Torna
il fascino della grande musica sacra al Centro Antico di Napoli.
Un
importante appuntamento con la Musica
Sacra antica e con la devozione popolare quello di sabato 13 aprile 2019 dalle
ore 19
nella suggestiva Basilica
di San Paolo Maggiore, nel cuore del Centro Antico di Napoli,
grazie alla gentile concessione del Rettore
p. Carmine Mazza e dei padri Teatini dell’Ordine dei Chierici Regolari,
si esegue “La Passione”
nelle intonazioni del
Laudario 91 di Cortona del XIII secolo nella trascrizione di
Ferdinando Liuzzi e rielaborato da Gianmichele
D’Errico.
<<“La
Passione” –
dichiara Gianmichele D’Errico- che si ripropone nel Centro Antico di Napoli,
vuole essere un omaggio alla Lauda, la madre della melodia italiana che, dal
lontano XIII secolo, con la sua semplicità e spontaneità, sarà uno dei princìpi
permanenti dell’estetica musicale italiana. Nata come prima forma di canto sacro
in volgare, la Lauda riflette l’istintivo entusiasmo religioso del popolo
attraverso un canto privo di raffinatezze intellettuali ma ricchissimo
d’invenzioni poetiche e musicali>>.
Il
grande concerto, con ingresso
gratuito fino ad esaurimento posti, vedrà la presenza di
importanti voci già affermate in ambito nazionale come il Soprano Maria Antonucci ed
il Tenore Michele
Sacco ed inoltre, saranno 45 i coristi della prestigiosa “Polifonica Agorà”
che, insieme ai maestri dell’Ensamble
“Liryca Nova”, con la direzione di Gianmichele D’Errico,
animeranno le maestose volte della imponente Basilica voluta da San Gaetano
Thiene sui resti dell’antico Tempio dei Dioscuri, risalente alla fondazione di
Neapolis nel VI secolo a.C.
Prima
del concerto, informa Giuseppe Serroni, Presidente dell’Associazione “I Sedili di Napoli-Onlus”
che collabora all’organizzazione del grande evento musicale, la religiosità popolare
che si manifesta già nel periodo pasquale grazie alla presenza tradizionale
delle “Staurite”
che continuano a preservare i legami con la Tradizione culturale partenopea
concorrendo alla tenuta della coesione sociale attraverso le numerose “Paranze di Vattienti”,
si rinnoverà con una sacra
rappresentazione della Via Crucis: attori in costume da soldato
romano accompagneranno un ulteriore attore nelle vesti di un Gesù sofferente,
nella rievocazione della via dolorosa verso il suo sacrificio, lungo tutta Via San Gregorio Armeno.
La breve ma intensa rappresentazione, si muoverà intorno alle 18:30, da Piazzetta dell’Olmo
e, percorrendo la famosa strada dell’Arte Presepiale, raggiungerà la Basilica di San Paolo Maggiore,
per dare subito dopo il via al grande concerto di Musica Sacra.
L’evento
è moralmente patrocinato dal Comune di Napoli, Assessorato alla Cultura
L’ Ass. Culturale l “Ariella” sabato 13 aprile alle ore 18;00, presso la Sala
Conferenze di Cellole, organizza in collaborazione con l’Ass. Id. Alta Terra di
Lavoro un importante convegno dal titolo “LE INSORGENZE NEL REGNO DI NAPOLI IN TERRA DI
LAVORO E A CELLOLE NEL 1799”
Interverranno Biagio Palladino Pres. Ass. Culturale Ariella, Claudio
Saltarelli Pres. Ass. Id. Alta Terra di Lavoro, Fernando Riccardi storico,
saggista, membro della Società di Storia Patria di Napoli e Terra di Lavoro e
Pres. dell’Ist. Di Ricerca delle Due Sicilie e lo storico della Filosofia Prof.
Fernando Di Mieri
Nel convegno verrà presentato un importante testo che l’ Ass. Id. Alta
di Lavoro ha di recente ristampato, in copia anastatica, l’opera scritta da
Domenico Petromasi risalente al 1801, “Storia della spedizione del Cardinale
Ruffo”
E’ la prima volta che nel nostro paese si compie un’impresa del genere:
c’era già stata, infatti, in passato, qualche altra edizione della stessa
opera, ma mai una ristampa anastatica, riproducente il testo nella sua versione
originale.
Tale libro, che contiene un corposo ed assai circostanziato saggio
introduttivo a firma del suddetto storico Fernando
Riccardi, ricostruisce, passo dopo passo e in maniera dettagliata, la
straordinaria impresa che nel 1799 portò il cardinale calabrese Fabrizio Ruffo
a riconquistare il Regno di Napoli, invaso dai giacobini, con la sua “armata
reale e cristiana”, composta esclusivamente o quasi di volontari raccolti
strada facendo sotto l’emblema della Santa Croce.
Una vicenda che la vulgata storiografica dominante non ha trattato, nel
corso degli anni, con la dovuta obiettività, gettando sulla stessa una densa
patina di oblio.
La preziosa cronaca di Petromasi,
invece, restituisce la giusta proporzione a quegli accadimenti, che molto
interessarono anche il territorio del Cilento e la stessa Calabria senza mai
sconfinare nella partigianeria oppure distorcere gli eventi.
Considerata l’importanza dell’opera, che costituisce un “unicum”
a livello nazionale, considerato che “L’Abate
Mattia De Paoli” è stato uno dei principali protagonisti di quel tumultuoso
semestre e considerato che Cellole anche in questa vicenda ha scritto una
importante pagina di storia universale è doveroso che la comunità di Cellole si
accosti ad una vicenda storica, quella del 1799, che ancora oggi resta assai
poco conosciuta.
