Arpino: situazione militare nel 1796 (II)
10 maggio 1796(21 floreale anno IV
Vittoria francese contro gli Austriaci a Lodi. A fianco degli Austriaci combattono i reggimenti napoletani di cavalleria “Re”, “Regina”, “Principe” e “Napoli”, per un totale di circa duemila uomini.
La cavalleria napoletana si dimostra molto efficace; risulta decisiva nel coprire la ritirata dell’esercito austriaco, al quale evita una rotta disastrosa. Napoleone rimane impressionato dalla capacità di manovra di quei soldati, da lui soprannominati “diavoli bianchi”. Le notizie sull’arruolamento di massa, in corso nel Regno di Napoli, iniziano a preoccuparlo. Ignora che i Napoletani presenti a Lodi fanno parte di corpi scelti, che hanno già combattuto contro i Francesi, a Tolone, e conoscono bene le loro tattiche. L’arruolamento di massa è davvero in corso, ma procede a rilento. Il Regno di Napoli ha vissuto un lungo periodo di pace, durato cinquant’anni, ed ha smarrito ogni esperienza militare. Non dispone né di un vero e proprio esercito, né di uno stato maggiore stabile. I pochi reggimenti operativi sono composti da mercenari e comandati da ufficiali mercenari. La stessa idea di una leva di massa tarda a farsi strada. Le municipalità e le feudalità, tenute a fornire un certo numero di soldati armati ed equipaggiati, continuano a temporeggiare. I dispacci reali sollecitano gli adempimenti in modo sempre più pressante.
13-14 maggio 1796(24- 25 floreale anno IV)
Ferdinando IV, ricevuta la notizia della sconfitta di Lodi, sospende la progettata visita nei paesi della Valle del Liri, per la quale erano già in corso i preparativi.
“Per la di lui venuta fissata per i quattordici di maggio in Sangermano, per indi nel dì susseguente per l’Isola, e per Arpino; si inviò antecipatamente il real equipaggio, ed un distaccamento de’ Granatieri di Borgogna in Sangermano suddetto, un altro del Re nell’Isola, ed in Arpino, ed il terzo di Messapia in Sora. Cominciarono le Università per dove passar doveva a far archi trionfali, secondo le loro forze, ed il Progettista sig. Ferrante dispose, che le medesime da due, o tre giovanette delle più belle, e ben vestite all’uso delli rispettivi Paesi, presentassero al Monarca nel passare i regali di quel tanto di buono produce il loro territorio, e si lavora, onde si sentivano doni di canepa, di formaggio, di capretti, di legumi, maccaroni, e cose simili. A questo giorno, in cui si doveva solennizzare in questa contrada la venuta del Re, della Regina, e del Principe Ereditario, successe quello di afflizione nel sentire nel giorno tredici di essersi sospesa la partenza, per cui si ritirarono i nominati distaccamenti, ed il real equipaggio, e giunsero le notizie di guerra.”(SUPPLIMENTO ALLA STORIA DI AQUINO E SUA DIOCESI di Pasquale Cayro)
15 maggio 1796(26 floreale anno IV)
Napoleone entra a Milano. Scoppiano tumulti contro le requisizioni selvagge ed i saccheggi messi in atto dalle truppe francesi.
17 maggio 1796(28 floreale anno IV)
Napoleone impone l’armistizio al duca di Modena
18 maggio 1796(29 floreale anno IV)
Napoleone crea a Milano una “guardia civica”, dotata di una bandiera tricolore (orizzontale e con il verde al posto del blu francese).
18 maggio 1796(29 floreale anno IV
Il tricolore, nato per caso durante la rivoluzione (il rosso ed il blu della città di Parigi uniti al bianco borbonico di Luigi XVI, che aveva concesso la costituzione), proprio a causa dei tre colori è ormai considerato il simbolo dello slogan rivoluzionario “liberté, égalité, fraternité”
19 maggio 1796(30 floreale anno IV)
Napoleone, comandante in capo dell’esercito di occupazione francese, promette agli Italiani l’indipendenza dallo “straniero” (sic)
24 maggio 1796(5 pratile anno IV)
Le truppe francesi entrano a Pavia, ma una violenta rivolta popolare le costringe alla ritirata
26 maggio 1796(7 pratile anno IV)
Le truppe francesi cannoneggiano, riconquistano e saccheggiano Pavia. Tutti i rivoltosi, o presunti tali, vengono passati per le armi. Napoleone entra in città, accolto “con giubilo” dai notabili locali, per nulla sconvolti dalle contemporanee esecuzioni dei “capi rivolta” loro concittadini. I Francesi applicano con zelo la massima del rivoluzionario Danton (ghigliottinato il 05/04/1794): “Dobbiamo essere terribili se vogliamo impedire al popolo di esserlo”.
27 maggio 1796(8 pratile anno IV
Napoleone entra a Brescia. Scoppiano gli ormai consueti tumulti antifrancesi.
Raimondo Rotondi