Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

Musica e danza dalla Terra di Leuca

Posted by on Nov 27, 2019

Musica e danza dalla Terra di Leuca

La Pizzica fa parte della grande famiglia delle Tarantelle, un variegato gruppo di danze diffuse nell’Italia Meridionale, particolarmente in Puglia centro-meridionale, Basilicata, in alcune zone della Sicilia e della bassa Campania, nel Cilento, ed è per questo detta “pizzica tarantata”.

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La mostra di Capodimonte/Napoli in una fiaba raccontata tra porcellana e musica. Una metafora della vita

Posted by on Nov 6, 2019

La mostra di Capodimonte/Napoli in una fiaba raccontata tra porcellana e musica. Una metafora della vita

Dicono che la Storia ognuno se la racconta a modo suo. Ma la Storia vera esiste, pure se guardata da diversi punti di vista, ed è quella testimoniata dai fatti e, soprattutto, dagli oggetti, edifici, strade, abiti, musica, manifatture, ecc. dell’epoca sua. Perciò la mostra che oggi, fino al 21 giugno 2020, è nella reggia- museo di Capodimonte “Napoli, Napoli di lava, porcellana e musica”, anche se è una fiaba, se è un sogno, se è una creazione artistica, è una storia vera, perché fatta di cose: di lava, di porcellana e di musica.
E’ la storia di una Napoli per l’ultima volta capitale. Dopo che lo è stata per circa sei secoli. “E’ stata una capitale e questo lo si avverte ancora” dice il direttore del Museo e del Real Bosco di Capodimonte Sylvain Bellenger, La mostra è un suo sogno, un’idea a cui ha dato realtà. Il sogno di un innamorato di Napoli.
La strategia culturale di questo direttore è quella che ha illustrato all’inizio del suo mandato: riportare Napoli alla ribalta internazionale, darle  il suo giusto posto nel mondo. Ha seguito con determinazione questo suo intento, divenendo  perciò sempre più popolare.
Questo si avverte anche parlando con i napoletani, leggendo la stampa e i commenti su internet e su facebook, dove, per esempio, a proposito della richiesta, inoltrata da migliaia di cittadini, al Sindaco De Magistris, di dare la cittadinanza onoraria di Napoli a Bellenger, si legge, con la firma del consigliere Diego Venanzoni:  «Devo dirgli grazie per aver fatto riscoprire Capodimonte e le sue bellezze…Napoli cresce anche e soprattutto con la cultura. C’è un gran movimento in questa direzione e volentieri mi unirò ai tanti che in  questi mesi stanno creando le condizioni perché Bellenger diventi cittadino onorario di Napoli. Credo che meriti in pieno questa onorificenza».
Sembra che lo stesso sindaco abbia intenzione di far diventare cittadino onorario di Napoli il direttore franco-normanno. Avendo questi un’ampia rete di rapporti internazionali, la  notizia darebbe maggiore notorietà e buona fama a Napoli e al suo sindaco.
La mostra è di una straordinaria bellezza. Ed è accompagnata dalla musica dei grandi musicisti napoletani del Settecento, Pergolesi, Cimarosa,  Pacini, Paisiello e Iommelli, che si ascolta attraverso degli auricolari che fanno si che essa cambi secondo la sala che si visita. All’entrata della mostra, una gigantografia dell’interno del teatro San Carlo ce ne dà il senso:è uno spettacolo. Uno spettacolo brillante con un pizzico di ironia, come ci dice l’enorme busto di cartapesta della regina Maria Carolina.
Ma già la prima sala ci fa entrare nell’anima profonda di Napoli, l’anima religiosa, mentre ci avvolge lo Stabat Mater di Pergolesi che si ascolta in cuffia. Ma la vita è varia e a Napoli era fatta soprattutto di festa e di gioia. Ed ecco la musica profana che ci accompagna nella  sala vicina, dove ammiriamo anche originali strumenti d’epoca.
Poi altre sale. Come quella del Grand Tour, quando il turismo non era ancora inflazionato da affollate comitive e aveva la partecipazioni delle persone più colte d’Europa, attirate dalla scoperte di Ercolano e Pompei e dalla straordinaria produzione musicale e teatrale della città.
Allora Napoli era un centro internazionale, che si interessava della cultura cinese già prima che la scoprissero gli inglesi e della cultura egiziana prima che la scoprissero i francesi napoleonici con Championnet. Ed ecco in mostra una Cina e un Egitto napoletanizzato.

