“Storie di galantuomini, briganti e soldati dal 1860” di Vincenzo Perretti (Cap.IX)
Siamo costretti a tornare di poco indietro per comprendere meglio quelle frasi sconnesse che aveva pronunziato la Rosa Dattili, a proposito del marito Pasquale D’Emma, che insieme ad un altra dozzina di persone era stato incarcerato, in quanto riconosciuto complice dei briganti. In definitiva il Giudice si avvede che non è affatto convincente il rapporto che gli Spaziante avrebbero avuto con il D’Emma, e si reca alle prigioni di Potenza per interrogare quest’ultimo, il quale confessa ” essere innocenti i Signori Motta e Zagaria, e nulla aver udito a carico loro da’ compagni della comitiva (…) e che fu spinto ad accusarli perchè questi (gli Spaziante) gli avevano promesso docati 500, e più fargli ottenere l’assoluzione, se deponeva contro di loro.
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