Fine settimana importante in Calabria dove l’Ass. Id. Alta Terra di Lavoro, grazie all’impegno della Brigantessa Luisa Matera presenterà il testo in copia anastatica del Petromasi sull’epopea dell’esercito dell’Armata Reale e Cristiana guidata dal Card. Fabbrizio Ruffo vissuta nel primo semestre del 1799. Anche in quei tragici giorni il popolo Calabrese diede il meglio di se nel ricacciare l’esercito invasore Francese con grande valore e grande lealtà e che più volte ha dimostrato di avere nella sua millenaria storia. Il 14 di giugno si presenterà il testo a Vibo Valentia, già Monteleone, mentre il 15 verrà presentato a Tropea.
Giovedì 13 giugno 2019, alle ore 18, il filosofo e politologo russo Aleksandr Dugin sarà nel Centro Studi Pietro Golia, in via Renovella 11 a Napoli, per parlare di futuro dell’Europa.
A seguire, in suo onore, ci sarà il concerto della pianista Ilaria Barnes. La serata si concluderà con una degustazione di prodotti e vini del Sud.
Domenica 9 giugno al Castello Aragonese di Baia a Bacoli si terrà un importante convegno organizzato dall’ Ass. Id. Alta Terra di Lavoro sulla figura e sulle operazioni di guerra dei Briganti Insorgenti e Legittimisti post unitari a difesa del Regno delle Due Sicilie che stava esalando gli ultimi istanti della sua secolare vita. Il titolo del convegno “L’UNITA’ D’ITALIA TRA BRIGANTI E LEGITTIMISTI AL CASTELLO DI BAIA” poteva tranquillamente intitolarsi “Come voler perdere a tutti i costi un Regno” perché verranno esposte le operazioni degli insorgenti che hanno operato soprattutto in alta Terra di Lavoro e negli abruzzi, e che ogni qual volta si era vicini al ribaltamento delle sorti della guerra e rigettare fuori dai confini l’esercito invasore sabaudo, c’era qualche episodio che lo impediva. Interverranno Claudio Saltarelli Pres. Ass. Id. Alta Terra di Lavoro e lo storico saggista laborino Fernando Riccardi. Seguira dibattito
Caserta – “Nessun uomo, nessuna famiglia,
nessuna città, nessuno Regno può sussistere, e prosperare
senza il timor santo di Dio. Dunque la principal cosa, che Io impongo a voi, è
l’esatta osservanza della sua santissima Legge.”
Con queste parole comincia lo Statuto che il
Re di Napoli Ferdinando IV volle dare
alla Real Colonia di San Leucio: un utopia, un sogno, una città modello,
Ferdinandopoli, che il Sovrano tramutò in realtà. Una
siffatta città ideale, divenuta sito per la lavorazione su scala industriale
della seta, necessitava di un codice di leggi contenente i principi
fondamentali che avrebbero dovuto guidare la comunità e
favorirne il florido sviluppo. Fu così che nel 1789 nacque lo Statuto di San
Leucio o Codice Leuciano, un chiaro esempio di norme ispirate ad ideali di
uguaglianza sociale e di solidarietà.
A questo esempio più unico che raro di
Utopia “Reale”(nella duplice accezione “del Re” ed “effettiva”), a duecentotrenta anni dalla sua firma, è
dedicato il convegno che l’Istituto di Ricerca Storica delle Due Sicilie terrà proprio
nel Belvedere di San Leucio sabato 1
giugno p.v. alle ore 17,00.
A fianco dell’Istituto prestigiose
istituzioni: in primis la Pro Loco Real Sito di San Leucio con il suo
presidente Domenico Villano, l’Associazione Corteo Storico con il suo
presidente Donato Scialla, ma anche la Società di Storia
Patria di Terra di Lavoro il cui presidente Avv. Alberto Zaza d’Aulisio sarà uno dei
relatori, l’Associazione Nazionale dei Cavalieri Costantiniano ed il suo
presidente il Marchese Avv. Giuliano Buccino Grimaldi, il Consiglio dell’Ordine
degli Avvocati di Santa Maria C.V. con il suo presidente avv. Adolfo Russo.
