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Alla scoperta di Civitella del Tronto e della sua fortezza

Posted by on Set 4, 2022

Alla scoperta di Civitella del Tronto e della sua fortezza

Il contesto storico

La storia di Civitella del Tronto, fortezza naturale costruita su uno stretto sperone roccioso di travertino, sembra indissolubilmente legata al suo ruolo di mirabile roccaforte del Regno dell’Italia meridionale al confine con lo Stato della Chiesa: castello probabilmente già con re Manfredi nel 1255, quando si trovava a resistere agli attacchi degli Ascolani, sottoposti all’autorità pontificia; alla fine dello stesso secolo rocca angioina, dopo che l’ipotesi di un dominio svevo sull’Italia meridionale era sfumata sotto i colpi di Carlo d’Angiò, appoggiato dal Papa;

rafforzata durante il periodo aragonese, fu solida piazzaforte militare pronta a respingere gli attacchi delle truppe del Duca di Guisa nel 1557, nell’ambito delle quarantennali guerre tra Spagna e Francia, quest’ultima alleata del Pontefice; nel 1806, sotto i Borboni, luogo di eroica resistenza capeggiata dal generale Matteo Wade in difesa, per l’ennesima volta, da un attacco francese; e infine ultimo baluardo del Regno delle Due Sicilie a cadere sotto i colpi dei cannoni piemontesi. Civitella resistette all’attacco a oltranza, anche dopo aver appreso la notizia della capitolazione del forte di Gaeta avvenuta il 13 gennaio 1861. Asserragliati sulla rocca, gli ultimi soldati del regno borbonico si difesero ancora per due mesi, fino al 20 marzo 1861, quando, per volontà stessa degli assediati, fu proclamata la resa. Probabilmente per desiderio di rappresaglia contro la resistenza borbonica, il forte, già pesantemente cannoneggiato, fu smantellato e ridotto in macerie, rischiando di perdere un’opera di valore storico e militare ormai patrimonio dello Stato unitario italiano. Dopo l’unità d’Italia Civitella, trasformandosi da roccaforte militare ad anonimo paese dell’entroterra, ha conosciuto una lunga decadenza che ha pesato notevolmente sulla sua economia e sulla dinamica demografica. Oggi la sua rivitalizzazione si basa soprattutto sulla sua capacità di attrazione turistica.

L’itinerario

Civitella del Tronto (645 m) è facilmente raggiungibile da Teramo e da Ascoli, percorrendo la statale 81. Parcheggiata l’auto sotto la fortezza, raggiungiamo subito, al di là della rotonda stradale di accesso alla città,  il convento e la chiesa di Santa Maria dei Lumi, molto amata dai Civitellesi, in bella posizione tra i cipressi. A sinistra della chiesa, vicino al posteggio degli autobus di linea, si trova il cippo confinario n. 617. Il convento fu teatro di un triste capitolo di storia del secondo conflitto mondiale: esso fu utilizzato dal 1940 al 1943 come campo di internamento per gli ebrei. Nonostante la benevolenza e la concreta solidarietà degli abitanti di Civitella nei confronti delle centinaia di uomini qui rinchiusi, la vicenda ebbe un tragico epilogo.

Visitata la chiesa, ci dirigiamo verso le mura della fortezza. Percorrendo la strada, nell’aiuola spartitraffico posta in corrispondenza della curva a gomito, troviamo il cippo di confine n. 616. Entrati in città da Porta Napoli, si traversa l’ampia piazza, dove è la parrocchiale di San Lorenzo. Da qui si segue il Corso Mazzini, fino ad arrivare, in Largo Pietro Rosati, al monumento a Matteo Wade, voluto da Francesco I nel 1829 per onorare la memoria del coraggioso difensore della fortezza. Il ritratto del generale nel medaglione è accompagnato ai lati dalle figure della “Fedeltà” e del “Dolore” e dallo stemma borbonico. La passeggiata prosegue per le pittoresche viuzze e le botteghe di Civitella. Tornati in piazza si può ora salire lungo Via Roma, fra antiche case, all’ingresso della Fortezza (in alternativa si possono utilizzare le scale mobili, fuori dalle mura, nei pressi di Porta Napoli). L’accesso è dal bastione di San Pietro, che insieme a quello di San Paolo costituivano il baluardo sul lato est delle mura. Si esplora la lunga struttura del forte, vero e proprio borgo fortificato con una superficie complessiva di circa 25000 mq. Il forte era dotato di tutto il necessario per essere il più possibile autosufficiente, dai forni per il pane alla chiesa, dalle cisterne per l’acqua agli alloggi per i soldati, dalle mense agli ossari. Lo si percorre longitudinalmente da est a ovest, passando per le tre piazze d’armi fino al museo, lungo i suoi 500 m di lunghezza. Nel museo è allestita una ricca esposizione di documenti, oggetti e immagini che raccontano la storia della fortezza. Nella terza sala è esposto il cippo di confine n. 609. Affacciandosi alla balconata nord la vista spazia dai Monti Gemelli fino al mare, con al centro le Marche e la città di Ascoli. Si ripercorre visivamente l’andamento dell’antico confine, che dal litorale seguiva il Tronto, scendeva a sud ad attraversare il Vibrata e risaliva alle spalle della collina Montesanto, di fronte alla fortezza, per poi procedere verso ovest in direzione delle montagne. Dal lato sud delle mura la vista spazia sulle forme dolcemente arrotondate delle colline nel teramano e offre un bello scorcio del convento di Santa Maria dei Lumi, circondato dai cipressi.

L’itinerario richiede circa un’ora, cui va aggiunto il tempo della visita.

Per approfondire

Il sito ufficiale

www.fortezzacivitella.it/ costituisce una buona introduzione informativa generale alla fortezza. Una guida completa per la visita viene fornita insieme al biglietto d’ingresso. La libreria della fortezza contiene un’ampia selezione di volumi e audiovisivi. Un’opera sintetica ed esaustiva sulla storia di Civitella del Tronto, da cui sono tratte anche le informazioni sul convento di Santa Maria dei Lumi, è l’agile testo di Carino Gambacorta, Compendio della storia di Civitella del Tronto, Edigrafital, Teramo, 2002.

fonte

http://www.camminarenellastoria.it/index/petri_it_9_due_regni.html

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