Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

L’opera dei pupi … e Messina

Posted by on Ago 22, 2024

L’opera dei pupi … e Messina

L’opera dei pupi siciliani è una manifestazione teatrale popolare che affonda le sue origini, su memorie più antiche di quanto si possa immaginare. In Sicilia, l’epicentro di questa cultura popolare è stata Messina già in epoche lontane (XVI secolo). Alla fine del Settecento alcuni cantastorie siciliani solevano intrattenere le folle popolari che si accalcavano intorno a loro per ascoltare quelle favolose novelle. I poemetti circolanti fra quei “oratori” però, avevano un comun denominatore, Messina. A tal proposito alcuni storici ottocenteschi, annoveravano fra i testi di questi poemi stampati a Messina l’Historia di Santo Giovanni Boccadoro del 1599; La Historia di Ippolito e Lionora attribuita a Sigifrundo di Lucca; l’Historia della vita e morte di San Paolino, scritta da Cola Cipolla nel 1598 nonchè nella fine dello stesso secolo, una ristampa del Morgante del Pulci. Così si concede un’origine a molte di quelle novelle o trasformate, o addirittura cambiate, se non semplicemente rimodulate dai cantastorie nel tempo. Molti autori hanno trovato queste tracce rimanendo sorpresi perchè le principali fonti, che disciplinano queste memorie pretendono l’origine dei testi utilizzati nelle scuole dei pupari siciliani, dipendere dalle compagnie catanesi e palermitane. In parte questa osservazione è reale, se i temi canonici dei manoscritti ritorna nei testi ottocenteschi. Però, l’arte oratoria dei cantori siciliani in oggetto alle epiche sfide dei paladini contro i saraceni, come detto prima, ritornano su quei poemi tardo cinquecenteschi stampati e circolanti a Messina. Da quei tempi negli slarghi messinesi, fra i padiglioni di ombrosi portici, nel cantonale di una strada, sotto le pergole in fiore, si ascoltavano le imprese dei paladini, i loro amori, le rispettive passioni, l’ardimento, le trovate lessicali nei dialoghi guerreschi.

Alessandro Fumia

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Il Cristo dei barbari. Il mondo nordico (IX-XIII secolo), Régis Boyer (V)

Posted by on Ago 22, 2024

Il Cristo dei barbari. Il mondo nordico (IX-XIII secolo), Régis Boyer (V)

Avevano compiuto scorribande in Oriente e in Occidente, erano diventati il terrore non solo dei mari ma di tutti i corsi d’acqua navigabili; il loro nemico più temuto erano le intemperie e forse, in parte, per questo motivo capiscono non soltanto di aver a che fare con un Dio padrone degli elementi naturali, cosa quasi scontata, ma soprattutto con un Dio che non li avrebbe mai traditi, tanto meno nel momento del pericolo di tempeste e di annegamento. Non si ha notizia di commenti a proposito dell’episodio evangelico in cuiil Signore Gesù seda la tempesta (cfr. Mt. 8, 23-27; Mc. 4, 39-41; e Lc. 8, 22-25), eppure i vichinghi, detti così perché andavano commerciando di vicus in vicus, di mercato in mercato, vedono in Cristo un drengr gódr, un buon “confratello”, un eccellente “fratello giurato”, un ottimo compagno di viaggio, un marinaio valente da imbarcare con loro durante i lunghi trasferimenti che li portano dalle coste europee fino in Asia.

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IL MARTIRIO DI SAN LORENZO

Posted by on Ago 22, 2024

IL MARTIRIO DI SAN LORENZO

La festa di san Lorenzo del 10 agosto è legata alle stelle cadenti che ricordano i carboni ardenti del suo supplizio e che fanno avverare i desideri di chi ricorda quella notte il suo martirio

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La Controrivoluzione sarda del 1793-1796

Posted by on Ago 21, 2024

La Controrivoluzione sarda del 1793-1796

Tra il 23 gennaio e il 22 febbraio 1793 la Repubblica francese tentò di invadere la Sardegna per rafforzare le sue posizioni marittime, ma fu respinta dalla resistenza locale di 4000 valorosi miliziani sardi e di un manipolo di soldati piemontesi.

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