AULETTA UN’ALTRA VERGOGNA ITALIANA
Andando a scavare nella storia della triste e martoriata nazione chiamata Italia troviamo tante schifezze, tante vergogne e tante stragi che ormai non riusciamo più a contare.
La gran cassa demagogica e propagandistica della storiografia ufficiale, salariata come la definisce Gramsci, visto che le stragi dal dopoguerra ad oggi non riesce a nasconderle ha cambiato tattica di occultamento creando una gran confusione attraverso le tante ricostruzioni giornalistiche che hanno come unico scopo quello di resuscitare come valore la famosa frase “tutto deve cambiare perchè nulla cambi”, ma per quanto riguarda le tragedie accadute nel 1799 e nei primi 50 anni dell’Unità d’Italia la loro tattica è quella di minimizzare oppure di inquadrarle come semplici operazioni di polizia.
Vediamo cosi che negli ultimi tempi escono libri dove si cerca di relativizzare la strage di Pontelandolfo e Casalduni facendola passare come una reazione dell’esercito italiano all’attentato terroristico di Cosimo Giordano e della sua banda, peccato che quando si parla della carneficina orrenda nazifascista delle fosse Ardeatine l’attentato di via Rasella viene inquadrato come atto eroico ma di questo non dobbiamo meravigliarci perché chi lo afferma sono gli stessi che fanno passare Mazzini per un sant’uomo e il suo “modus operandi” da terrorista è giustificato dal fatto che era al servizio di una nobile ideologia quindi diventa virtù, oppure che i briganti erano solo delinquenti eredi di una cultura atavica, consolidata da secoli e bla bla bla bla……dimenticando che la popolazione carceraria mai è stata cosi bassa come negli ultimi 20 anni del regime borbonico e che nel 1872 le carceri italiane ospitavano piu di 72.000 detenuti mentre in Francia ce ne erano 50.000, in Inghilterra ce ne erano 35.000 e, altresì, dimenticano che nell’orrendo e delinquenziale Regno Napolitano mai s’è avuta la necessità di creare la Legge Pica.
Mentre aspettiamo la controffensiva sulla strage di Scurcola Marsicana che quest’anno grazie anche all’impegno dell’ Ass. Id. Alta Terra di Lavoro è stata ufficializzata con una cerimonia solenne con la presenza di 4 sindaci della Repubblica Italiana, oggi vi invitiamo a vedere l’ennesimo capolavoro cinematografico del Moto Brigante di Carmine Di Somma sulla strage e le vicende di Auletta .
Carmine come sempre da un taglio antropologico ai suoi lavori perché si reca sui posti teatro di queste terribili storie per ascoltare le testimonianze dirette delle persone in loco che anche se non hanno studiato sui libri le vicende sono custodi dei fatti narrati dai loro avi e, soprattutto, è capace di ascoltare il linguaggio, che personalmente definisco “delle pietre che parlano”, dei sassi, delle mura e della terra che sono state spettatori dei fatti del passato soprattutto di quelli tragici che non possono essere cancellati da nessun artefizio letterario.
Claudio Saltarelli
ho letto e mi sono ascoltata la due registrazioni che se fossero due cassette vorrei acquistare!… per risentirle ma anche per farle girare…è ora che si conosca quanta violenza hanno subito i popoli di quest’Italia, ridotta a batter le mani ogni volta che sente la marcetta nazionale che accompagna ogni evento tricolorato… e non si conosce quanta violenza hanno subito quando si son visti sconvolta la vita con la forza delle armi e privati di tutto quello in cui per secoli hanno creduto come propri valori… Hanno fatto di tutto per farcelo dimenticare! non c’è traccia veritiera nei libri della scuola dell’obbligo, e quando da adulti ci si interroga e si va a scoprire la verità, imbattendoci qua e là forse in una scritta o in una lapide, non è sempre facile ricostruire i fatti… e potendoli rintracciare, sono per lo più tragici e ci si rende conto della violenza su cui è nata questa forzata e assurda unità… imposta con la forza bruta e con l’inganno, come ben risulta in questi video che avete postato. La vicende tragiche illustrate con magistrale impegno sono emblematiche e fanno riflettere… Spero in una vostra cortese risposta. caterina ossi