Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

Quando Roma e Cartagine erano alleate

Posted by on Giu 23, 2024

Quando Roma e Cartagine erano alleate

Nell’immaginario collettivo Roma e Cartagine rappresentano l’esemplificazione dei due nemici per eccellenza, di quei rivali stretti in uno scontro mortale che può concludersi solo nell’annientamento totale di uno dei due. Gli stessi autori classici diedero allo scontro tra queste due antiche super-potenze una dimensione superiore riconducendola a un destino ineluttabile precedente alla nascita della stessa Roma; Virgilio infatti narra di come Didone, sedotta ed abbandonata, nel suicidarsi abbia maledetto Enea preannunciando l’eterno odio tra la sua Cartagine e i discendenti dell’esule troiano. Eppure, al di là dei meravigliosi versi dell’Eneide, Roma e Cartagine per quasi due secoli e mezzo intrattennero ottime relazioni diplomatiche e, addirittura, vi fu un momento in cui si trovarono alleate per combattere un nemico comune.

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Le industrie nel Regno delle Due Sicilie (seconda parte)

Posted by on Giu 22, 2024

Le industrie nel Regno delle Due Sicilie (seconda parte)

Altra industria nella quale il Meridione primeggiava era quella della carta, che veniva esportata finanche in Inghilterra. Le aziende, nelle quali complessivamente lavoravano più di 3.000 operai, si trovavano principalmente nella zona di Amalfi e nella valle del Liri, territori ricchi di acqua, fondamentale per varie fasi della produzione.

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STORIA DI FERDINANDO II RE DEL REGNO DELLE DUE SICILIE DAL 1830 AL 1850 LIBRO SECONDO (I)

Posted by on Giu 22, 2024

STORIA DI FERDINANDO II RE DEL REGNO DELLE DUE SICILIE DAL 1830 AL 1850 LIBRO SECONDO (I)

Dovremmo smettere di definire certi storici “borbonici” e chiamarli semplicemente “preunitari” o “napolitani” nel nostro caso. Non si  capisce per quale motivo il Colletta che non scrive certo un trattato di obiettività scientifica sia considerato uno storico e i napolitani che scrissero al tempo di Ferdinando II siano considerati dei lacchè di regime.

Gli esuli pagati profumatamente in quel di Torino dal conte di Cavour per scrivere le loro ricostruzioni storiche antiborboniche che cos’erano? I depositari  della verità rivelata?

Buona lettura e soffermatevi sul profluvio veramente impressionante di innovazioni normative operate dal Re Ferdinando II.

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Onofrio MelvettiUna storia d’altri tempi tra Pagani e Torre del Greco dalla Belle Époque alla Grande Guerra di Vincenzo Pepe

Posted by on Giu 22, 2024

Onofrio MelvettiUna storia d’altri tempi tra Pagani e Torre del Greco dalla Belle Époque alla Grande Guerra di Vincenzo Pepe

Perfezionato dal matrimonio, l’amore tra Simone e Anna crebbe in intensità dal primo giorno di vita insieme, e di-ventò esclusivo e coinvolgente, al punto che nessuno dei due riusciva a sopportare di stare senza l’altro, nemmeno per po-che ore durante la giornata. Anche se effetto della naturale attrazione fisica di due giovani corpi, il loro bisogno reci-proco non si esauriva tuttavia in questa.

Come si è già avuto modo di accennare, ancorché giova-nissimi, ambedue erano angustiati da pene intime che in al-cuni momenti diventavano insopportabili. In Anna, l’amore di Simone, e per Simone, leniva gli effetti di un cruccio sordo che la giovanetta si portava dentro, e che minacciava conti-nuamente di salire in superficie a intorbidare la sua naturale radiosa giocondità. Questo succedeva specialmente quando il discorso cadeva sulla maternità; o semplicemente quando vedeva le donne del cortile alle prese con i loro bambini; o quando si soffermava a riflettere sul suo corpo come poten-ziale generatore di vita. In quei momenti il pensiero andava alla sconosciuta figura che l’aveva messa al mondo e l’aveva poi abbandonata nel brefotrofio napoletano. A quella figura la sua mente di giovanetta inesperta si sforzava di assegnare un volto, tratti somatici, una fisionomia morale. Cercava di immaginare anche i motivi che potessero averla spinta alla terribile decisione di abbandonarla subito dopo averla messa al mondo. Capiva che un atto estremo come il rifiuto di accogliere quello che è il frutto di noi stessi, poteva essere dettato solo da disperazione immensa. Ma se così stavano le cose, l’averla abbandonata non era da ritenersi atto di crudeltà di madre innaturale; se ci si rifletteva, lo si poteva ad-dirittura pensare come manifestazione di affetto, … sì, come …

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Una storia d’altri tempi tra Pagani e Torre del Greco dalla Belle Époque alla Grande Guerra – VesuviowebVesuvioweb

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