Riconoscendo l’importanza dell’evento, la
Regione Campania, il Comune di Caserta, il Sacro Militare Ordine Costantiniano
di San Giorgio, la Real Casa di Borbone delle Due Sicilie, l’Associazioni Due
Sicilie e l’Associazione Culturale Prometeo hanno volentieri concesso il loro
patrocinio ed il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati ha concesso tre crediti
formativi agli iscritti che parteciperanno.
Oltre all’avvocato Zaza, gli altri due
importanti relatori saranno il dr. Fernando Riccardi, presidente dell’Istituto
ed il dr. Giuliano Capecelatro di Morrone, storico del diritto.
Siamo certi che anche quest’ultimo evento organizzato dall’Istituto si aggiungerà ai successi passati tra cui ricordiamo la presentazione sul libro dedicato al Principe Alfonso di Borbone, Conte di Caserta (2014) presso l’allora Jolly Hotel, il convegno su la Regina Maria Sofia a Napoli (2015), la celebrazione Eucaristica (2016) alla Vaccheria in onore della Beata Regina consorte del Regno delle Due Sicilie Maria Cristina di Savoia officiata da S.A.R. il M. Rev. Don Alessandro di Borbone delle Due Sicilie, i convegni sul cardinale Riario Sforza (2017) a Roma nel Palazzo della Cancelleria Apostolica ed a Napoli in Castel Capuano.
a tutti i Prefetti Sotto-Prefetti delle
Provincie Napolitane
ed al Ministro dell’Interno Torino
ITALIANI delle Provincie Napoletane, uomini sovversivi, associatisi ad una
setta fatale all’Italia, violando lo Statuto fondamentale del Regno, sprezzando
gli ordini del RE e i voti del Parlamento, sotto pretesto di affrettare il
compimento della Patria unità hanno riuscito ad accendere la guerra civile
nella vicina Sicilia — Garibaldi, loro duce, dopo aver innalzato lo Stendardo
della rivolta, compromesso una patriottica, ricca e popolosa Città, abbandonati
i giovani inesperti ed illusi che seco aveva tratti, si è gettato sul
continente e minaccia travolgere nell’Anarchia anche queste Province.
Il Governo ha il sacrosanto dovere di salvare il paese da simile sciagura, di
mantenere incolumi i diritti della Corona ed impedire che siano compromessi i
principii consacrati dallo Statuto e dai Plebisciti. Il Governo ha quindi il
dritto di valersi di mezzi eccezionali per soffocare la rivolta ovunque si
manifesti. In virtù pertanto dei pieni poteri statimi conferiti con Reale
Decreto del 20 corrente dichiaro:
Il territorio delle sedici Provincie Napolitane ed isole dipendenti è posto IN
ISTATO D’ASSEDIO.
I GENERALI COMANDANTI LE DIVISIONI IN ZONE MILITARI RIUNIRANNO nei limiti
delle rispettive circoscrizioni territoriali i poteri politici e militari.
Qualunque banda armata, qualunque attruppamento fazioso, o riunione
tumultuante, saranno sciolte colla forza.
Tanto l’asportazione quanto la detenzione non autorizzata d’armi d’ogni specie,
sono vietate sotto pena d’arresto ed i detentori dovranno perciò farne la
consegna entro tre giorni dalla pubblicazione di quest’Ordinanza al rispettivo
od al prossimo Comando Militare.
Nessuna stampa, pubblicazione o distribuzione di giornali, fogli volanti o
simili può aver luogo senza una speciale autorizzazione dell’Autorità Politica
locale la quale avrà inoltre la facoltà di sequestrare, sospendere o sopprimere
qualsiasi pubblicazione.
La presente Ordinanza sarà immediatamente pubblicata nei luoghi e modi
soliti per tutte le predette Province.
CITTADINI! Questi temporanei eccezionali provvedimenti non isvieranno il corso
regolare della giustizia, né incaglieranno menomamente l’andamento della cosa
pubblica e dei privati interessi, ma colpiranno soltanto i cospiratori e
perturbatori che troppo fin qui abusarono delle nostre franchigie.
