Lo Studio Tibaldi Arte Contemporanea ospita la 3^ edizione della mostra di artisti contemporanei e moderni. L’iniziativa, ideata ed organizzata dal gallerista ed artista italo-brasiliano Roberto TIBALDI, ha luogo in quello che era il suo atelier. Uno spazio espositivo elegante e luminoso ove promuovere nelle sue finalità istitutive la pluralità delle arti, valorizzare l’intimità del processo creativo, sperimentare ed esplorare la lavorazione dei materiali e delle forme per creare un ponte interculturale tra Italia-Brasile e non solo.
L’Associazione Identitaria Alta Terra di Lavoro e l’Associazione Amici della Zampogna di Villa Latina in collaborazione con il Cut di Cassino (Centro Teatrale universitario) propone una rappresentazione teatrale inedita, dal titolo “Voci, Suoni e Canti di Briganti in Terra di Lavoro”.
Isernia centro del mondo per mandato divino che la fa essere una sacca della storia dell’uomo, citazione che Pasolini riservò per Napoli e che secondo il mio modesto parere si può utilizzare anche in questo caso, che te ne accorgi andando i giro per la città e dintorni. Isernia la fedelissima del Re di Napoli fin dalla sua nascita quando ancora si chiamava Regno di Sicilia che lo ha dimostrato divenendo martire nel 1799 per contrastare l’invasione francese giacobina e nel 1860 quella savoiarda nonostante ci sia la scientifica e costante operazione di damnatiomemoriae operata dalla vulgata dominante e dalle istituzioni nazionali che cercano di cancellare verità storiche che sono scolpite nelle pietre.
Da qualche anno grazie alla volontà e al coraggio di alcuni suoi figli, Isernia si offre al mondo organizzando un Carnevale molto particolare quello delle Maschere Zoomorfe, dove si esibiscono maschere arcaiche che arrivano da tutta Europa, soprattutto dall’area balcanica, che si fondono con quelle autoctone in una forma cosi spontanea e naturale che sembrano figli della stessa mamma, sensazione che ho avuto quest’anno vedendolo per la prima volta. Le maschere che si sono susseguite sembravano emerse tutte insieme dal sottosuolo isernino anche se tra loro erano distanti migliaia di km, ognuno con i propri costumi, con i propri suoni e con le proprie danze davanti ad un pubblico accorso da ogni luogo attento e curioso che ti fa comprendere come l’idea è stata accettata ma che ora ha bisogno di essere sostenuta, non soltanto dalla comunità ma soprattutto dalle istituzioni, economicamente e con le idee che quando l’asticella si alza devono essere innovative e di vero sostegno. Un’idea importante, sempre secondo il mio modesto parere, per il futuro è quello di legare il Carnevale delle Maschere Zooforme al Museo Paleolitico dove ci sono tracce e testimonianze della vita presente in loco gia mezzo milione di anni fa e dove soprattutto c’è il famoso dentino appartenente ad un bambino di 5-6 anni e più antico presente in italia e della cui esistenza pochi conoscono e che grazie al gemellaggio con il suddetto evento potrebbe diventare un Museo tra i più visitati. Allo stesso modo il Museo può dare una mano al Carnevale ad affermarsi sempre di più e far diventare Isernia un laboratorio culturale, antropologico e archeologico e senza spendere tanti soldi. Spero che qualcuno ad Isernia possa, quanto meno ascoltare, questa mia riflessione perchè sono convinto della bontà e della facile applicazione e perchè le due cose sono naturalmente legate, per capire la bellezza dell’evento vi invito di seguito a vedere un breve documentaro sulla giornata di febbraio dopo che abbiamo già trasmesso un breve album fotografico
In un mercoledì Santo molto freddo come spesso accade in molti inizio di primavera, ad Aversa nell’antica Basilica di San Lorenzo dalla storia millenaria, s’è consumata una serata che dire magica sarebbe un eufemismo ma possiamo certamente etichettarla Sacra grazie alla messa in scena del “Miserere” di Carlo Faiello in onore di Don Peppe Diana di Casal Di Principe.
In un mio vecchio post senza parole, intitolato semplicemente “Pitagora”, Antonella Ruggiero suona un curioso strumento ispirato al celebre “monocordo” del filosofo di Samo. Questo strumento fu inventato e utilizzato da Pitagora per i suoi studi di teoria musicale.