Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

IL BRIGANTAGGIO LUCANO (XI)

Posted by on Giu 30, 2024

IL BRIGANTAGGIO LUCANO (XI)

Episodi di brigantaggio nel territorio di Genzano

Il fenomeno del brigantaggio, tranne che per alcuni episodi successivamente considerati, interessa solo marginalmente l’agro di Genzano; tuttavia le autorità governative, nell’intento di assicurare tranquillità anche in queste contrade, decidono di istituire una squadriglia di volontari per prevenire eventuali episodi delittuosi ad opera dell’ Ingiongiolo e del Tortora che in questo periodo vengono spesso avvistati nel territorio di Genzano e nel vicino bosco di Palazzo San Gervasio e Montemilone.

Con nota numero 2735 dell’8 marzo 1864 il Prefetto di Potenza comunica al sindaco di Genzano:

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INVITO A CENA CON DELITTI

Posted by on Giu 30, 2024

INVITO A CENA CON DELITTI

“Vorrei una cernia al garum e del Falerno fresco.”, ordinò.

“Subito, Signore.”, rispose il cameriere, ma tra sé pensò: che è ‘sto garum? mai sentito! vado in cucina e chiedo allo chef.

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IL BRIGANTAGGIO LUCANO (X)

Posted by on Giu 29, 2024

IL BRIGANTAGGIO LUCANO (X)

La Colonna del “Maggiore” D’Errico

La colonna D’Errico, sostanzialmente, non fa che seguire i briganti ed arriva sempre dopo che i vari paesi sono stati messi a ferro e fuoco evitando accuratamente lo scontro e la battaglia: così a Venosa, Rionero e Melfi metre Barile e Rapolla vengono osservate da lontano, in fiamme! Ma sentiamo come descrive quei fatti Filippo Pace, milite della Guardia Nazionale di Napoli che si trovava in quel periodo a Genzano e che, quindi, fece parte della “Colonna D’Errico”: 

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Il quarantotto, in “Gli zii di Sicilia” (1958)di Leonardo Sciascia letto da Ricciarda Ricorda

Posted by on Giu 29, 2024

Il quarantotto, in “Gli zii di Sicilia” (1958)di Leonardo Sciascia letto da Ricciarda Ricorda

Un narratore anziano, anche se non proprio ottuagenario, rifugiato in una casa della campagna isolana per sfuggire all’arresto dopo aver partecipato ai Fasci siciliani, ripercorre nella scrittura la propria vita, segnata da tappe che corrispondono ai principali avvenimenti del pro- cesso risorgimentale, dal «quarantotto» che, spiega in epigrafe Gaetano Peruzzo nel suo Dizionario siculo-italiano, significa «disordine, confusio- ne, dagli avvenimenti del 1848 in Sicilia», fino all’arrivo dei garibaldini. nel racconto lungo di Leonardo Sciascia, confluito nel volume Gli zii di Sicilia, comparso nel 1958 nella gloriosa collana dei «Gettoni» vittori- niani, come nel romanzo di nievo, Le confessioni d’un italiano, la storia si incarna in personaggi che ne sintetizzano situazioni ed eventi: così le vicende esistenziali dell’io narrante alludono a un esito che, secondo Sciascia, ha caratterizzato il fenomeno dell’unificazione in Sicilia, accettata con partecipazione e convinzione, ma non destinata a produrre nell’isola quel salto qualitativo atteso da un processo storico di simile portata. Si tratta di una posizione che vede nel risorgimento una rivoluzione man- cata e che lo scrittore condivide con la linea siciliana che parte dalla novella La libertà di Verga, attraversa I Viceré di de roberto e I vecchi e i giovani di Pirandello, per giungere fino al Gattopardo di Lampedu- sa, seppure con implicazioni diverse soprattutto sul piano ideologico.

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