Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

PICINISCO IN FESTA CON I SUOI PASTORI IN UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE

Posted by on Set 15, 2019

PICINISCO IN FESTA CON I SUOI PASTORI IN UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE

I Pastori forse sono le figure più antiche da quando l’uomo ha iniziato il suo percorso di civilizzazione che per volontà dello spirito santo si sono staccati dal resto del mondo animale e te ne accorgi quando ti trovi a conversare con loro. Mai una parola detta invano, mai adirati, grosso senso pratico (i più tradizionali tra i tradizionali), attenti osservatori e intensi pensatori che potremmo definirli dei filosofi, pacifici ma non pacifisti, non abituati a contrastare gli eventi atmosferici e naturali che li porta ad essere degli stanziali itineranti, caparbi e tenaci capaci di creare l’Impero Romano e di trasformarsi in Briganti quando le necessità lo richiedevano.

Tutte queste virtù le abbiamo riscontrate nella festa della Pastorizia che tradizionalmente si tiene da anni a metà estate a Picinisco e che vede un afflusso di gente che per il gran numero sembra veramente un gigantesco gregge ovicaprino; tutti i presenti, componenti del gregge, sono stati guidati inconsapevolmente dagli organizzatori e per una sera abbiamo conosciuto i Pastori di……..uomini non evangelici.

In un peridio dove il politicamente corretto di origine giacobina è diventata la nuova dittatura del terzo millennio a Picinisco tutte è andato per il meglio, non c’era la solita organizzazione astratta e accentratrice che piove dall’alto che crea solo disagi e nervosismi dove c’è una cassa comune generatrice della prima lunga fila che si vede replicare nei singoli stand enogastronomici, ma ognuno a Picinisco s’è mosso come meglio credeva tra le varie postazioni che gravitavano attorno al Castello e per usufruire della variegata offerta non superavi mai i 5 minuti nel fare una fila.

Musica di genere diversa dislocata in vari punti seguendo un disegno strategicamente corretto senza assistere ad una mescolanza di suoni, giravano zampognari itineranti che formavano una cornice dorata alla fiumara di gente, c’erano ma non si vedevano, un po come l’aria che respiriamo. Il cibo di ottima qualità che rispettava il territorio e quelli ospitati, insomma anche questa volta i Pastori hanno dimostrato grande senso pratico dando libertà al gregge umano di brucare in libertà senza aver paura che si disperdesse qualcosa e senza l’utilizzo dei….”cani pastore”. Invitando tutti alla festa dell’anno prossimo vi invitiamo a vedere i video di seguito su le esibizioni dei “Giullari Impopolari” e di un gruppo Calabrese di cui ci sfugge il nome dove si nota tranquilla mente il clima che s’è respirato quella sera.

Claudio Saltarelli

il gregge umano a Picinisco



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Fernando Riccardi sul Regno di Napoli ai tempi di Fra’ Diavolo

Posted by on Set 14, 2019

Fernando Riccardi sul Regno di Napoli ai tempi di Fra’ Diavolo

Concludiamo oggi la settimana dedicata all’inaugurazione del Busto dedicato a Michele Arcangelo Pezza alias Fra’ Diavolo con l’intervento di Fernando Riccardi che ha parlato a braccio e per questo motivo possiamo disporre soltanto del video che invitiamo a vedere di seguito perchè come al solito lo storico Laborino ci regala sempre interventi di spessore.

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Michele Pezza e inaugurazione statua di Fra Diavolo

Posted by on Set 12, 2019

Michele Pezza e inaugurazione statua di Fra Diavolo

MI PRESENTO , MI CHIAMO PER L’APPUNTO MICHELE PEZZA E SONO DISCENDENTE DI FRADIAVOLO. SALUTO IL SINDACO E RINGRAZIO VOI TUTTI CHE SIETE VENUTI QUI OGGI PER UN EVENTO MOLTO IMPORTANTE, DIREI STORICO: LO SVELAMENTO E LA POSA IN OPERA DEL BUSTO DEDICATO ALL’EROE FRADIAVOLO, SCULTURA REALIZZATA DA RAFFAELE MUROLO, COMMISSIONATA E VOLUTA FERMAMENTE DAL COMITATO SANT’ANGELO GRAZIE ALL’INTERESSAMENTO DI SALVATORE IACUEO E FINANZIATA DALLA BANCA DEL CREDITO COOPERATIVO – CASSA RURALE ED ARTIGINANA DELL’AGRO PONTINO.