E poi c’è la sala della Materia con gli studi naturalistici di Lord Hamilton, l’ambasciatore inglese a Napoli. E ci sono le eruzioni del Vesuvio dipinte da Volaire, e le vedute della Napoli dell’epoca di un’ampiezza senza confini. Come la veduta della partenza di re Carlo per la Spagna, che è la prima opera napoletana del modenese Antonio Joli. Ed è sicuramente posteriore al 1759, anno della partenza di Carlo.
L’ampiezza della visione, tipica del vedutismo napoletano del Settecento, in quell’anno era già stata definita dai pittori napoletani, quindi, non è creazione di Joli, come si continua a scrivere, sebbene l’errore sia stato corretto da tempo. (cfr. Lo spazio a 4 dimensioni nell’arte napoletana. La scoperta di una prospettiva spazio-tempo di A.  Dragoni).
E vediamo in mostra le porcellane della Real Fabbrica di Capodimonte e la Sala del Gioco e del Destino. E poi c’è la Sala Miseria e Nobiltà, che ci dice di una particolare caratteristica della vita napoletana dell’epoca, quando i ricchi e i poveri vivevano insieme e non faceva differenza il possesso del denaro. Il tutto in una sinfonia di colori. Con tanto bianco, quello delle vesti dei pulcinella.
Se il colore nero assorbe tutti gli altri colori, il bianco li rimanda tutti indietro e lui ne resta privo, privo di vita. Per cui in mostra è rappresentata la morte di Pulcinella ma anche la sua nascita, a significare che lui è eterno, è al di fuori del tempo e della realtà quotidiana.
Infine, nell’ultima sala, potete sdraiarvi su un grande sofà circolare, mentre tutt’intorno girano e cambiano continuamente le immagini di Napoli, visi, panorami, strade. E’ la sconvolgente video-installazione di Stefano Gargiulo: una metafora della vita.
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La mostra “Napoli Napoli di Lava, Porcellana e Musica” (21/9/2019 – 21/6/ 2020) è a cura di Sylvain Bellenger, con la collaborazione del Teatro San Carlo e degli Amici di Capodimonte e la produzione e organizzazione della Casa Editrice Electa.

LA NOTIZIA/RAI STORIA RACCONTA UNA REGGIA PER L’ARTE
Su una collina che domina il golfo di Napoli si staglia la Reggia di Capodimonte,
voluta nel 1738 dal re di Napoli Carlo di Borbone, figlio di Elisabetta, regina di Spagna e ultima erede della dinastia farnese. La reggia, destinata fin da subito a essere residenza di corte e prestigiosa sede museale, è stata trasformata definitivamente in museo nazionale nel 1957.
A questa “Reggia per l’arte”, è dedicato il nuovo documentario di Keti Ricciardi, con la regia di Antonio Masiello, per “Italia: viaggio nella bellezza”, il programma prodotto da Rai Cultura in collaborazione con il MiBACT, in prima visione lunedì 4 novembre alle ore 21.10 su Rai Storia.
Ad accompagnare i telespettatori in questo viaggio sono Sylvain Bellenger, direttore del Museo di Capodimonte; Angela Cerasuolo, capo restauratore del Museo di Capodimonte; Renata De Lorenzo, storica; Riccardo Lattuada, storico dell’arte; Patrizia Piscitello, Alessandra Rullo e Antonio Tosini, che lavorano in diversi settori del museo.

Adriana Dragoni

fonte https://www.ilmondodisuk.com/la-mostra-capodimontenapoli-fiaba-raccontata-porcellana-musica-metafora-della-vita/

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LA NOTTE DELLA TAMMORRA 2019 DI CARLO FAIELLO HA CHIUSO IL SIPARIO

Posted by on Ott 8, 2019

LA NOTTE DELLA TAMMORRA 2019 DI CARLO FAIELLO HA CHIUSO IL SIPARIO

La Notte della Tammorra 2019 organizzata dal Canto di Virgilio con la direzione artistica di Carlo Faiello che si è tenuta alla rotonda Diaz di Napoli la sera di ferragosto anche quest’anno ci ha regalato importanti novità e grosse emozioni.

