Posted by altaterradilavoro on Gen 29, 2019
UNA DOVEROSA PRECISAZIONE
In calce all’articolo “Ancora sul 1799” pubblicato sul nostro blog in data 15 gennaio 2019 ho omesso di citare la fonte da cui ho ricavato le notizie tra virgolette relative al modo di intendere la libertà da parte dei repubblicani (sia francesi che napolitani).
L’omissione è dovuta unicamente al fatto
che la citazione della fonte era prevista per l’ intervento successivo che
doveva avere per oggetto l’Eguaglianza e la Fraternità.
Poiché del 1799 si è presentato alla mia
attenzione un nuovo aspetto, che mi farà ritardare lo esame dei due restanti
elementi della triade repubblicana, provvedo a porre riparo all’omissione.
Le citazioni sono riportate in : “ 1799 LA
GRANDE INSORGENZA Lazzari e sanfedisti contro l’oppressione giacobina”, di Francesco
Mario Agnoli – Ed. Controcorrente, 1999 – pag. 193.
Castrese Lucio Schiano
Read More
Posted by altaterradilavoro on Gen 15, 2019
Alcune
affermazioni umane – siano esse divieti, leggi o princìpi a cui si pretende di
conferire addirittura carattere di universalità – sembrano essere fatte apposta
per essere o ignorate o disattese o trasgredite. Purtroppo non ce n’è una che
si ponga come eccezione alla regola. Sfido chiunque a negare di non aver visto
cumuli di rifiuti proprio in un’area in cui campeggia in bella mostra un enorme
cartello con la scritta “DIVIETO DI SCARICARE RIFIUTI”; di non aver visto
automobili imboccare senza alcuna preoccupazione strade con divieto di accesso
o di transito, e così via. Quanto sopra per introdurre l’argomento di cui – con
le mie limitazioni – intendo occuparmi :
il 1799. Del quale fenomeno – avendo confessato i miei limiti – intendo occuparmi da uomo qualunque,
rifacendomi alla logica del “cogito ergo sum” e senza concedere alla parte
sentimentale di intromettersi nel processo razionale ; da persona, infine, che
nel bene o nel male, sta pagando le conseguenze delle scelte fatte allora.
Il 2019 è l’anno in cui cade il 220°
anniversario della “venuta” dei francesi sull’intero suolo della nostra
penisola.
L’
avvenimento, con tutti gli avvenimenti che costellarono tale “venuta”, costituisce
per alcuni motivo di grandiosi festeggiamenti.
Poco
male. Orazio (se ricordo bene) diceva che ad ognuno sembra profumo il proprio
afrore. Io mi impegnerò al massimo per liberarmi da questo difetto tutto
umano, mettendo da parte simpatie o
condivisioni, per tentare di esprimere un giudizio che non abbia sentore di
parte e che possa essere pertanto largamente condiviso.
Ebbene
da uomo qualunque, analizzando tutto il periodo – limitatamente al territorio
di quello che era lo Stato in cui sarei nato – non riesco a trovare nulla che
valga la pena di una celebrazione, dal primo all’ultimo giorno di quella che fu
la Repubblica Napoletana. Qualunque pagina si consulti si legge solo di
divieti, di eccidi, pene di morte comminate anche per inosservanza di un editto
di uno dei tanti generali, di distruzione ed incendio di interi paesi, esose e
continue richieste di contributi di guerra, razzie che non risparmiano neppure
i luoghi sacri, che non ci si limita solo a saccheggiare, ma a profanare, ad
onta della propagandata radice religiosa del repubblicanesimo. Quando, alla
fine, non ci sarà più nulla da portar via si ipotecano perfino i tesori che potrebbero
venir fuori dalle viscere di Ercolano! … E gli ex “regnicoli” divenuti
repubblicani non hanno nulla da obiettare !
Partiamo
dall’inizio, chiamando, però, le cose per nome.
