Quando si affronta il tema dell’atroce eccidio avvenuto a Isola del Liri il 12 maggio 1799 si resta stupiti soprattutto dalla poca memoria da sempre dedicata a una tragedia di tali dimensioni.
Ci sono nomi evocatori di sinistri ricordi. A pronunciare le loro sillabe, si prova un senso di spavento e vi viene un brivido di orrore. Altri, al contrario, non risvegliano che piacevoli reminiscenze. “Fra’ Diavolo” è di quelli. Un soprannome che odora di incenso e di zolfo, di inferno e di sagrestia. Di qui, la grande varietà di leggende sul conto suo: che fosse frate, apostata, chierico, che tenesse commercio col diavolo, per cui le palle nemiche non lo scalfivano neppure e anzi se ne serviva per rilanciarle così roventi contro chi gliele aveva sparate addosso.
Quando Antonio Genovesi inizia le sue lezioni dalla cattedra di economia nel 1754, Gaetano Filangieri ha appena un anno.
Nella sua pur breve vita – morirà nel 1788 – Filangieri, discendente dei nobili principi di Arianello, esprime una critica serrata e radicale al sistema feudale nell’opera a cui ha dedicato la vita intera: la “Scienza della legislazione”, divisa in sette tomi di cui cinque pubblicati.
Siamo vicini al 12 maggio data importante per Isola Liri e per tutta l’alta Terra di Lavoro in cui si commemorerà con una cerimonia solenne, alla Chiesa di San Lorenzo, l’eccidio commesso per volontà dell’invasore Francese Giacobino nel giorno di Pentecoste del 1799 dimezzando la popolazione Isolana trasformando in colore rosso sangue le acque del fiume Liri sul quale poggia il Borgo. Il giorno dopo, 13 maggio, l’esercito transalpino si macchiò di un altro crimine di guerra in quel di Casamari nell’Abbazia Cistercense violando e stuprando la sacralità del luogo e ammazzando 6 monaci che difendevano e si opponevano al saccheggio delle orde giacobine.
Nel 2023 grazie alla volontà diGennaro ConteIl Liceo Scientifico G. Siani di Aversa, dove insegna, ha partecipato alla commemorazione che s’è tenuta nel pomeriggio dopo aver passato la mattinata all’Abbazia di Casamari per portare un saluto ai martiri, che ricordo sono stati fatti beati, e visitare il Monastero accompagnati da una guida speciale e preparata come quella di Fra’ Riccardo che oggi pubblichiamo in un breve documentario come di seguito potete notare
Dal 2015 che ogni anno ricordiamo quel drammatico giorno di pentecoste, 12 maggio 1799, in cui l’esercito francese giacobino intriso di positivismo, razzismo, furore ideologico e odio uccise più di 700 persone nelle strade di Isola Liri di cui più di 500 nella Chiesa di San Lorenzo vicino le cascate.