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Fra Diavolo, “Quell’uom dal fiero aspetto…”

Posted by on Set 11, 2019

Fra Diavolo, “Quell’uom dal fiero aspetto…”

continua la pubblicazione degli interventi dei presenti all’inaugurazione del busto di Fra’ Diavolo che oggi vede come protagonista Erminio De Biase

Finalmente, grazie a chi s’è dato tanto da fare per questa storica iniziativa ed agli sponsor che ne hanno consentito l’attuazione, Fra Diavolo, al secolo Michele Pezza, ha da oggi un monumento nella sua città. Per chi non lo sapesse, in Tedesco, la parola monumento si traduce Denkmal: la radice dell’etimo è denk, la stessa del verbo pensare, riflettere. A questo deve servire un monumento, a richiamare alla memoria qualcuno che, in vita, si elevò rispetto agli altri per pensieri, per gesta. Da oggi in poi, dunque, chi passerà davanti al busto di Michele Pezza, che stasera sarà scoperto, andrà col pensiero alla memoria di un Eroe unico, superlativo. Da oggi, passando davanti all’erma, un padre potrà indicare al figlio con orgoglio l’effigie di un valoroso combattente e raccontargli la sua storia… Siamo ai tempi di Ferdinando IV di Borbone, a cavallo tra il XVIII ed il XIX secolo, epoca in cui le invasioni francesi interessarono anche l’Italia ed il Regno di Napoli. Fra Diavolo, al secolo Michele Pezza, tra guerriglia e missioni regolari, con geniale audacia e con coraggio, difende i suoi territori, fino alla fine, fino al sacrificio estremo. Egli possedeva un naturale intuito militare che avrebbero potuto invidiargli molti ufficiali regolari, sia francesi che napoletani, dai quali non era benvisto: invidia e gelosia facevano in modo che fosse sempre avversato. Più di una volta, fu dato ordine di arrestarlo per… indisciplina, ma Michele Pezza, colonnello di fanteria, grado conferitogli direttamente dal Re, se ne infischiava di quei capoccioni e li ripagava con olimpico disprezzo… Come si legge in qualche sua biografia, mai egli avrebbe potuto accettare l’odiato dominio di quei maledetti francesi che gli avevano ucciso il padre e devastato il Paese… Indomito difensore della sua Patria, deciso a battersi contro di loro fino alla morte, piombava all’improvviso addosso al nemico e lo sterminava; assaliva i rifornimenti, sorprendeva i corrieri e sequestrava i dispacci e gli ordini di movimento… Risoluto e rapido nelle mosse, si appostava nei passaggi obbligati, attaccava gli accampamenti, faceva saltare le artiglierie, si dileguava per i monti e, quando meno se lo aspettavano, se lo ritrovavano addosso accanito, indocile, risoluto, implacabile; con marce e contromarce disorientava gli inseguitori, piombava sui presidi lasciati nei paesi e, in unione con la popolazione, ne faceva strage… Lo davano in un luogo e, contemporaneamente, dispacci ufficiali lo segnalavano dalla parte opposta. All’audacia e al coraggio con cui si era sempre battuto si accompagnava una fervida capacità manovriera ed un’inventiva classicamente napoletana. Il suo nome correva su tutte le bocche, impressionando, con le sue azioni, anche i comandi francesi: un giorno, il comandante francese dell’11° fucilieri, ridendo di lui, sprezzantemente esclamò: “Lo vorrei proprio conoscere!” La notte, mentre dormiva, sentì sbattere le imposte delle finestre; s’alzò atterrito, accese il lume: Michele Pezza gli stava davanti con due pistole in cintola. …Il colonnello francese non ebbe più la forza di sorridere. Si ritenne morto. Ma Fra Diavolo gli fece capire che non correva nessun pericolo. Lo invitava per il giorno dopo a una colazione sull’erba che il colonnello, passato il pericolo e richiusa la finestra, si guardò bene dall’accettare… Onestissimo nel maneggiare denaro, si preoccupava soprattutto della paga dei propri uomini, rimettendoci anche personalmente e tutto quanto requisiva ai francesi veniva girato ai suoi soldati. Più di un documento in cui sono annotate spese sostenute per la truppa e richieste di risarcimento dimostra che Fra Diavolo non era affatto un volgare brigante ma aveva la sensibilità di un galantuomo. Paradossalmente, dopo aver fatto parlare di sé tutta l’Europa e dopo aver rappresentato il più temuto avversario dell’esercito francese, a Napoli non viveva certo in condizioni di agiatezza e, per di più, anche in un clima a lui alquanto ostile. Ciò nonostante, rimase sempre fedele al trono. Michele Pezza era un uomo fuori dal comune: