Da “I vecchi e giovani” di Luigi Pirandello-IN SICILIA, DOPO L’UNITA’
In Sicilia, a differenza di altre zone occupate dai Piemontesi con la spedizione garibaldina, vi fu in effetti una partecipazione corale del popolo unito, dato che i Borbone avevano commesso l’errore di esautorare l’antico parlamento locale e accentrare il potere a Napoli.
Ecco le ragioni – secondo l’autore – per cui l’Italia non è una nazione ma uno degli ultimi stati multietnici dell’Europa contemporanea. Il fallimento dello Stato italiano e dell’Europa
Ah, l’Italia, «un piccolo regno unito di second’ordine, che ha perduto qualsiasi pretesa di valore universale, cedendola al più logoro principio borghese – la trentesima ripetizione di questo principio dal tempo della prima rivoluzione francese – un regno soddisfatto della sua unità, che non significa letteralmente nulla, un’unità meccanica e non spirituale (cioè non l’unità mondiale d’una volta) e per di più pieno di debiti non pagati…»
La stampa estera in quel 1851, non fu molto benevola nei confronti del Regno di Napoli. Spesso le invettive politiche sfociavano in offese dirette all’Italia intera ed al Regno di Napoli, in particolare, giudicato da sempre come incapace a governare e dedito solo allo sperpero delle risorse economiche, al gozzoviglio.
Non fu prodiga di elogi la stampa estera ed in particolare puntava il dito sulla sporcizia del Regno di Napoli, sulla povertà dilagante, sulle condizioni pessime della popolazione sempre più vessata dalle gabelle ed incline a delinquere. Tuttavia Napoli restava una tappa fondamentale di quel Grand Tour che non si era mai spento. E la visita al Grande Museo Archeologici della capitale del Regno, non poteva mancare nei taccuini dei ricchi viaggiatori.
In questo contributo, un breve spaccato della storia del Museo Archeologico di Napoli ed una stampa, che ha l’intento di arricchire la collezione privata del nostro lettore. Non è facile ritrovare documenti iconografici che in qualche modo attestano la storia, l’evoluzione morfologia del monumento.
Il 16 febbraio 2024 si sono riuniti a Milano, per una giornata di studi, i rappresentanti delle principali obbedienze massoniche italiane e alcuni autorevoli prelati cattolici.
Nel suo discorso sul Risorgimento del 17 marzo il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha parlato di uno “storico balzo in avanti che la nascita del nostro stato nazionale rappresentò per l’insieme degli italiani, per le popolazioni di ogni parte, Nord e Sud…”.