Grazie all’impegno di Tonino Cestrone, membro del direttivo dell’Ass. Culturale “San Michele Arcangelo” di Gallo di Roccamonfina, pubblichiamo una rassegna stampa che presentava lo spettacolo “Voci, Suoni, e Canti dei Briganti in Terra di Lavoro” tenutosi sabato 30 marzo presso la sede della suddetta associazione.
Sabato 30 marzo in quel di Roccamonfina, grazie all’ Ass. San Michele Arcangelo di Gallo, è stata scritta un’ importante pagina di storia identitaria sul brigantaggio insorgente che va dal 1799 al 1860 grazie allo spettacolo creato ed ideato dall’Ass. Id. Alta Terra di Lavoro che per la sua unicità e per il suo tratto strettamente antropologico può aver dato inizio ad un nuovo modo di raccontare e diffondere la nostra storia.
Quando saranno pronti i video, dopo aver pubblicato le foto di Enzo de Maio, li divulgheremo nel giusto modo dando gli onori a tutti i protagonisti dello spettacolo ma oggi abbiamo deciso di dedicare un’attenzione particolare a Loredana Terrezza per la splendida recitazione, in anteprima assoluta, del monologo in lingua Laborina, “Mariuccia” scritta da Raimondo Rotondi.
Mariuccia è un nome di fantasia ma la storia che la vede protagonista è una delle tante storie drammatiche vissute dalle donne della Terra di Lavoro e delle terre Molisane che hanno combattuto e si sono difese a loro modo dalla barbaria degli “scauzacani” venuti dal nord per portare “pace e giustizia” e che indossavano la divisa dell’esercito Piemontese prima e Italiano dopo. Come ci ricorda spesso il Prof. Scafoglio le Brigantesse postunitarie erano pochissime ma per motivi modaioli sono le donne che più riempiono le pagine dei libri di storia identitaria e che sono le più strumentalizzate da particolari ambienti femminili facendole dei simboli che nulla hanno a che vedere con la nostra storia.
Questo fenomeno letterario di basso livello, diverso da quello figlio degli storici archivisti e degli accademici, ha trascurato la guerra che le nostre donne sono state costrette a combattere, per difendersi dai suddetti “scauzacani”, per salvare la propria vita e il proprio onore quasi tutti giorni in quegli anni drammatici che seguirono l’unità d’italia e che per la intuizione dello scrivente, per la scrittura di Raimondo Rotondi e per la volontà dell’ Ass. Id. Alta Terra di Lavoro ha permesso a Loredana Terrezza di sfoderare un’interpretazione che non ha bisogno di nessun commento ma solo di essere guardata nel video di seguito girato da Enzo de Maio
L’ Archeoclub Italia di Santa Maria C.V”. domenica 31 marzo alle ore 10;30 presso il Salone degli
Specchi del Teatro Garibaldi di Santa Maria C.V. organizza in collaborazione
con l’ “Ass. Id. Alta Terra di Lavoro”
e con il patrocinio del Comune di Santa Maria C.V. un importante convegno “LE INSORGENZE NEL REGNO DI NAPOLI E IN TERRA
DI LAVORO NEL 1799”
Interverranno Antonio Mirra,
Sindaco di Santa Maria C.V, Antonio
Crisci, Pres. Archeoclub di Santa Maria C.V. Claudio Saltarelli Pres. Ass. Id. Alta Terra di Lavoro, Fernando Riccardi storico, saggista,
membro della Società di Storia Patria di Napoli e Terra di Lavoro e Pres.
dell’Ist. Di Ricerca delle Due Sicilie, Conte
Giulio de Jorio Frisari, Centro Interuniversitario Internazionale Studi sul
Viaggio Adriatico.
Nel convegno verrà presentato un importante testo che l’ Ass. Id. Alta
di Lavoro ha di recente ristampato, in copia anastatica, l’opera scritta da
Domenico Petromasi risalente al 1801, “Storia della spedizione del Cardinale
Ruffo”
E’ la prima volta che nel nostro paese si compie un’impresa del genere:
c’era già stata, infatti, in passato, qualche altra edizione della stessa
opera, ma mai una ristampa anastatica, riproducente il testo nella sua versione
originale.
Tale libro, che contiene un corposo ed assai circostanziato saggio
introduttivo a firma del suddetto storico Fernando
Riccardi, ricostruisce, passo dopo passo e in maniera dettagliata, la
straordinaria impresa che nel 1799 portò il cardinale calabrese Fabrizio Ruffo a riconquistare il Regno
di Napoli, invaso dai giacobini, con la sua “armata reale e cristiana”,
composta esclusivamente o quasi di volontari raccolti strada facendo sotto
l’emblema della Santa Croce.
Una vicenda che la vulgata storiografica dominante non ha trattato, nel
corso degli anni, con la dovuta obiettività, gettando sulla stessa una densa
patina di oblio.
La preziosa cronaca di Petromasi,
invece, restituisce la giusta proporzione a quegli accadimenti, che molto
interessarono anche il territorio del Cilento e la stessa Calabria senza mai
sconfinare nella partigianeria oppure distorcere gli eventi.
Considerata l’importanza dell’opera, che costituisce un “unicum”
a livello nazionale, considerato che “Michele
Arcangelo Pezza alias Fra’ Diavolo” è stato uno dei principali protagonisti
di quel tumultuoso semestre e considerato che anche Santa Maria C.V., anche in
questa vicenda ha scritto una importante pagina di storia universale è
importante che gli abitanti di Santa Maria C.V. e di tutta la Terra di Lavoro
si accostino ad una vicenda storica, quella del 1799, che ancora oggi resta
assai poco conosciuta.
Raimondo Rotondi reciterà in lingua Laborina monologhi teatrali