“Sicilia e mafia”, “Campania e camorra”, “Calabria e ‘ndragheta” sono accostamenti triti e ritriti, spesso impiegati per dipingere l’intera Italia come un Paese mafioso, corroso dal crimine, e quindi da collocare ai margini del sistema internazionale, tra gli Stati semi-falliti. È dal 1861 che il Paese affronta il problema mafioso e da allora sono state condotte migliaia di inchieste, scritti migliaia di libri, elaborate migliaia di analisi economiche e sociali: ma è possibile affrontare la questione in termini geopolitici? È possibile cavare un’asciutta verità dall’enorme e amorfa quantità di materiale concernente le mafie? Mafia, camorra e ‘ndgrangheta sono società segrete paramassoniche, inoculate dagli inglesi all’inizio dell’Ottocento per destabilizzare il Regno delle Due Sicilie e trasmesse all’Italia post-unitaria per minare lo Stato e castrarne la politica mediterranea.
… e a Salemi Garibaldi incontrò e si accordò con la futura mafia
Da allora la mafia sarà una presenza costante negli equilibri dello Stato italiano
Eh sì, Giuseppe La Masa ha lavorato bene…
‘La mamma’ ha pensato a rifornire i garibaldini di vettovaglie e armi
A Salemi si capisce che il popolo siciliano nella cosiddetta impresa dei Mille non c’è: ci sono il trasformismo della classe politica, la mafia, i baroni e le forze più retrive della società siciliana dell’epoca
Agosto 1860, la disfatta dell’esercito borbonico: retroscena Per oltre un secolo e mezzo, la storiografia promossa dai vincitori si è dedicata all’esaltazione della spedizione dei mille.
Opera documentata della spedizione dei Millee dei suoi effetti postunitari
Quali mezzi usò Cavour nel 1860 per realizzare l’Unità d’Italia? Realmente i pochi volontari guidati da Garibaldi riuscirono a sconfiggere l’esercito borbonico? Vittorio Emanuele II ridonò alle popolazioni del Regno delle Due Sicilie la libertà e la giustizia? Per rispondere a queste domande, Giannone ha confrontato numerosi autori che furono attori o spettatori della spedizione dei Mille e della rivoluzione italiana del 1860 e ha ricostruito parte del retroscena politico che portò alla conquista del Regno delle Due Sicilie. L’opera è un’interessante lettura storica per tutti coloro che vogliono conoscere o approfondire le vicende della spedizione dei Mille e gli effetti prodotti nel primo sessennio postunitario dal nuovo assetto politico-costituzionale sulle condizioni di vita delle popolazioni dell’ex regno borbonico. Attraverso la testimonianza di numerosi scrittori sincroni, con stile semplice e coinvolgente, il lettore è condotto alla scoperta di verità nascoste che permisero a Garibaldi di conquistare la Sicilia e il Regno di Napoli.
Vincenzo Giannone è un dirigente scolastico in quiescenza, si è laureato nel 1975 presso la Facoltà di Magistero dell’Università degli Studi di Salerno con una dissertazione su L’Arcivescovo Antonio Salomone e la condizione del Clero a Salerno durante il primo decennio post unitario.
La commedia raccontata al popolo del Garibaldi che conquista il Regno delle Due Sicilie contando su mille invincibili eroi è una bufala che non ha fondamento. Sia Vittorio Emanuele che Cavour direttamente o indirettamente lo appoggiarono.Con uomini, soldi e armi. Vittorio Emanuele i milioni li diede al Bertani.
Garibaldi, il 7 settembre, entrò a Napoli appena 17 giorni dopo essere sbarcato in Calabria, seduto comodamente in treno, senza sparare un colpo, con pochi uomini al seguito (il resto delle camicie rosse giunse il giorno 9); dopo l’arrivo alla stazione si formò un corteo di dieci carrozze che attraversò la Capitale.