Per fortuna non sono mancate le inestinguibili polemiche che alla fine hanno solo certificato la riuscita dell’evento e guai se non ci fossero perché un evento senza polemiche vuol dire che è stato un flop.

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Napoli, Napoli… di lava, porcellana e musica | Museo di Capodimonte

Posted by on Ott 1, 2019

Napoli, Napoli… di lava, porcellana e musica | Museo di Capodimonte

NapoliFino al 21.VI.2020A Capodimonte una scenografia coinvolgente racconta la storia di Napoli attraverso le sue porcellane e la musica del teatro San Carlo

A Napoli i Re Borbone non ci sono più. Ma il teatro San Carlo e la Reggia-Museo di Capodimonte che hanno voluto costruire ci sono ancora. E i loro direttori, Rosanna Purchia e Sylvain Bellenger, si sono alleati per promuovere, insieme agli Amici di Capodimonte e gli American Friends of America, “Napoli, Napoli di lava, di porcellana e di musica”, il grandioso spettacolo della Napoli borbonica che si tiene nella Reggia- Museo di Capodimonte. Tanto originale che non ci sono parole adeguate per definirlo. “È una magia” dice Rosanna Purchia “pensata e realizzata da Sylvain”. “È la creazione di una mente colorata”, dice Errico Di Lorenzo, presidente degli Amici di Capodimonte. È una “reverie”, una fantasticheria a lungo immaginata, per captare e rendere il senso della vita di un’epoca, il sogno di un innamorato di Napoli, napoletano in fieri (una petizione popolare chiede la sua cittadinanza onoraria), che è anche una storia vera.

Un Settecento, quello napoletano, denso di energie vitali, delle idee geniali di scienziati, di poeti, di artisti. Quando si possono incontrare per le strade della città, e possono salutarsi l’un l’altro, Giambattista Vico, Ferdinando Sanfelice, il Principe di Sansevero e Sant’Alfonso. Li immaginiamo mentre giriamo nelle sale della mostra tra manichini vestiti con gli abiti dell’epoca (della sartoria del San Carlo). È il tempo delle scoperte di Ercolano, nel 1738, e di Pompei, dieci anni più tardi. E accorre a Napoli l’élite di tutta Europa. Mentre nasce il neoclassicismo nel continente e oltre. Anche a Napoli. Dove, però, è ammorbidito da una certa ellenistica grazia. Al neoclassicismo si ispirano le ceramiche di Capodimonte in mostra nella Sala dell’Eruzione, come quella de “Il carro del Sole”, che non è priva di una gentilezza rococò. È posata su nere pietre laviche che fanno da contrasto al suo candore. La fabbrica di porcellane di Capodimonte è fondata, nel 1740, da Carlo di Borbone, che ne decreta la fine quando deve partire da Napoli (1759), per diventare re di Spagna. Lascia a Napoli, quale suo erede, un bambino di nove anni, Ferdinando. Un ragazzo esuberante che ama giocare con i ragazzi di quel popolo che sempre ama, riamato. Sarà chiamato Re Lazzarone e sarà detto ignorante. Ma conosce varie lingue, sa tenere relazioni internazionali, organizzare fabbriche e avveniristiche società di lavoratori, imprese agricole. E riattiva la fabbrica di porcellane.

Durante il suo regno, Napoli è considerata “una città felice”, come la definisce anche J.W. Von Goethe, che la conosce nel suo viaggio in Italia (1786/88). Ma ne scrive soltanto nel 1816, con profonda nostalgia. Quel mondo festaiolo, quell’armonia sociale non c’è più. C’è stata la Repubblica del ’99. Poi sono venuti i napoleonidi: prima Giuseppe, fratello di Napoleone e poi Gioacchino Murat, suo cognato. E quando Ferdinando di Borbone ritorna, non si chiama più Terzo Re di Sicilia e Quarto di Napoli ma, obbedendo al modello europeo di un centralistico potere, Ferdinando Primo delle Due Sicilie. Dopo il breve regno di Francesco I, quello tormentato di Ferdinando II e quello brevissimo del ventiduenne Francesco II, il Regno è conquistato dai Piemontesi. E il sogno svanisce. La mostra non segue questo lineare procedimento temporale. Ma ci immerge in un viaggio immaginario. E ci ammalia con la musica del tempo che sentiamo in cuffia: brani scelti dalla eccellente musicologa Elsa Evangelista.

