Posted by altaterradilavoro on Apr 6, 2024
LI DUI FRATIELLE TRATTENEMIENTO SECUNNO DE LA IORNATA QUARTA
Marcuccio e Parmiero, fratielle, uno ricco e viziuso, n’autro vertoluso e pezzente. Se vedeno, dapo’ varie fortune, lo povero scacciato da lo ricco deventato barone e lo ricco caduto ’n meseria connutto vicino la forca, ma, canosciuto ’nocente è da lo frate recevuto a parte de le ricchezze soie.
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Posted by altaterradilavoro on Apr 5, 2024
LA PRETA DE LO GALLO TRATTENEMIENTO PRIMMO DE LA IORNATA QUARTA
Mineco Aniello, pe virtù de na preta trovata ’n capo a no gallo, deventa giovane e ricco; ma, essennole truffata da dui nigromante, torna viecchio e pezzente e, cercanno lo munno, a lo Regno de li Surece ha nova de l’aniello ed, aiutato da dui surece, la recupera, torna a lo stato de ’mprimmo e se venneca de li mariuole.
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Posted by altaterradilavoro on Apr 4, 2024
QUARTA IORNATA
Poco ’nanze era sciuta l’Arba a cercare lo veveraggio a li fatecature, ca poco poteva stare a spontare lo Sole, quanno li princepe ianche e nigre se trovattero a lo luoco de l’appontamiento, ne lo quale erano poco ’nanze arrivate le dece femmene, c’avennose fatto na ventrecata de ceuze rosse avevano fatto lo musso comm’a mano de tentore, che tutte ’nziemme se iezero a sedere a canto na fontana, che serveva de schiecco a cierte piede de cetrangolo mentre se ’ntrezzavano le capo pe cecare lo Sole.
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Posted by altaterradilavoro on Apr 3, 2024
Altre sono state le responsabilità di Cavour; oso richiamarle con la consapevolezza di muovere dei rilievi al maggiore statista espresso dal nostro paese dall’unità ad oggi. Carico dei pregiudizi della sua epoca, Cavour ha guardato con occhio coloniale alla plurisecolare realtà del Due Sicilie.
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Posted by altaterradilavoro on Mar 27, 2024
LA STUFA EGROCA
Giallaise e Cola Iacovo
GIALLAISE
Singhe lo ben trovato, o Cola Iacovo!
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Posted by altaterradilavoro on Mar 25, 2024
Il generale Paul Thiébault redasse un interessante resoconto degli avvenimenti della guerra portata dai Francesi nel Regno di Napoli. Poiché il suo scritto non era destinato alla pubblicazione (lo fece stampare la figlia a quasi cento anni di distanza dagli avvenimenti),confessò apertamente sia le stragi di civili (i 60.000 morti «oltre ai caduti in combattimento»), sia il disprezzo degli occupanti transalpini verso i collaborazionisti giacobini napolitani (tanto da disconoscerne subito la neonata Repubblica).
«Ho già detto che i Napoletani erano da disprezzare come soldati, ma da rispettare come uomini. Inquadrati in plotoni regolari non servivano a niente, ma erano combattenti formidabili e terribili nella guerra per bande. La guerra di Napoli iniziò davvero quando non ci furono più armate napoletane. I Napoletani del 1798, feroci e superstiziosi, furono battuti dappertutto. Oltre ai caduti in combattimento, sessantamila di loro furono passati per le armi sulle macerie dei loro paesi o sulle ceneri delle loro casupole. Non riuscimmo, però, mai a vincere la loro resistenza, da nessuna parte».
Paul Thiebault, L’invasione francese del Regno di Napoli (1798-1799). Memorie di un protagonista, traduzione di Raimondo Rotondi, prefazione di Massimo Viglione, D’Amico Editore, Nocera Superiore 2024, pp. 242
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