Non dubito che le G. Nazionali tutte, penetrandosi dell’alta loro missione, più
ardua e più importante, quanto più sono gravi le condizioni del paese sapranno
compierla con quella devozione ed abnegazione di cui diedero già sì numerose
pruove.
Confido finalmente che tutti saranno meco persuasi essere questo nella presente
dolorosa situazione il solo mezzo di sortire dai pericoli che ci circondano, e
di giungere più prontamente alla meta cui tutti aspiriamo.
Napoli, 25 Agosto 1862 Il Commissario Straordinario per le Province Napolitane
Intorno
alle iniziative del governo sull’autonomia si è sviluppato un dibattito che si
nutre però di molte omissioni e di non poche strumentalità. Nel Sud Italia si
respira una atmosfera che legge il discorso dell’autonomia come un segno
antimeridionalista. Questo, si dice, si riscontra anche nella assenza di
informazione su quello che, qualunque sia il giudizio che si voglia dare, si
realizza nel Sud del Paese da un punto di vista storico, politico, culturale,
strategico. Riporta il Servizio studi della Camera dei Deputati:
“Il tema del riconoscimento di maggiori forme di autonomia
alle Regioni a statuto ordinario, ai sensi dell’articolo 116, terzo comma,
della Costituzione, si è imposto al centro del dibattito a seguito delle
iniziative intraprese da Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna nel 2017. Dopo
aver sottoscritto tre accordi preliminari con il Governo a febbraio 2018, su
richiesta delle tre regioni, il negoziato è proseguito ampliando il quadro
delle materie da trasferire rispetto a quello originariamente previsto. Nella
seduta del 14 febbraio 2019, il Ministro per gli Affari regionali ha illustrato
in Consiglio dei ministri i contenuti delle intese da sottoporre alla firma.
Nel frattempo altre regioni hanno intrapreso il percorso per la richiesta di
condizioni particolari di autonomia”.
Quello
che segue è la cronaca di un appuntamento che il Movimento Sud
e Civiltà ha
tenuto a Napoli il 25 maggio scorso. Un ricordo di Ferdinando Secondo, Re delle
Due Sicilia dal
1830 al 1859, nel quale sono emerse posizioni che, al di la delle condivisioni
o meno (per molti di coloro che si oppongono la storia andava da una parte e i
Borboni dall’altra…ndr), meritano di essere descritte. E
questo in assenza di informazioni dalla stampa e dalla televisione nazionale
pubblica e privata.
Sud
e Civiltà. Un ricordo di Ferdinando Secondo, re delle Due Sicilie
A
Napoli c’è stato un convegno “diverso”. Stranamente diverso. Incominciando
dall’inizio: una Santa Messa nella Chiesa di Santa Chiara. Nel luogo che
testimonia, con i monumenti angioini, la nascita, nel Duecento, di Napoli
Capitale di un Regno e, con la cappella dedicata ai Borbone, la fine di questo Regno sei secoli
dopo. È stato sabato scorso, nella sonnacchiosa, piovosa
vigilia delle elezioni europee. Tanta gente era accorsa, nonostante il maltempo.
C’era
dell’entusiasmo e la sensazione che stava accadendo qualcosa di nuovo, quando
ci si è spostati nella maestosa Sala Maria Cristina,
nella cittadella monastica di Santa Chiara. C’erano già stati tanti convegni
tradizionalisti a Napoli, a Gaeta, a Civitella, nelle Calabrie, in Sicilia,
dappertutto nelle terre dell’antico Regno (anche nel Basso Lazio, che ne faceva
parte, come testimonia l’indefessa attività di Claudio Saltarelli).
Ma
stavolta c’era la consapevolezza di qualcosa che non sarebbe potuto essere
tenuto nascosto, cancellato dalla Stampa e dalla TV locale e nazionale. C’era
la testimonianza del diffondersi di una consapevolezza che raccoglieva, in una
sorta di summa,
l’azione di tanti che si sono dedicati a ricordare il passato di una grande
civiltà calpestata, svilita, calunniata, con la speranza di farla risorgere.