Inizia con lo Stabat Mater di Pergolesi di un morbido, profondo colore scuro, in contrasto con il bianco delle figure dei flagellanti; mentre sorridono i candidi puttini marmorei del Sammartino. Poi entriamo nel mondo esotico di cinesi e di egiziani, ci intrighiamo nei giochi d’azzardo, tra numeri esoterici con magici pulcinella, ammiriamo l’arte della natura nelle pietre e negli uccelli impagliati e quella che fa rivivere la Napoli del Settecento con le sue vedute dalla “Einsteiniana” prospettiva spazio-temporale. (v. “Lo spazio a 4 dimensioni nell’arte napoletana. La scoperta di una prospettiva spazio-tempo” di A. Dragoni- T. Pironti ed.). In conclusione c’è la fantasmagorica video-installazione di Stefano Gargiulo e una domanda: siamo entrati nel Paese delle Meraviglie?

Adriana Dragoni

Mostra visitata il 22 settembre

Dal 22 settembre 2019 al 21 giugno 2020

Napoli, Napoli… di lava, porcellana e musica Napoli

Museo e Real Bosco di Capodimonte

Via Miano, 2

Orari: 8.30-19.30 tutti i giorni. Chiuso mercoledì

Info: http://www.napolilavaporcellanaemusica.it/index.php/it/

fonte https://www.exibart.com/mostre/napoli-napoli-di-lava-porcellana-e-musica-museo-di-capodimonte/


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CARPINO, DALL’ESPLOSIONE DEMOGRAFICA DEL SETTE-OTTOCENTO ALLA CRISI ATTUALE

Posted by on Set 4, 2019

CARPINO, DALL’ESPLOSIONE DEMOGRAFICA DEL SETTE-OTTOCENTO ALLA CRISI ATTUALE

di Michele Eugenio Di Carlo

All’allarme lanciato da Carpino qualche tempo, attestante che la bella cittadina del Gargano, anche nel 2017, aveva una popolazione nettamente scesa sotto i 4 mila abitanti, senza gli stranieri e che, mentre i decessi superavano le nascite, l’emigrazione giovanile galoppava con un paese ridotto a «vecchi, bambini e stranieri che qui immigrano e risiedono», ora si aggiunge la notizia che l’unica edicola di giornali chiude.

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Estate a Napoli 2019 Festival delle Periferie

Posted by on Set 1, 2019

Estate a Napoli 2019  Festival delle Periferie

Teatri – Comunità – Territori Teatri Associati di Napoli

presenta

Concerto Carlo Faiello in BALLANZA _ ovvero _ il Ritmo naturale

Un Concerto per ritrovare l’equilibrio dimenticato; un invito alla Danza attraverso la spontaneità della Musica Popolare per sbloccare la fonte di quell’energia che appartiene alla nostra dimensione interiore. Dal movimento ipnotico della Tammurriata a quello gioioso della Tarantella: passando attraverso la forma della canzone d’autore.

Un omaggio alle radici della Musica del Sud Italia per dimostrare che è ancora possibile portare alla Luce il Battito profondo del nostro Cuore.

BALLANZA in inglese ‘Balance’_ il Suono e l’Andamento regolare del continuo fluire per riscoprire l’Armonia naturale tra corpo, mente, anima. Una Perfomance per stimolare il pubblico a lasciarsi trasportare ‘Liberamente Ballando’ _ senza schemi. Un’occasione per scaricare e sciogliere le tensioni che si creano nel ‘tran tran’ frenetico della vita quotidiana.

Info

TEATRI ASSOCIATI DI NAPOLI/TEATRO AREA NORD – VIA NUOVA DIETRO LA VIGNA 20 (+39)0815851096 – 3401098705 teatriassociatinapoli@gmail.com

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