possedeva una personalità volitiva, decisa e catturante, incline alla seduzione, perspicace. Creativo e fantasioso, rivelava una marcata capacità camaleontica, grazie alla quale riusciva a “giocare” tra il fantastico ed il reale e, nell’azione, ad ingannare mediante la sorpresa. Per esempio, una volta, con pochi uomini al seguito, si imbatté in uno squadrone di cavalleria francese. Pareva non ci fosse via di scampo quando, all’improvviso, ricorrendo a quella sua naturale creatività ed alla fantasia di cui era dotato, gettato via il cappello e mostrandosi spaurito, si fece legare insieme con uno dei suoi uomini ed ordinò agli altri di dire di essere della guardia nazionale che, tra strattoni ed insulti, portavano a Napoli due briganti. Il comandante dello squadrone francese ci cascò e li lasciò passare e, dopo qualche minuto, gli rintronò alle spalle una scarica di fucili. Fra Diavolo non aveva potuto fare a meno di rivelargli l’inganno… Determinato nel conseguire un obiettivo, nel suo animo gli slanci di generosità si accompagnavano ad una notevole aggressività. Non faceva, tuttavia, trapelare il suo intimo stato d’animo né le variazioni d’umore ed all’esterno la sua personalità appariva sempre affidabile. Tutti connotati, questi, che a ben vedere, erano confacenti e funzionali al suo ruolo di stratega militare. La figura di Michele Pezza è diventata leggendaria grazie, prevalentemente, all’apporto di una letteratura internazionale che, diverse volte, si è ispirata al fascino del suo nome. Anche una minima ma eclatante filmografia che, pur collocandolo in uno spazio ed in un tempo diversi da quelli che lo videro protagonista, ha contribuito ad imporlo alla memoria collettiva. Altresì la musica, con l’opera lirica di Daniel Auber ha alimentato il suo mito. Opera a sua volta ispirata ad un dramma di Jean Antoine Cuvelier dal titolo Fra Diavolo capobrigante sulle Alpi, scritto nel 1808, vale a dire solo due anni dopo la morte del nostro eroe, a riprova che divenne subito un mito. Ciò nonostante, fino ad oggi, ci hanno insegnato a considerare “nostri” eroi un soldato torinese che si fece saltare in aria, tal Pietro Micca, un Giambattista Perasso, meglio noto come Balilla, per aver scagliato un sasso contro un soldato austriaco, un Amatore o Antonio Sciesa, solo perché disse tiremm innanz… Tutti settentrionali, comunque, nessuno del Sud. Eroi qua non ce ne sono, non debbono esserci. Il suo nome è giunto fino a noi, come un’eco smorzata, grazie al titolo di qualche vecchio film o a quello di un’opera lirica ma, per saperne di più, bisogna scavare in quella che io definisco la storia alternativa, quella dei perdenti e, forse, proprio per questo, la vera Storia. Anche se Fra Diavolo fu a tutti gli effetti un autentico eroe, nei libri di scuola e nella storiografia ufficiale egli è totalmente ignorato; al limite, lo si liquida semplicemente con l’epiteto di brigante. Un appellativo che verrà reiterato anche per quegli insorgenti che, dopo il 1860, presero le armi contro l’invasore, questa volta piemontese. Insomma, per dirla breve, tutti i patrioti che hanno difeso la Patria Napoletana e per essa hanno combattuto e sono morti, sono considerati briganti. Ed i loro nomi sono inesorabilmente riportati solo nella pagina dei cattivi nel libro della storia scritta dai vincitori. La parabola gloriosa di Michele Pezza si conclude nel 1806. Tradito da un farmacista di Baronissi, fu preso dai francesi e portato a Napoli per essere impiccato. Lo stesso colonnello Sigisbert Hugo, che con tanta tenacia lo aveva rincorso e alla fine arrestato, chiese a quel malefico burattino che era Giuseppe Bonaparte, la fucilazione, anziché l’impiccagione, per il suo prigioniero. Ma fu inutile. Al colonnello Michele Pezza fu anche proposto di servire sotto la bandiera francese, conservando tutti i privilegi del suo grado: egli, però, sdegnosamente rifiutò: “Ho giurato fedeltà al mio sovrano e preferisco sfidare mille volte la morte anziché tradire il mio giuramento.” Affrontò la forca con assoluta dignità, a mezzogiorno dell’11 novembre, in Piazza Mercato. Finalmente, dunque, con questo monumento, si cominciano a rendere gli onori che Egli ampiamente merita; si cominciano a disperdere le nebbie che ne offuscano i meriti. Non è stato certo impresa facile collocarlo: è stata un’impresa ardua attuarla. E ciò rende i meriti di chi l’ha compiuta ancora più straordinari.