Dall’azione
precorritrice di Silvio
Vitale negli anni Sessanta, alla costituzione, nel
Novantatrè, con Riccardo
Pazzaglia, in una riunione in un ristorante sotto Castel
dell’Ovo, del Movimento Neoborbonico. Tanti, da allora, quelli che si sono
dedicati allo studio sulle carte degli archivi finalmente aperti, tanti i libri
nuovi e la ristampa di quelli che riportano il diario dei giorni della fine.
Merito anche del coraggio di Case Editrici, come, tra le altre, “Controcorrente”
(a Napoli, in via Carlo De Cesare), fondata dal compianto Pietro Golia, e la
napoletana “ Il
Giglio” (a via Crispi 36).
I
nomi delle strade annullano la storia della città. Come il corso Vittorio
Emanuele II, (ma primo Re d’Italia), una strada rispettosa della natura, che
segue le linee morbide delle colline. Si chiamava corso Maria Teresa, dal nome
della Regina, ed era stata costruita per volontà del Re Ferdinando II di
Borbone, al quale, appunto, è dedicato questo convegno.
Un Re, si scrive nell’invito, “Difensore
del popolo contro sfruttatori e usurai. Si batté per la prosperità e
l’indipendenza della Patria. Calunniato per 158 anni dai nemici del Sud, i
popoli delle Due Sicilie gli rendono un commosso omaggio. E promettono di
riprendere con determinazione la sua battaglia per la grandezza e la dignità
del Sud”.
Ecco,
in questo convegno, più che in altri, non c’è stata solo una rievocazione
storica, che si è avvalsa anche dell’intervento di valenti musicisti,
l’insegnamento missionario, la manifestazione di coreografici figuranti (quali le guardie borboniche di Marco
Mauriello). C’è stata la determinazione di non sopportare più
in silenzio la propaganda contro il Sud, che si attua proditoriamente anche da
parte di quelle strutture che dovrebbero promuoverlo. Moderatore del Convegno è
stato lo scrittore Gianni
Turco, che è riuscito a mantenere i discorsi di tutti i
relatori nel limite dei quindici minuti.
“Vita
e opere di un grande Re” è stato l’argomento trattato dal direttore
scolastico Vincenzo
Giannone, che è riuscito a dare il nome del nostro Re ad una
scuola. Lo scrittore Vincenzo
Gulì ha parlato de “L’età d’oro dell’industria del
Sud”, il presidente onorario del movimento Sud e Civiltà Guido Belmonte del
“1848: un Re nella tempesta”, lo scrittore Maurizio di Giovine de “Le opere
militari”, lo scrittore Gaetano
Marabello de “La difesa dell’indipendenza della Patria”. Ha
concluso il convegno il suo organizzatore, il presidente di Sud e
Civiltà Edoardo
Vitale, il magistrato illustratore, editore e direttore de
“L’Alfiere”, una rivista storica cartacea ben scritta ed
elegantemente impaginata.
Vitale
ha parlato di Ferdinando II come “Il difensore del popolo”. Unitevi a noi. – ha
detto -. “Siamo lanciatissimi ed ora nuovi eventi, nuove avventure, nuove
battaglie … vogliamo la rinascita del Sud. Unitevi a noi. Insieme apriremo
un’esaltante pagina di storia”.
C’è
stata anche una raccolta di firme: una
petizione pubblica al Sindaco di Napoli Luigi De Magistris
perché conceda la cittadinanza onoraria di Napoli all’attuale direttore
della Reggia – Museo e del Real Bosco di Capodimonte (di fondazione
borbonica) Sylvain
Bellenger, per avere svolto il suo compito con grande competenza,
intelligenza ed amore per Napoli: un napoletano esemplare.
Moltissimi
hanno firmato, molti altri avrebbero voluto firmare ma la raccolta era
riservata ai soli residenti napoletani. Questi altri potranno rivolgersi
all’architetto Paola Pozzi, che raccoglie firme con change.org.