Nonostante ogni sera la comunità isolana ascolta 33 rintocchi di Campana, “ora e mai più”, in pochi conoscevano la storia di quella immane tragedia o, chi la conosceva, la sapeva in modo confuso ma, con pazienza, con attenzione e con costanza siamo riusciti attraverso la comunicazione e le commemorazioni che non si sono mai interrotte, a portare alla conoscenza di tutti i fatti di quel funesto giorno. Sono stati tanti i motori che hanno permesso questo importante risultato a cominciare da Don Alfredo Di Stefano che messo a conoscenza dei fatti, s’è sentito in dovere da prelato, da uomo di Chiesa e soprattutto da buon Cristiano, di rendere le commemorazioni solenni e partecipative. Un altro motore è Lucio Marziale che fin dal primo anno non ha mai fatto mancare la sua presenza e vicinanza ai suoi sfortunati antenati offrendo sempre un’accoglienza a nome del Comune, della comunità e di se stesso, ai tanti napolitani che ogni anno percorrono tanti km pur di ricordare e commemorare i “Martiri di Isola Liri”. Un altro motore che merita stima e menzione è Gennaro Conte che dal secondo anno, al primo eravamo pochi intimi, non ha fatto mai mancare la sua presenza che è sempre stata molto attiva e appassionata ma quest’anno è andato oltre infatti sta organizzando, partendo da Aversa, una giornata che segnerà indelebilmente anche quelle future. Gennaro è un docente del Liceo Scientifico Statale “Giancarlo Siani” di Aversa e quest’anno ha “voluto” una gita scolastica in alta Terra di Lavoro tra Casamari, Arpino ed Isola Liri dove i suoi studenti potranno apprezzare le ricchezze storiche, culturali, artistiche e naturali che le suddette località offrono e soprattutto parteciperanno alla commemorazione dell’eccidio del 12 maggio del 1799 che sarà come sempre prima religiosa, officiata da Don Alfredo, e poi laica organizzata dal Comune. Il Comune di Isola liri, dietro la spinta e la caparbietà di Lucio Marziale sollecitato da Don Alfredo e dal sottoscritto, ha finalmente deciso di dedicare una strada in onore dei Martiri del ’99 che si intitolerà “Via dei Martiri dell’eccidio del 12 maggio 1799” e che verrà inaugurata alla fine della Messa con conseguente lettura di tutti i nomi dei Martiri da parte dei ragazzi del Liceo di Aversa. Si chiuderà la giornata con la abituale l’offerta dei fiori al Fiume Liri che in quel 12 maggio si tinse di rosso.
Abbiamo comunque l’obbligo, è nostra abitudine non farlo, citare noi stessi, l’Ass.Id. Alta Terra di Lavoro, che dopo anni di pazienza e perserveranza vediamo realizzare il nostro desiderio che è quello che fin dall’inzio ci siamo prefissati, vedere Isola del Liri appoggiare il ricordo di quel 12 maggio 1799 su una Pietra, una Pietra Laica, che affiancherà quella Sacra voluta da Don Alfredo Di Stefano ed entrambe verranno consegnate all’eternità e vederlo realizzato con i giovani come protagonisti ci rende felici ed emozionati.
I giovani in presenza sono di Aversa quindi anche loro vengono dalla Terra di Lavoro e leggeranno, come già detto, i nomi delle vittime che sono stati presi e trascritti dall’archivio Parrocchiale di San Lorenzo da Raimondo Rotondi e dal sottoscritto che fin dal primo momento sono stati resi pubblici dall’Ass.Id.Alta Terra di Lavoro e che riproponiamo nell’articolo di seguito
Anni fa abbiamo creato una collana dedicata al periodo storico “1799” con il primo numero dedicato al diario di Domenico Petromasi, fedelissimo del Cardinale Fabbrizio Ruffo, che narra l’epopea dei Sanfedisti che ricacciarono l’invasore giacobino francese, primo caso della storia in cui un popolo resiste, combatte e ricaccia un esercito invasore. Grazie alla volontà dell’editore Vincenzo D’amico e alla curatela di Francesco Maurizio Di Giovine e Gianandrea de Antonellis, la collana ha ripreso le sue pubblicazione e siamo arrivati alla pubblicazione delle “Memorie di Paul Thiebault”, un generale francese invasore e protagonista delle vicende belliche, che il nostro e caroRaimondo Rotondiha tradotto dal francese all’italiano con l’illustre frefazione del Prof. Massimo Viglione, studioso, ricercatore e storico tradizionalista di dimensione internazionale e massimo esperto della “Vandea Italiana”. Se con il suddettoPetromasi abbiamo pubblicato la voce di un resistente, con l’ultima fatica letterariaRaimondofaremo conoscere la voce di un invasore che riserva delle sorprese che forse a qualcuno non faranno piacere, sabato 6 aprile alle ore 17 lo presenteremo a Sora a Piazza San Francesco al Palazzo della Cultura che è stato il quartier generale di Fra Diavolo, nella locandina di seguito i dettagli.