Alta Terra di Lavoro

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Il sanfedismo e la controrivoluzione napoletana

Posted by on Gen 31, 2022

Il sanfedismo e la controrivoluzione napoletana

La rivoluzione irruppe in Italia nel 1796, quando le armate guidate dal giovane generale corso Napoleone Bonaparte varcarono il confine con il Piemonte e di lì dilagarono nella pianura padana. Non vi è nulla di spirituale nella discesa francese, nonostante il roboante proclama che annunciò la liberazione dei popoli italici dal giogo della tirannia.

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Napoleone e la guerra alla Chiesa

Posted by on Gen 27, 2022

Napoleone e la guerra alla Chiesa

5 maggio 1821 – Bonaparte avversa la fede; combatte la Chiesa per assoggettarla; depreda gli Stati Pontifici; sostituisce la festa dell’Assunta (15 agosto) con l’inesistente san Napoleone. Nel febbraio 1798 occupa Roma e lo Stato Pontificio, arresta e deporta Papa Pio VI

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L’INVASIONE FRANCESE NEL SUD ITALIA FINO ALLA BATTAGLIA DI MAIDA DEL 1806

Posted by on Gen 25, 2022

L’INVASIONE FRANCESE NEL SUD ITALIA FINO ALLA BATTAGLIA DI MAIDA DEL 1806

Il 21 gennaio del 1793, i reali di Francia Luigi XVI e Maria Antonietta d’Austria, durante la Rivoluzione francese iniziata con la presa della Bastiglia il 14 luglio del 1789 e la conseguente caduta della monarchia francese, furono uccisi tramite ghigliottina. Il timore che il pericolo rivoluzionario potesse diffondersi anche nel Regno di Napoli e di Sicilia indusse Ferdinando IV e la consorte Maria Carolina d’Asburgo – Lorena ad attuare una politica di forte conservatorismo e antigiacobina. Il primo ministro John Acton allontanò tutti i cittadini francesi dalla città partenopea. Ferdinando IV aderì, inoltre, alla prima coalizione antifrancese.

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PAISIELLO E IL “RIPURGO” DEL 1799

Posted by on Gen 23, 2022

PAISIELLO E IL “RIPURGO” DEL 1799

«La rivoluzione che alla fine del secolo XVIII sconvolse l’Europa riuscì funesta» — ebbe occasione di scrivere Giuseppe De Balsiis[1] — «a tre celebri maestri di musica napoletani: Niccolò Piccini, Domenico Cimarosa, Giovanni Paisiello».

Il perché, per quanto riguarda Paisiello, è richiamato alla nostra memoria dalla rilettura — effettuata col valido ausilio di un indice onomastico — del Diario Napoletano di Carlo de Nicola, che ai principi del secolo, a cura del De Blasiis appunto, aveva visto la luce in appendice all’«Archivio storico per le provincie napoletane» e che ora la vede nuovamente * col dichiarato scopo di «restituire al più largo pubblico una lettura di appassionante interesse e di straordinaria forza narrativa», come si esprime Paolo Ricci, che ha curato la ristampa, nella nota introduttiva.[2]

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