli e figlio della suddetta narrazione. Di seguito un il video del breve intervento

Claudio Saltarelli

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