Erminio de Biase

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Busto Michele Arcangelo Pezza Alias Fra’ Diavolo

Posted by on Set 4, 2019

Busto Michele Arcangelo Pezza Alias Fra’ Diavolo

Domenica 8 settembre ad Itri, con inizio alle ore 17,OO, si terrà un convegno storico e la posa in opera di un busto dedicato a Fra’ Diavolo. Quattro i relatori, che illustreranno la vita e le imprese del colonnello e duca di Cassano allo Ionio. Il primo a prendere la parola sarà il napoletano Erminio de Biase, che illustrerà “Quell’uom dal fiero aspetto…”; il secondo studioso sarà il dott: Michele Pezza, da Benevento,un discendente del lealista borbonico, che delineerà il personaggio aurunco; il terzo relatore, il roccaseccano Fernando Riccardi, si soffermerà su “Il Regno di Napoli ai tempi di Fra Diavolo”. Concluderà i lavori del convegno Alfredo Saccoccio, il biografo più accreditato sul controverso personaggio, figura preminente che ha interessato l’opinione pubblica di tutta Europa e che ha eccitato, al massimo grado, la fantasia della gente esercitando anche un fascino irresistibile su storici, romanzieri e commediografi. Seguirà lo svelamento e la posa in opera del busto dedicato all’eroe, scultura realizzata da Raffaele Murolo, commissionata dal Comitato Sant’Angelo, grazie all’interessamento di Salvatore Iacueo, e finanziata dalla Banca del credito cooperativo- Cassa Rurale ed Artigiana dell’Agro Pontino.

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Estate a Napoli 2019 Festival delle Periferie

Posted by on Set 1, 2019

Estate a Napoli 2019  Festival delle Periferie

Teatri – Comunità – Territori Teatri Associati di Napoli

presenta

Concerto Carlo Faiello in BALLANZA _ ovvero _ il Ritmo naturale

Un Concerto per ritrovare l’equilibrio dimenticato; un invito alla Danza attraverso la spontaneità della Musica Popolare per sbloccare la fonte di quell’energia che appartiene alla nostra dimensione interiore. Dal movimento ipnotico della Tammurriata a quello gioioso della Tarantella: passando attraverso la forma della canzone d’autore.

Un omaggio alle radici della Musica del Sud Italia per dimostrare che è ancora possibile portare alla Luce il Battito profondo del nostro Cuore.

BALLANZA in inglese ‘Balance’_ il Suono e l’Andamento regolare del continuo fluire per riscoprire l’Armonia naturale tra corpo, mente, anima. Una Perfomance per stimolare il pubblico a lasciarsi trasportare ‘Liberamente Ballando’ _ senza schemi. Un’occasione per scaricare e sciogliere le tensioni che si creano nel ‘tran tran’ frenetico della vita quotidiana.

Info

TEATRI ASSOCIATI DI NAPOLI/TEATRO AREA NORD – VIA NUOVA DIETRO LA VIGNA 20 (+39)0815851096 – 3401098705 teatriassociatinapoli@gmail.com

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