Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

Odessa e le radici napoletane di Oscar Limpido

Posted by on Giu 20, 2024

Odessa e le radici napoletane di Oscar Limpido

Il nome della città deriverà dalla Grecia antica (in appresso i motivi) e, sempre alla Grecia antica si deve, quasi certamente, il nome del mare “Nero”; su cui si affaccia Odessa. Non che il mare fosse di tale colore: col sintagma “Pontus Axeinus” (mare inospitale o mare scuro) il riferimento, ma non è chiaro, è alla difficoltà di navigazione o al colore scuro.
Sorti i primi insediamenti, il nome fu cambiato in “Pontus Euxinus” (mare ospitale). Quando i turchi, nel XVI secolo, presero il controllo di quelle terre, rinominarono il mare “Karadeniz” che significa “mar Nero”. I turchi usavano indicare con i colori, i punti cardinali e il nero si riferiva al nord, il bianco al sud; pertanto mar Nero stava per mare del nord che si trova all’opposto del mare bianco ovvero mar Mediterraneo (in turco Ak Deniz).
La diffusione dell’espressione “mar Nero” in tutta Europa, si deve all’influenza francese (mer Noire) nel corso del XVII e del XVIII secolo, e si è imposto, nelle rispettive traduzioni, in quasi tutte le lingue moderne.

fonte

Odessa e le radici napoletane – VesuviowebVesuvioweb

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IL BRIGANTAGGIO LUCANO (V)

Posted by on Giu 19, 2024

IL BRIGANTAGGIO LUCANO (V)

Il Plebiscito

Avvenuta in Basilicata la rivoluzione politica e con essa la fine della dinastia borbonica, il governo piemontese indice per il 21 ottobre 1860 il Plebiscito per dichiarare l’annessione alla monarchia dei Savoia del napoletano e della Sicilia.

Giacomo Racioppi, segretario generale del governo della provincia, per tale evento indirizza al popolo lucano il seguente proclama:

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STORIA DI FERDINANDO II RE DEL REGNO DELLE DUE SICILIE DAL 1830 AL 1850 (XVI)

Posted by on Giu 19, 2024

STORIA DI FERDINANDO II RE DEL REGNO DELLE DUE SICILIE DAL 1830 AL 1850 (XVI)

Dovremmo smettere di definire certi storici “borbonici” e chiamarli semplicemente “preunitari” o “napolitani” nel nostro caso. Non si  capisce per quale motivo il Colletta che non scrive certo un trattato di obiettività scientifica sia considerato uno storico e i napolitani che scrissero al tempo di Ferdinando II siano considerati dei lacchè di regime.

Gli esuli pagati profumatamente in quel di Torino dal conte di Cavour per scrivere le loro ricostruzioni storiche antiborboniche che cos’erano? I depositari  della verità rivelata?

Buona lettura e soffermatevi sul profluvio veramente impressionante di innovazioni normative operate dal Re Ferdinando II.

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