ARTE MODERNA, IL CULTO DEL NON SENSO E DEL BRUTTO
L’opera dei critici diventa uno strumento per cambiare lo sguardo delle masse sulla realtà (VIDEO IRONICO: Alberto Sordi alla Biennale)
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Read MorePer celebrare i 150 anni dell unità d Italia, sta spendendo 800 milioni di euro di soldi nostri l’apposito Comitato celebrativo: presieduto dal venerabile presidente-emerito Carlo Azeglio Ciampi da Livorno, che probabilmente aggiungerà questa sua grassa consulenza ai 702 m ila e passa euro annui che ci estrae dal portafoglio. Quando si diventa ricchi con la patria, è facile celebrarla. Noi, del tutto gratuitamente grazie ad una recente rilettura di L’altro risorgimento della storica Angela Pellicciari, Piemme, 2000 sentiamo doveroso contribuire un poco a quelle auguste memorie.
L’educazione delle masse è stata assunta dalla televisione. E la televisione è dovunque nelle mani dei privati, cioè del Potere.
Read MoreAll’epoca Massimo d’Azeglio scrisse:”Nessuno più di me stima Garibaldi, ma quando s’è vinta un’armata di 60 mila soldati, conquistando un regno di sei milioni di abitanti, colla perdita di otto uomini, si dovrebbe pensare che c’è sotto qualche cosa di non ordinario”.
Read MoreRitenere oggettiva la ricostruzione ufficiale delle vicende risorgimentali solo perché scritte dai vincitori o dai loro scherani è ridicolo – ben vengano quindi tutti i tentativi di aggiungere nuovi tasselli a tale ricostruzione. Noi riteniamo che per una vera ricostruzione si dovrebbe procedere alla analisi e alla valutazione unitaria di tutti gli archivi locali. Che questo avvenga, ne dubitiamo fortemente e ci vengono in mente le parole profetiche di O’CLERY: “The history of the “Brigandage” has never been written, and perhaps never will be written.”)
Pubblichiamo la recensione – tratta da “La CIVILTÀ CATTOLICA, volume VIII, 1893” – del testo di Patrick K. O’Clery: The making of Italy. Di O’ Clery
Read MoreIl 2 marzo 1848 la I guerra d’Indipendenza non è ancora scoppiata: però manca poco a quella sconfitta, causata, come ricordava Antonio Gramsci, dall’aver concepito l’unità “come allargamento dello Stato piemontese e del patrimonio della dinastia, non come movimento nazionale dal basso …”.
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