Molti
degli intellettuali, degli aristocratici, dei borghesi, che diverranno poi
“repubblicani” ricoprivano incarichi anche importanti alla corte di Ferdinando
IV. Mentre, però, erano debitori a costui della loro condizione sociale, tramavano
per privarlo del regno. Ho detto in precedenza che non consentirò al sentimento
di invadere il campo della razionalità. Quindi, solo alla luce della ragione,
possono definirsi “eroi”, esempi da imitare, figure degne di un “pantheon dei
martiri” persone del genere?
Assolte,
per assurdo, dai sospetti e dalle accuse di cui sopra, queste persone erano o
non erano a tutti gli effetti sudditi del Regno di Napoli? E se i sudditi di
qualunque nazione aprono le porte ad eserciti nemici per farne distruggere le
terre, massacrare le popolazioni, bruciare ogni paese conquistato, costoro come
sono da considerare?
Da
qualunque parte della barricata ci si trovi, la definizione, totalmente
asettica, non può che essere : “ traditori “.
A
questo punto siamo solo al secondo momento del primo semestre del 1799. Ma
purtroppo la storia, in un climax crescente di obblighi, divieti e terrore,
continuò a produrre danni e vittime, in nome di principi ispirati alla
LIBERTA’, all’UGUAGLIANZA e alla FRATERNITA’.
LIBERTA’
?!
<<
… Ogni terra o città ribelle alla repubblica sarà bruciata e atterrata ;
<< I cardinali, gli arcivescovi, i vescovi, gli
abati, i curati, e in somma tutti i ministri del culto saranno tenuti colpevoli
delle ribellioni de’ luoghi dove dimorano ; e puniti con la morte ;
<<
Ogni ribelle sarà reo di morte, ogni complice, secolare o cherico sarà come
ribelle ;
<<
Il suono a doppio delle campane è vietato ; dove avvenisse, gli ecclesiastici
del luogo ne sarebbero puniti con la morte ;
<<
Lo spargitore di nuove contrarie a’ Francesi o alla repubblica partenopea sarà,
come ribelle, reo di morte ;
<<La
perdita della vita per condanna porterà seco la perdita dei beni>>.
Vorrei
che qualcuno di quelli che si apprestano a festeggiare l’anniversario
evidenziasse anche la più piccola concessione alla libertà individuale emergente
o contenuta “cripticamente” nelle proposizioni di cui sopra.
E
dire che il Pagano, nelle sue Considerazioni
sul processo criminale del 1787, da professore di Diritto Criminale, aveva
sostenuto : << … le barbare nazioni
non conoscono affatto il processo. Le di loro cause, o si decidono col ferro
alla mano, o col parere ed arbitrio di un senato composto dai capi della
nazione, o di un Re .. Senza formalità alcuna e senza ordine prescritto, con
verbale processo, udendosi su due piedi i testimoni, si dà fuori all’istante la
decisiva sentenza>>. E poi se ne dimentica da Presidente della
Commissione legislativa. Allora la nuova repubblica, usando le parole dello
stesso Pagano, era da considerare “barbara” oppure no?
Sempre
in ambito di libertà, per indennizzarei Difensori della Patria, vennero
approvate a tamburo battente due leggi : una che privava gli insurgenti della metà dei loro beni ed
una che confiscava completamente i beni di quanti, per qualunque motivo, si
erano allontanati dai territori della neonata repubblica, avessero o non
avessero seguito la Corte a Palermo. Questi ultimi venivano dichiarati emigrati
e nemici della patria, e tanto bastava perché, qualora avessero rimesso
piede nel territorio della repubblica, venissero arrestati e puniti con la
morte.
Ora
chiedo a qualunque mente non ottenebrata da pregiudizi o ideologie, se quelli
appena riportati (e ne sono una parte infinitesimale) sono principi libertari o
liberticidi, e se quanti si apprestano a celebrarne autori o esecutori possono
ribattere con esempi di segno opposto.
Alla
prossima per gli altri due princìpi : Eguaglianza e Fraternità.
Castrese Lucio Schiano
Read More